La nazionale italiana di calcio tenta oggi a Parigi il capolavoro il pronostico favorevole ai francesi

La nazionale italiana di calcio tenta oggi a Parigi il capolavoro il pronostico favorevole ai francesi Ieri nella gara di Bologna i cadetti hanno vinto: sapranno imitarli i giocatori della A? La nazionale italiana di calcio tenta oggi a Parigi il capolavoro il pronostico favorevole ai francesi Un'avventura per gli azzurri (Dal nostro Inviato speciale) Parigi, 8 novembre. Ancora un incontro internazionale. Il duecentesimo, il trecentesimo -— chi lo sat — da quando, studentini, rispondevamo al richiamo di un Inghilterra-Beozia su nelle prume della nordica Gran Bretagna. Quanti siano gli incontri fra i rappresentanti di due Paesi credenti nel codice della palla rotonda, ai .quali noi abbiamo assistito, non li abbiamo mai contati. Certo essi sono molti: tanti da farci apparire ogni nuovo avvenimento 'del gènere, come la ricomparsa di un ritornello conosciuto da tempo immemorabile. Un ritornello noto, ma che si presenta ogni volta sotto forma e magari von sostanza nuove, a dimostrdeior ne e conferma delle mille facce che presenta il prisma del gioco del calcio. Ecco questo Francia-Italia. E' il ventiduesimo della serie, fra quanti disputati in casa nostra (dieci), sul terreno dei nostri atniersart (pure dieci, con questo) e in campo neutro (due). E la bilancia pende nettamente a favor nostro ' con Quindici vittorie contro tre sconfitte e tre risultati di parità. A volersi soffermare su quel bel coefficiente che è la tradizione, verrebbe da ritenere che un esito vantaggioso per noi debba o possa saltar fuori in qualche modo anche questa volta, e che quindi nemmeno in questa occasione ci sia mólto da temere per le sorti dei nostri colori. Senonché le tradizioni contano fino ad un certo punto Quello del calcio è uno sport dinamico per eccellenza: vive coi tempi, vive dei medesimi anzi, riflette ogni volta il mo mento tecnico e psicologico che si attraversa. Le aquadre nazionali sono unita rappresentative dei Paesi da cui emanano, nel pieno senso del tèrmine. Ed il particolare momento in cui viviamo, è quanto di più vago,.di incerto e di indeterminato ci si possa immaginare. La Francia era salita fino alle semifinali del recente Campionato del mondo. Vi aveva conquistato nientemeno che il terzo posto. Fino ad un mese fa, essa viveva, per modo di . dire, sullo stando di quella grande conquista, tenendosi strettamente legata alla formazione che le aveva fatto tanto onore e cercando di conservare il grado di coesione e di forma di allora. Aveva fatto i conti trascurando quel grande elemento che è la resistenza umana alla fatica fisica e alla tensione nervosa. Leggiamo ora qui su un giornale parigino che il periodo di cedimento dei giocatori francesi incomincio non col « t-t » strappato alla Germania il te dello scorso ottobre a Parigi, ma già il giorno in cui i gaiIlici piegarono di stretta misura gli austriaci a Vienna la prima domenica del mese stesso.. E chi esprime tale opinione è un tecnico che in veste ufficiale era presente alla gara. Nella valutazione del momento che V* undici » francese attraversa si cadrà in esagerazioni od in timori, ma una cosa è certa: ed è che l'< undici > stesso si trova, facendo perno sulla forma e sul rendimento di Stoccolma, lontano dalla via ascensionale e piuttosto decisamente tendente alla china della discesa. Fatto logico ed umano, ripetiamo. Fatto che la assenza- dalla squadra di uno dei suoi elementi più tecnici e riflessivi, il centro-ovanti Kopa, che milita attualmente nelle file del « Beai Club de Madrid », contribuisce a spiegare. Allo stato attuale delle cose può essere che la squadra francese non trovi più in sé la capacità di reagire con un guizzo di energia al rendimento calante ed al cedimento incombente — pud essere che sotto la spinta dell'amor proprio e dell'appoggio dei propri sostenitori essa riemerga e ritrovi per un'ora e mezzo quello che si può definire come l'antico, nel senso recente del termine, valore. Di positivo vi è il fatto che il reparto della compagine, che col richiamo di Marche e di Jonquet, dà luogo alle maggio- ri preoccupazioni, è quello della estrema difesa. Sarebbe stata la occasione per gli azzurri' di approfittare di questo statò di cose. Giuste decisioni di energia e di vigóre hanno spesso una influènza decisiva sul morale di un avversario che non sa fino a qual punto debba o possa credere in sé. Senonché, nel frattempo, è successo in casa-nostra quello che è successo; Quello che tutti sanno, cioè. Si voleva partire con un rinnovamento totale di uomini e di cose. E gli uomini nuovi, non sostenuti da un congruo assieme tecnico e morale, sono crollati a Saragozza. Si volevano gettare- le basi della squadra che ci dovrà rappresentare ai Campionati del mondo nel 196S, e cammìn facendo si è tornati indietro sulle vecchie basi prima della « Fiorentina » e poi della € Juventus ». Basi che pur esse sono state sconvolte in seguito. E ci si è persi nel mare delle chiacchiere dichiarando un storno con voce altisonante ohe un tal giocatore < piaceva immensamente» e liquidando poi il medesimo, o retrocedendolo, il giorno seguente. E si è finito per venire a Parigi con una squadra che non è l'affermazione di un principio o dell'altro, e che tutt'al più, a voler essere cioè molto condiscendenti, può serr vire per vivere alla giornata una volta tanto. Si è venuti con un guazzabuglio di idee nel quale nessuno si raccapezza più, come negli ultimi anni, dà quando il terribile male della politica, degli interessi, delle ambizioni e delle chiacchiere a-vanvera ha preso a imperversare sull'ambiente; calcistico- nostro. Nulla, assolutamente nulla di cambiato. Malgrado tutte queste circostanze che confondono grandemente le idee e ohe in. sé * sono nettamente sfavorevoli, noi non saremmo meravigliati affatto se i colori nostri uscissero dalla prova in modo vantaggioso come risultato. Il gioco del calcio fa di questi scherzi. Intendiamoci: una sconfitta italiana accelererebbe i tempi di certa evoluzione, se così la si vuole ohìamare — ed una vittoria nostro od anche solo un pareggio non modificherebbero di una virgola la situazione. Tutt'al più contribuirebbero a fare rientrare certe dimissioni ohe già velatamente, ma con aria corrucciata, vengono annunciate prima della gara. Tutto rimarrebbe come prima, ed ognuno continuerebbe a rompersi le corna di fronte a difficoltà che {'ambiente crea esso stesso. E' triste, ma è così, visto che anche un commissariato speciale lascia le cose allo stato a cui si trovavano. Auguriamoci che almeno per Vonore della bandiera — che un gran valore lo ha pur sempre —- le nostre previsioni pallidamente ottimistiche si 'realizzino. Ha cessato di piovere qui a Parigi e un filo di sole ha fatto capolino in cielo. Che il tempo si volga al bello anche per i nostri colori che sono proprio quelli del cieloquando è sereno. Vittorio Pozzo Maldini (da sinistra), Galli, Pascutti, Buffon, Panetti e Nicole ieri p. Colombes (Tel.) Rivière, dopo la caduta sulla pista di Parigi, riceve le prime cure nell'infermeria del velodromo; solo più tardi il corridore sarà trasportato in ospedale (Tel.)

Persone citate: Buffon, Galli, Jonquet, Kopa, Panetti, Pascutti, Vittorio Pozzo