I versamenti richiesti per la pensione alle massaie

I versamenti richiesti per la pensione alle massaie I versamenti richiesti per la pensione alle massaie Quattromila lire annue da parte delle casalinghe; altre seimila dallo Stato e dalle province - Dna diaria di 300 lire al giorno in caso di malattia i o l a i 6 e a i a o i n il (Nostro servizio particolare) Roma, 5 novembre. A partire dall'inizio del secolo le donne sono entrate, in ranghi sempre più serrati, nel mondo del lavoro, ed oggi molte professioni sono appannaggio quasi esclusivo del sesso debole: anche in Italia il fenomeno ha avuto larga diffusione, ma nel nostro Paese l'ideale femminile rimane pur sempre il lavoro casalingo, la possibilità di accudire alle faccende domestiche. Di fronte a due milioni di donne che prestano la loro opera negli uffici e nelle fabbriche sta. Infatti, un vero esercito di casalinghe, otto o dieci milioni. In Italia non è ancora stata fatta una statistica sull'entità del lavoro svolto dalle casalinghe. A titolo indicativo, sono da considerare 1 risultati di un'indagine compiuta nel 1956 dall'Istituto di studi demografici francesi: < In Francia le massaie lavorano in media 70 ore alla settimana, vale a dire complessivamente 46 miliardi di ore all'anno, contro 1 42 miliardi di ore che rappresentano il lavoro di tutta la popolazione attiva francese». Da qualche anno le casalinghe italiane si battono perchè « al termine di unsi vita di lavoro — esse dicono — che cosa ci attende? Molto, se 1 figli non saranno dimentichi del nostri sacrifici nulla se per disavventura ci ritroveremo sole o costrette a pesare su figli egot ati e su nuore che ci accolgono a labbra strette. L'Italia è piena di donne anziane che trascinano 1 loro ultimi anni In un continuo sforzo di sopravvivere, che finiscono per essere affidate alla carità pubblica, alla fredda malinconia dell'asilo e del convento: è una Ingiustizia cui bisogna porre rimedio. Con una pensione anche modesta le donne di casa, abituate alla parsimonia, potranno concludere una vita di lavoro con dignità e serenità». Nel 1865 i deputati del p.r.i. presentarono per primi una proposta di legge alla Camera sulla pensione alle casalinghe, Si era In tempo di elezioni e, forse per motivi opportunistici, l'esemplo fu ben presto seguito dai parlamentari comunisti democristiani. La proposta di legge non venne mal in discussione: passate le elezioni giunse sqk> all'esame della commissione del lavoro di Montecitorio e, nonostante 11 parere favorevole del ministro Vigorelli, rlr masè lettera morta. Ora i repubblicani sono tornati alla carica: è improprio, veramente, dire 1 « deputati del p.r.i. > poiché la causa delle casalinghe è sostenuta a spada tratta dalle donne del partito repubblicano guidate dalla professoressa Maria Teresa Bartoli Macrelli, sorella dell'onorevole. Per la sezione femminile del p.r.i. vincere la battaglia della pensione alle massaie è diventata una questione di prestigio, non meno importante di quella che fu a suo tempo la lotta della socialdemocratica Bianca BdtdoMcMa1p«otp1mngdtrcN a o i . l Bianchi per 11 riconoscimento del figli Illegittimi Sono state, infatti, le iscritte al p.r.i. a preparare 11 testo della proposta di legge che gli on.li Camangi, De Vita, La Malfa, Pacciardi, Reale e Macrelli hanno presentato ieri a Montecitorio; ed è loro merito aver dato vita, nell'aprile del 1955 dopo il fallimento della prima proposta di legge, alla «Mutua della casalinga», una organizzazione che in questi tre anni si è fatta le ossa e può contare su un totale di 12 mila aderenti. La Mutua, come dice il nome, si fonda sulle contribuzioni volontarie delle Iscritte e garantisce loro il pagamento delle spese in caso di Infermità, Invalidità, parto e la cor- ■ responsione di una pensione al compimento del 60° anno d'età. Naturalmente l'entità della pensione e delle indennità è proporzionale alle quote versate (4000 lire l'anno) e quindi al numero di iscrizioni. Pur con mezzi limitati la «Mutua della casalinga » ha comunque rimborsato, nel primo semestre del 1958, 800 giornate assistenziali ed è fin d'ora ih grado di pagare alle mutuate anziane una pensione di 8-10 mila lire al mese. Nel progetti della presidentessa delle « casalinghe », signora Ada Flpérno, è anche la costruzione di una « casa delle vacanze per le massaie », destinata ad accogliere per un periodo di riposo tutte le casalinghe iscritte alla Mutua che lo desiderino. L'Idea di una « casa delle vacanze » ha già trovato applicazione in Germania, ad opera della consorte del presidente Heuss, e, sembra, con ottimi risultati. Da noi U progetto è vicino a divenire realtà: questa sera la professoressa Maria Teresa Bartoli Macrelli è partita per Castrocaro (Forlì) per acquistare un terreno edilizio La proposta di legge repubblicana non fa che riprendere e sviluppare la «Mutua della casalinga»: rimarrebbe, cioè, sempre in piedi il principio delle mutue, come associazioni volontarie di casalinghe, con la differenza che lo Stato, le provincia ed 1 comuni dovrebbero contribuire alla costituzione del fondo comune. In particolare le iscritte sarebbero chiamate a versare 4 mila lire annue, lo Stato altre 4 mila lire, le provinole ed 1 comuni 2 mila. Le mutue locali, riunite In una federazione nazionale con sede a Roma, potrebbero cosi versare 800 lire al giorno per un massimo di 90 giorni alle iscritte malate o invalide, e 600 lire al giorno per un massimo di 21 giórni alle iscritte che hanno avuto un bambino o abbisognano di un ricovero ospedaliero. 8. C.

Persone citate: Ada Flpérno, De Vita, La Malfa, Maria Teresa Bartoli, Maria Teresa Bartoli Macrelli, Pacciardi, Reale, Vigorelli

Luoghi citati: Forlì, Francia, Germania, Italia, Roma