Il problema delle imposte in vista del Mercato comune

Il problema delle imposte in vista del Mercato comune Concluso a Sanremo il convegno di studi organizzato dalla Confindustria 1 i " ' Il problema delle imposte in vista del Mercato comune La situazione dei nostri esportatori nei confronti ~di quelli degli altri Paesi - Diversi pareri sulla necessità di uniformare i sistemi tributari in tutto il gruppo di Stati aderenti al Mec (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 17 novembre. Oli Italiani viaggiano, da qualche anno. E nelle loro, visite nei paesi stranieri apprendono che molti antichi luoghi comuni sono privi di fondamento,, ad esempio quello della superiore qualità di ogni prodotto fabbricato al di là dei confini, ■ si tratti di bambolo o di impermeabili, di dentifrici o di apparecchi-radio. I tanti che vanno all'estero si accorgono che il livello del prèzzi va' uniformandosi, spesso è a nostro vantaggio: non vale la pena' di portare a casa prodotti acquistati all'estero perchè in Italia se ne trovano eguali o migliori con differenze di costo non eccessive, spesso a condizioni più convenienti.' . Aprendo le frontiere e abolendo le dogame, come avverrà quando il Mercato Comune entrerà compiutamente in vigore (11 1° gennaio 1969 si compira soltanto un primo passo — lo abbiamo già detto — 11 resto verrà poco per volta in quindici anni)," noi avremo perciò buone possibilità di esportare 1 prodotti delle industrie sane e vitali, che si sono già imposte nel mondo, siano gran dissime o di tipo artigiano, come certi calzaturifici che stari no invadendo i negozi più eleganti di Dusseldorf, di Bruxelles, perfino di Parigi. In genere abbiamo a nostro vantaggio una maggiore raffinatezza (anche nel disegno industriale, vedi le automobili e le macchine da scrivere); in molti caai anche costi più bassi. Soffriranno o scompariranno, invece, le industrie che vivono stentatamente grazie ad aiuti e sovvenzioni: il Mercato Comune aprirà infatti la libera concorrenza, abolendo qualsiasi premio o Intervento statale, come ha ricordato questa mattina il prof. Scotto, nella sua relazione al convegno indetto dalla Confindustria e concluso stasera. In alcuni settori industriali partiamo dunque favoriti, in altri sono favoriti i paesi competitori. Ma si dovrà accertare fino a quale punto queste diversità sono reali o fittizie. Perché le nostre scarpe'costano meno di quelle tedesche? Perché. 11 burro olandese costa meno di quello Italiano? Le differenze sono dovute soltanto, al fatto che i nostri calzolai so-rió'' blu svelti e libili di quelli-tedeschi, 1 pascoli olandesi più ricchi di quelli italian', oppure entrano in gioco altri fattori, come il diverso peso fiscale, 1 diversi oneri sociali, che possono falsare la realtà rendendo impossibile una autentica concorrenza? Gli stud^ sulla comparazione dei costi « fra 1 sei Paesi ' del M.e.c. sono appena avviati. Le industrie più grandi e più dinamiche hanno-compiuto studi per loro conto; altri ne stanno compiendo Camere di commercio e associazioni di categoria. Ma la massa:brancola nel buio, pensa al M.e.c. come ad una avventura, a una lotta, da combattere su basi empiriche,, aspettando di vedere quel- che accadrà. Ho portato soltanto due esempi, scelti a caso, senza riferimento reale, ài. fine di prospettare alcune complicazioni del Mercato Comune a cui certamente non pensava chi diceva: «Benone, aboliamo le dogane e tutto è fatto >. ■... Il,lavoro da compiere è invece'enorme, specialmente da parte "italiana, perché il Mercato OOniùne è stato considerato. ■' sinora da troppi come un fantasma piuttosto noioso. Ora è alle ptfrte, senza possibilità . di ' pentimenti, essendo .11" trattato ché: lo isti' tuisce: Irreversibile. Ci si accorge che non basta abolire le dogane. Si dovranno riformare i -sistemi previdenziali perché la loro diversità altera 1 costi e falsa la concorrenza; si dovranno riformare 1 ife&emt flsgàUi'.perché, un produttore tedesco che paga cento , lire di tasse all'anno non potrà entrare in concorrenza con un italiano che ne paga venti. Si dovrà finalmente .'accertare' ' che cosa conviene produrre In' Italia e che cosa hv,Belgio o in Olanda, om Francia, \ per. specializzare i divèrsi' paesi nell'interesse comune, essendo evidente,cne> è più economico produrle fiori sulle colline di Sanremo che nelle alèrte artificiali della- Renarri a, •' •■ Là diversità del sistemi, fiscali è stata al centro dèlie dlscusstonr ; odierne, > aperte dàl}a relazione del prof- Aldo Scotto, Il quale (guardando a uri futuro allargamento del M;'e.e:) ; è' partito' dalla domanda: '« Se', la .'pressione fiscale, .-comprendendo, /.contributi previdenziali e slmili, è In due paesi molto diversa, qual è l'influsso di tale diversità sugli scambi fra i due paesi stessi,? Se I due paesi sono in. concorrenza tra loro per vendere In un terzo paese, è favorito quello in cui ■»! pagano meno tasse? ». La. risposta, In sintesi, è questa: i carichi fiscali devono essere il più possibile uniformi. Ma non sarà facile arrivare a tale uniformità: ci sono diversità nei tributi indiretti, più elevati in Italia che - altrove, diversità nel tributi diretti, più bassi in Italia. Ci sonò al tre profonde differenze, ad esempio la disciplina del mercato azionarlo: l'Italia è il. uo< lo paese del M.e.c. in cui 1 titoli azionari sono nominativi, e 11 solo ad «vere 'le restrizio¬ nicoenlafar. Sgintedpsitupè falipmcodritipmlitedpnledvrdmmsdqdugtndmArbcsccc) 1masds o i é o 1 i e o u , i o l i e l e i ni dovute al famoso art. 17, con una attività di Borsa enormemente inferiore a quella degli altri cinque paesi, fatte le dovute proporzioni. Accenniamo' soltanto alle 11r. .e essenziali della relazione Scotto e delle discussioni seguite, aggiungendo alcune informazioni che possono interessare tutti, pur nell'aridità della materia. Dobbiamo si prof. Cesare Cosclanl: la pressione del fisco (ossessione di tutti gli Italiani) è nel nostro paese inferiore alla Germania è alla Francia. Le imposte di fabbricazione arrivano in Italia al 30% delle entrate complessive, contro l'119& In- Germania, contro l'87c In Francia, con grande vantaggio per il produttore italiano che si vede rimborsare le Imposte per tutti i prodotti esportati. Le Imposte sul reddito, e sul patrimonio arrivano invece in Italia al 19% del totale delle entrate statali, contro il 60% In Olanda, il 33% in Germania, il 28 per cento In Francia. In definitiva, ti nostro sistema fiscale è il meno giusto dal pùnto di vista sociale, il' più favore vole per affrontare Ja concorrenza; gli altri paesi ne chiederanno perciò- il cambiamento. Sulla necessità di uniformare i sistemi tributari dei sei Paesi del M.e.c. e sul modo, i pareri sono diversi. Una questione'complessa è. quella delle doppie tassazioni: cioè un paio di scarpe. Italiane paga tasse in Italia, poi paga tasse alla vendita In Germania (senza tener conto della dogana). Come evitarlo? Per mezzo di rimborsi? II. dottor Angelo Costa si è detto favorevole a un sistema di rimborso delle imposte indirette che gravano sui costi e non sono pagate direttamente, dal consumatore. Il dott. Gian' carlo Croxatto ha ricordato che esistono accordi, Dilaterà ) 11 fra i sei ' paesi disi . M.e.c, ma che è necessario arrivare ad un accordo multilaterale sul ' piano di uguaglianza. 11 dott. Erminio Scialpi h« insistito sulla convenienza del pagamento del tributi sul kingo di destinazione; al contrario, il prof. Stàmmatl preferirebbe la tassazióne all'origine, evitando 1 rimbórsi e dicendo di non ritenere dannqse le differenze fra i sistemi fiscali. Il presidènte' della Confindustria, De Micheli, chiudendo il convegno, ha accennato a una « nebulosità > ancora esistente sui grandi' problemi e ha auspicato una ancor più grande collaborazione fra studiosi e industriali per risolverli; Sarà .davvero necessaria. Se pensiamo che le diversità fra i sei paesi sono profonde, perfino nei metodi di indagine statistica, per cui i confronti sono spesso -ingan¬nqprb«AudcNaadtseP nevoli, possiamo comprendere quanto sia 11 lavoro da compiere perche la Comunità Europea divenga chiaramente e beneficamente operante. Mario Fazio

Persone citate: Angelo Costa, De Micheli, Erminio Scialpi, Mario Fazio