Repubblicani a congresso

Repubblicani a congresso inizio a Firenze Repubblicani a congresso Roma, 19 novembre. Si Iniziano domani nel teatro «-La Pergola » di Firenze i lavori del XXVI congresso del partito repubblicano. L'ordine del. giorno è tutto e soltanto politico, essendo i problèmi organizzativi e statutari affidati a due commissioni speciali, e il dibattito si svolgerà da domani a domenica sera, data di chiusura del congresso, sulla relazione che il segretario del partito, on. Oronzo Reale, terrà nella seduta di apertura. •'•Se ne conosce il testo, ed in generale si può dire che la posizione raccomandata dall'on. Reale è ben definita dalla formula che egli stésso ha coniato: autonomia crìtica. In pratica si tratta dell'atteggiamento assunto fin dall'inizio di questa legislatura: « Dobbiamo conservarla — egli afferma — resistendo ad impazienze ed esagitazioni oppositorie che, riconosciute o non pregiudiziali, tali finiscono con l'essere, e soprattutto cancellano dal novero dei doveri del partito quello di favorire il meno peggio rispetto al peggio. Tanto nella posizione collaborazionista quanto in quella oppositorìa, pregiudiziali ambedue, vedo il rìschio di problemi insolu bili, e scorgo da una parte il perìcolo del conformismo dall'altra quello del massi malismo, che seno le due malattie del costume politico italiano ». La posizione di autonomia critica raccomandata da Reale implica evidentemente scelte quotidiane, e consente, del restò, la possibilità di salvare l'esistenza del governo a determinate condizioni. Non è, quindi, una con dizione di impotenza o di compromesso, non è un semplice atteggiamento di « contemplazione » come taluno degli avversari di Reale sia a destra che a sinistra — la definisce, ma è un'au tentica azione politica. «Nessuno, per esempio, può negare — afferma Reale — che la necessità di avere la nostra astensione abbia influito sulla formulazione del programma governati' vo ». Altro esempio • che « dato da Reale è il vario atteggiamento tenuto dai de putati del p.r.i. nell'esame dei bilanci: su alcuni di questi si sono astenuti o hanno dato voto contrario, e, invece, proprio i cinque suffragi dei repubblicani sono stati quelli che hanno con' sentito l'approvazione del bilancio degli Esteri, « passato» a Montecitorio, com'è noto, con soli tre voti di maggioranza. La corrente che appog già la tesi autonomista e critica di Reale può contare probabilmente sul 40-45 per cento dèi delegati al Con gresso. E' una corrente, co me si immagina, centrista, che da sinistra è contrasta ta da una tendenza che fa capo ad alcuni membri del la direzione (il prof. Gregory, l'on. Mazzei, il prof, Tramarono, - il Segretario Generale della - Uil, Paride Rossi) e che si ritiene pos sa contare sul. 25-30 per cento dei mandati congres suali. Gli esponenti di que sto gruppo sostengono la necessità dell'opposizione, pur non. amando definirla pregiudiziale. Pongono il problema in forma di dilemma: bisogna aiutare la (Lea costruire il suo regime, o bisogna ostacolarla? La risposta è già implicita nella domanda, e infatti gli uomini della sinistra non intendono limitare la politica del partito nell'ambito di una scelta' fra il peggio e il meno peggio, fatta giorno per giorno, come Reale suggerisce. «Limitarsi alla politica del giorno per giorno —■ es si dichiarano — significa escludere ogni azione di rinnovamento profondo che dia battaglia alle strutture politiche ed economico-sociali sempre più forti nell'attuale situazione italiana. Soltanto un partito riformisticoconservatore stempera e sommerge i propri ideali in un'azione giorno per giorno, in un cauto tatticismo politico; un partito come il repubblicano condiziona, invece, ogni particolare iniziativa alle ispirazioni , ideali che gli vengono dalla sua stessa tradizione. Ovunque ala una battaglia di libertà esnecnteldtsncitgzpczPnsstavdvaqm«nsscncpansprcnnzdsu e di progresso qui è il posto del partito repubblicano: ma ciò è possibile solo ed esclusivamente su una chiara linea di opposizione». Una convergenza della sinistra sulle posizioni del centro non sembra, tuttavia, dà escludere. Si crede anzi che l'operazione potrà essere mediata dall'on. La Malfa, nettamente anticollaborazionista, pur non legato ad alcuna corrente. Tanto al centro che a sinistra egli riscuòte, infatti, molti consensi, e potrebbe perciò riuscire a raggruppare attorno a una mozione concordata circa il 70 per cento dei delegati al congresso. In questa condizione, è probabile che l'on Pacciardi, considerato esponente della tendenza di destra, a propria volta si risolva ad attenuare le proprie tesi collaborazioniste, che avrebbero in partenza il fa' vore di circa il 30 per cento dei congressisti. Sono tesi che in questa vigilia sono condannate con asprezza tanto da Reale quanto dalla sinistra. Afferma il segretario del partito: « Non tutto il collaborazionismo, ma una parte si, nasce dalla, stanchezza e dalla sfiducia e dalla tendenza al carpe diem, in una condizione di rassegnazione ». Dichiarano a sinistra: «Un partito repubblicano ridotto a partito moderato di governo, che aiuta la d.c. a co struirsi il suo regime, è un partito che non ha più spe ranza in un'autentica demo crazia repubblicana, nessu na fiducia in se - stesso ' e nella propria autonoma funzione .». Tutto considerato, si può da oggi prevedere che i risultati di Firenze saranno una riaffermazione dell'*: autonomia » del partito (tema sul quale anche la destra concorderà) è che una netta accentuazione ' del carattere « critico» di tale.autonomia consentirà di far confluire sulla formula de 11'on. Reale anche i voti della corrente di sinistra. . Vittori» Gorre sio

Persone citate: La Malfa, La Pergola, Mazzei, Oronzo Reale, Pacciardi, Paride Rossi, Reale, Vittori

Luoghi citati: Firenze, Roma