Ombre nelle speranze di Nasser

Ombre nelle speranze di Nasser Ombre nelle speranze di Nasser Se ,11 generale Abbud ha rovesciato 11 governo sudanese per «allineare» il paese con II Cairo, dimostra di non aver fretta. Lo stesso Nasser è ancora incerto sulle vere intenzioni del suo vicino e solo al terzo giorno dal colpo di stato la stampa egiziana ha osato ieri le prime lusinghe per un «avvenire comune». Abbud tace e mostra che la sua sola preoccupazione è ora quella di « ripulire > il paese dalla corruzione amministrativa e dall'anarchia politica. Dopo l'incertezza del primi dispacci diplomatici, le successive relazioni più distese e rassicuranti hanno fatto tirare un sospiro di sollievo alle cancellerie occidentali. La rivoluzione senza sangue si rivela sempre più un corpo di stato maggiore, una congiura di palazzo che muta -solo gli uomini. Nell'Oriente .inquieto una piccola élite si contende il governo di popolazioni povere, analfabete, al primi'paesi sulla difficile strada dell'mdlpendenza. La dominazione Inglese ha lasciato in questi paesi — dall'Africa all'India — una casta militare dominante circondata da politici ambiziosi e di pochi scrupoli. La raggiunta autonomia politica ha scatenato rivalità di sette, an¬ tagonismi di razze e feroci lotte personali Le clientele del partiti hanno diffuso In tutte le pieghe dello stato Intrighi e connivenze. E' In nome di un « radicale risanamento » che Abbud ha giustificato la sua azione ed è per lo stesso motivo che nella notte del 7 ottobre scorso -il generale Ayub Khan ha assunto 11 potere nel Pakistan,: sciogliendo il parlamento, 1 partiti ed imponendo la legge marziale che ancora vige nel paese. Più cruenta, anche se altrettanto rapida, è stata la rivoluzione irakena con cui Il generale Kassem ha abbattuto :à fraglie, corrotta monarchia del giovane Feisal, proclamando la repubblica; Irak, Pakistan e Su¬ dan sono, punti strategici di estrema importanza per 11 mondo libero. Il primo ed 11 secondo fanno parte di quel patto di Bagdad (con Inghilterra, Turchia e Iran) che doveva costituire il bastione orientale dell'Alleanza; 11 terzo è alle porte dell'Africa. Al rivolgimenti interni di questi tre paeel non è stata estranea la mano di Nasser. Esasperando i nazionalismi,-lusingando 1 giovani intellettuali e gli ufficiali smaniosi di carriere folgoranti, 11 dittatore egiziano ha fatto precipitare gli avvenimenti. Ma non ha tratto l'utile che se ne attendeva. L'irakeno Kassem, pure ostentando «fraterna» amicizia per Nasser, ha rifiutato di aderire alla Repubblica Araba Unita, non ha ancora denunciato formalmente 11 patto di Bagdad ed ha accusato di alto tradiménto 11 proprio cognato, colonnello Aréf, sostenitore del nasserismo. Il pakistano Khan < Ignora > 1 richiami del Cairo, 11 sudanese Abbud mostra di avere al-' tre méte che quella di rlassóggettare 11 paese al predominio egiziano. Una grossa questione divide Khartum dal Cairo: il Nilo. Nasser potrà aurcolarsi con la diga di Assuan solo se il Sudan consentirà a rivedere il patto di ripartizione delle acque feconde. Dopo la sfida del tunisino Burghiba, altri veli sono dunque sceel ad offuscare i bagliori della < guerra santa > di Nasser. Il suo programma ambizioso che spaziava dall'Atlantico all'India incontra sempre'maggiori ed Imprevisti ostacoli. Essere' l'uomo di Mosca non gli giova nella misura in cui sperava. Molte carte ha ancora l'Occidente per tutelare 1 suoi vitali interessi in Asia ed in Africa, ma deve giocarle con mano leggera, pazientemente; dimostrare che non occorre il sovvertimento comunista per una giusta evoluzione 'economica e politica. I generali sono forse l'ultimo ergine ; poi vengono 1 colonnelli. Ai Neghlb succedono 1 . Nasser e la partita può avere esiti imprevedibili. ,' . p. ma.