Accusata di aver preso 30 milioni lasciati in eredità al "Cottolengo,,

Accusata di aver preso 30 milioni lasciati in eredità al "Cottolengo,, Accusata di aver preso 30 milioni lasciati in eredità al "Cottolengo,, Il processo contro l'amica dell'industriale morto - Avrebbe trafugato denaro, titoli e gioielli - Altri sette imputati, tra cui un agente di cambio E' stata costituita una sezione apposita del Tribunale, la prima bis, sotto la presidenza del dott. Carron Deva, per discutere a partire dall'll novembre prossimo un complicato processo. Si tratta della sottrazione di beni, che per testamento avrebbero dovuto andare alia € Piccola Caso dello Divina Provvidenza». . I fotti risalgono al 1961: il 22 giugno di quell'anno decedeva nella sua villa a Cerea 1' industriale comm. Guido Autheman, residente a Torino in via Goffredo Casalis 34. Egli lasciava erede universale il « Cottolengo > e disponeva nel testamento per l'usufrutto alla moglie — dalla quale viveva separato da lunghi anni — e per un legato, una auto 1400, a favore dello signorino Margherita Monzini. s Si riteneva, per giudizio comune, che il com nendatore fosse um iiiiiiiiiiiimifMiiiiiiiiiiiiiiii ricco; invece il «Cottolengo», quando si interessò dei beni, trovò poca roba. Venne allora il dubbio che qualcuno avesse sottratto i denari liquidi, 1 titoli azionari, i gioielli ed anche i documenti che avrebbero permesso di ricostruire il patrimonio del defunto. La Procuro- della Repubblica iniziò le Indagini. L'istruttoria si e ora conclusa con il' rinvio a giudizio di otto persone. La principale imputata è la signorina Monzini, che conta oggi 80 anni. L'Autheman si era sposato con uno contessa; ma ben presto si ero separato, e pur continuando con la moglie una relazione epistolare, aveva accolto a casa sua la Monzini, che aveva allora dlclott'anni. La notte stessa in cui mori 11 commendatore, secondo l'accusa. Io Monzini si sarebbe preoccupata di sottrarre a suo profitto titoli ed obbligazioni in dustrlali per almeno 26 milioni, 400 mila lire in contanti, 800 mila lire in dollari, gioielli per 3 milioni, tappeti, soprammobili, sup pellettili: in totale oltre 30 milioni ai prezzi del 1951. La donna sarebbe stata aiutata a far sparire i valori da un suo figlioccio Andrea Battezzato, dall'autista del commendatore defunto, Francesco Romanetto, e da Alessandrina Vaj, una impiegata, anche esso anziana, già segretaria dell'Autheman e dipendente di .una società che 11 commendatore avevo a Torino in via Perrone 10. Un'altra persona, Carlino Sasso, avrebbe accettato di custodire parte del valori. Il comm. Autheman decedette nello notte tra il 21 e il 22 giugno. La mattina del 22 giugno, cioè il giorno dopo lo morte dell'Authemen, lo Monzini e una seconda donno. Teresa Pescali!, al recarono nell'ufficio di un agente di cambio 11 quale aveva in deposito azioni della cartiera Donzelli e della società per il Risanamento di Napoli, intestati al defunto. Le due donne avrebbero convinto l'agente ed il suo procuratore a permettere che il Battezzato (figlioccio della Monzini) falsificasse la firma di girata dell'Autheman. Di modo che le azioni poterono passare di proprietà ed essere ritirate dalla Monzini e dalla Pescaia. Anche l'agente ed il suo procuratore sono stati rinviati a giudizio. Si prevede che il processo durerà una quindicina di giorni. Il collegio di difesa è rappresentato dagli avv. Barosio, D'Andrea, De Marchi, Fiasconaro, Garelli, Giulio, Gino ed Ettore Obèrt. Il « Cottolengo » si è costituito parte civile con il patrocinio dell'aw. Gtllio.

Luoghi citati: Carlino, Napoli, Torino