La prima a Milano di «Irma la dolce» dopo i grandi successi di Parigi e Londra

La prima a Milano di «Irma la dolce» dopo i grandi successi di Parigi e Londra Commedia musicale con regia di Vittorio Gassman La prima a Milano di «Irma la dolce» dopo i grandi successi di Parigi e Londra La farsa, ambientata nella Francia 1925, ha dapprima deluso il pubblico, ma si è meritata gli applausi con un divertente finale - Anna Maria Ferrerò: migliore come soubrette o come Desdemona? i a o a , e i (Dal nostro inviato speciale) . Milano, 11 novembre. Il pubblico convenuto stasera al Teatro Nuovo per assistere alla prima di <Irma la dolce», commedia di Alexandre Breffort con musiche di Marguerite Monnot (già rappresoti/tata con successo a Parigi e a Londra), è rimasto per oltre un'ora, fortemente deluso. Ha sentito all'inizio gai motivi, ha visto Anna Maria Ferrerò, ex-Ofelia ed ex-Desdemona, in àbito trasparente . e calze nere, ha assistito a una sfilata di manigoldi caricaturali e di peripatetiche 'bistrate, nella cornice della Parigi 1925, e s'è preparato ad assistere a una-farsa è ha atteggiato il volto alla più aperta e giocorir da ilarità. ' ■.. Invece, per quasi tutto il primo tempo, lo spettacolo ha lasciato perplessi: intelligente la regia di Vittorio Qaasman e di Luciano Lucignani, suggestive e ingegnose le scene di Mario Chiari, coloritissimi • piccanti i costumi di Maria De Matte\s, piacevoli, anche senon sempre orecchiabili, le musiche della Monnot: eppure c'èra qualcosa che non andava: forse nella traduzione e nell'adattamento il dialogo originale, »he ci as Sicurano spiritoso, aveva perso il mordente; forse alcune delle molte canzoni che si inseriscono nella prosa erano troppo difficili per cantanti volonterosi ma improvvisati e approssimativi come Alberto Bonucci e soprattutto come la.Ferrerò; forse la vicenda del grande amore tra una prostituta (Irma la dolce) e un magnaccia pieno di sentimentalismi e di scrupoli (Nestore lo Sgualcito) non era portata su un piano sufficientemente umoristico. Sta di fatto ohe sino al finale del primo tempo il foltissimo, attento, elegante pubblico, ben disposto all'applauso del buonumore, è rimasto zitto. Il finale, con un funerale parodistico alquanto azzeccato e un grottesco processo, dove, tra l'aitro, viene urlata la parola che rese celebre il generale Cambronne, ha immesso un po' di calore nella gelida platea. Sono scrosciati i battimani, i sorrisi incerti si sono trasformati in scoppiettanti risate. E da quel momento ha preso l'avvio il cordiale, se non fragoroso successo. E la storiella, dopo aver fatto una puntata a Cajenna, tra galeotti e governatori, dopo avere riattraversato l'oceano e avere presentato indiani specializzati in riduzione di teste e finti emigranti scozzesi, ritorna a Parigi. Ritorna trionfalmente nella Ville Lumière Nestore lo Sgualcito, addirittura in pallone; e si ricongiunge, esaurite altre peripezie, alla fedele Irma, giusto in tempo per diventare padre di due rubizzi gemelli. Lo spettacolo, incamminatosi con fatica, è terminato in letizia: come in ogni <prima» ohe si rispetti, i registi e gli attori sono stati festeggiati e chiamati ripetutamente alla ribalta. All'uscita, diffuso il commento « Brava la Ferrerò, ma forse, tutto sommato, come Desdemona era più diver- tentey- u. bz cubclgcsvrdctlcctmabdcistcdstpfG Anna Maria Ferrerò brinda con Gassman dopo la «prima» di Ieri sera (Telef.)

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