La bianca apparizione alla loggia vaticana di Paolo Monelli

La bianca apparizione alla loggia vaticana La bianca apparizione alla loggia vaticana Papa Giovanni XXlll era una figura pallida tra porpore ed uniformi sfarzose - Quando impartì la benedizione, con voce virile e piana, la tolta nella piazza s'inginocchiò ~ Paterni, familiari gesti di saluto tra il clamore degli applausi (Nostro servizio particolare) Roma, 28 ottobre. Vulttma fumata del Conclave è giunta inattesa e sconcertante, n sole non era ancora tramontato, un chiarore rosa appariva oltre il colonnato di sinistra della piazza, si atteggiavano sul sereno limpido i grandi santi di pietra del cornicione, fra i quali pullulava una selva di riflettori, di macchine da presa, di apparecchi televisivi, come una batteria antiaerea, e vi si affaccendavano intomo minu scole figure di uomini. E considerando quelle grandi statue bianche che li .dominavano di dieci volte, e l'una pareva, ohe accennasse, verso il baaso, Z'cKra ohe •indiciisse ove puntare -gli obiettivi}, una tersa . «V rampognasi)?, -in lento a muoversi, si aveva, l'impressione ohe fossero essi giganteschi operatori delle macchine, dirigendo il lavoro di piccoli neri lilliputiani. La piazza non era ancora del tutto piena, nonostante le correnti di folla che avevano cominciato a fluire, in piena traverso il colonnato di destra e su dalla via delta Conciliazione; ci si stava ancora comodamente; certe suore dall'aspetto bonario e casalingo stavano sedute comode in riga su tante seggiolino e oonversavan fitto fra loro con volti ilari, il rosario fra le mani. Cera, un'aria festiva, serena, la gente non aveva più rimpatriente eccitazione degli altri: giorni, non si aspettava fa, nomina del Papa per oggi, si preparava a, fare:di questa attésa pomeridiana .una consuetudine. , < Rimettiamoci do ve eravam.o ieri, e U postò migliore », ai dicevano Tufi Poltro, . persone òhe. venivano avanti senza furia. Alcuni far cevano da ciceroni eloquenti a stranieri dall'aria smarrita, insegnavano dove dovevano guardare, indicavano: il fu-? maioletto di latta da cui sarebbe uscita, la fumata. 'Disse una donnetta linda ad. altre due vecchiette .fatte sul suo stampo: <B che facciano presto a decidersi quelli là dentro e a mettersi d'accordo, se no danno un brutto esempio. Certe negrette disposte intorno all'obelisco, con vesti gialle e violette, rosse e. verdi, risuscitavano ti. ricordo di immagi ni colorato delle missioni vedute da bambino. Numerosissimi preti e, frati in crocchio o soli; quelli in crocchio facevano previsioni in dieci lingue, quelli solitari pregavano fervorosamente con gli occhi a terra. Venne avanti, accompagnata da un solenne signore in giubba nera e calzoni a righe, ■una signora fresca, di pàrrucohiere con. un vestito Direttorio, secondo i precetti dell'ultimissima moda; un po' a disagio, mi è parsa, in meato alla folla da sobborgo domenicale, ragazze a braccetto, soldati, marinai, servette, madri di famiglia con la prole attaccata alla gonna, artieri in tuta. Ci si preparava ad attendere ancora una buona mezz'ora, ci si - guardava intorno distratti quando corse ti irrido di. qualcuno, «/urna, /urna». Una leg¬ gera voluta grigia, poi nerastra, usciva dal tubo, un gentile vento di ponente se la portava via. Seguirono due p tre sbuffi bianchi, poi di nuovo nuvolette scure, di poco corpo, quasi' avessero faticato molto a salire i trentacinque metri dal basso, quanto è lungo il tubo. « Nera, anche stavolta ». < iVc piuttosto grigia», corresse qualcuno. Un napoletano perentorio, ripetendo senza avvedersene il ritornello di una canzone del dopoguerra, « è nera — disse — nira nlra comm'à che». /I fumo cessò 'subito. Vennero fuori ancora due o tre nuvolette bige, senea consistenza. Poi basta, La gente non si muoveva, non accennava ad andarsene- còme gli-altri giorni. Appena certa che. la fumata, era -ne-l gaiiva. Anzi diti fondo.e dai colonnato, settentrionale le correnti che si affrettavano sulla piazza erano- più dense che mai, II ' Me tizio ' era enorme, si "sentiva chiara la voce degli zampilli delle due grandi;fontane. . Non si capiva se fosse presentimento, o si attèndesse und seconda fumata più densa è più rassicurante, o ci si ricordasse lche. un giornate, del moti tino aveva avvertito che .non è tanto il colore della fumata che conta, ma la sua durata: fuma ta breve significa che ti. papa é eletto, perché si bruciano solo le schede e gli appunti. I pratici dei giorni precedenti dicevano che questa era stata una fumata brevissima al con' franto delle altre. Passarono cosi una decina di minuti; e la piazza traboccava ormai da ogni parte. Poi si levarono le grida di gruppi più vicini al sagrato; una finestra del palazzo dove hanno le, celle i Cardinali durante il Conclave si aperse, una persona si affacciò accennando prima col braccio, poi con un fazzoletto; una dozzina di suore dalle grandi cuffie bianche raccolte sul tetto del colonnato di destra cominciò ad agitarsi, si sporgevano sulla piazza, sventolando.fazzoletti e gridando; e subito ti grido diventò generale da un capo all'altro della piazza, «ti Papa è fatto, la gente cominciò a premere in avanti, tumultuosa, qua e là travolgente. Poi più nulla. Le finestre della basilica e dei palazzi vaticani apparivano buie, serrati ì finestroni- della grande loggia della facciata. Seguirono i minuti di incertezza. < Succede come domenica scorsa». < E' un falso allarme». Ma ecco i proiettori inondare di luce bianchissima la facciata della chiesa e inquadrare la finestra centrale ' della loggia;- o si videro passare verso la facciata del tempio i'pennacchi dei carabinieri; ■ e. cominciò a suonare una campana, poi un'altra, poi molte, un grande scampani» a gloria riempi ti cielo. Ormai non c'erano più dubbi, 'in grande brusio corse da un capo all'altro della piazza, su dal fondo della via.della Conciliazione chet appariva dall'alto del sagrato', un .compatto nereggiare di teste. L'attesa era ormai impaziènte; erario passati, cinquanta, minuti dalla fumata "e. ancate-nónyat-scor-, geva movimento alcuno dietro i finestroni della loggia. Qualcuno cominciò a bàttere le mani, come .'ai fa . a teatro quando il sipario tarda a-, levarsi Sono passate di-poco le sei quando si spalanca il. 'finestro ne" centrale1 della \ ■ loggia; ■. la folla tumnU.ua, ondeggia, si aspetta di veder comparire 'subito1 il riuovo Pap^^engóno avanti, invece, jtoque porporati in manto fosso o. violaceo, . uno con ' un 'gran ; libro; una persóna dal fondo gli allunga un microfono, e per tutta la piazza rimbombano battute'alla buona come d'un prologo: « State zitti», € Tocca a te a parlare», <Che veduta magnifica »; i evidentemente i porporati non sanno che duecentomila persone già li ascoltano. Poi l'uno di essi, il cardinal decano dei diàconi, con voce sulle prime incerta, impappinandosi ogni tanto, legge là formula: «Nuntio vobis gaudlum magnum, habemus Papam». 8i leva un battimano nutrito ohe ci' fa temere di perdere il nome dell'eletto; ma subito torna il silenzio enorme, spiccano limpide le parole, «... Eminentissimum ac Reverendlsslmum'Domlnum Càrdlr.alom Angelo Giuseppe... '», Una pausa. Qualcuno, ha già capito, ne sussurra il nome ai vicini, riprende la voce; «Roncalli (tona l'applauso più aito di primaJ qui albi nomen imposuit Johannem XXIII». 6JoI- smcf\'pti ripetono il nome, come persaggiarla, Giovanni ventitree-simo, Giovanni ventitré. Un e i a i o ; à i o - sacerdote altissimo, biondissimo, . con forte accento teutonico, corregge: « Giovanni vigesimoterzo ». La luce dei protettori si attenua, la finestra è richiusa; ma ora l'aspettazione, é' tranquilla, si sa che verrà la benedizione-dei nuovo eiettò. Suore, frati, seminaristi si sono ^ginocchiati e pregano fervorosamente. Un venditore ambulante fende la folla offrendo le buste con i francobolli della sede vacante, « Affrettatevi a comperare la serie, . la sede vacante è finita ». Con esatta regìa i- proiettori tornano a puntarsi ' sulla facciata, sulfflnestron,e di centro \che- vien*\.apertq di nuovo; si 'ala^no' ^i.tènde e si' aprono i 'VtM;àMcH,e deffe quattro"finestr'e' tófernli: appaiono ;■ stretti pnsie^sj. sènza., alcun . fra toro estraneojH cardinali.déttatCuria.' GuarQànp, senza, parola, senza \ "^tóviwentó ' l'immensa adunata;, bellissimi e solenni; niella lucè teatrale dei'riflettori i davanzali delle ^quattro fifóStrè,,seflibrano para-petti di sontuósi palchi di un teatro del Settecento; le mazzette, di porpora, gli zucchetti rossi, lo sfondo della loggia hanno i colori vivi e trepidi di un Canaletto, dt un. Guardi. Vengono alcuni Ir.scrviaUt vestiti ìli nero a stendere dalla balaustrata della finestra centrale un grande, tappeto, bianco con un riquadro scarlatto, e nel centro 'àncora lo stemma del Papa defunto. Vn grido attissimo- si.leva appena compare . nello sfondo della loggia la croce astile;, vengono avanti quattro porporati, si dispongono ai due lati; ed ecco compare nel mezzo, fta le alte ossequienti figure dei cardinali Tisserwnt e Micara, il nuovo Papa, con una "veste che non saprei descrivere^ ho l'impressione di ; un tessuto sfarzoso, di velluto scarlatto ricamato d'oro, di una croce d'oro. L'applauso è assordante, disteso a lungo su vastissimo spazio, ma più deve colpire l'eletto, se .abbia, la necessaria freddezza per distinguere particolari del grande spettacolo ■ uno sventolio di 'fazzoletti fitto, come nevicata, co me stormo, di infinito coloni he. Ed lina colómba, vera que riata, accecata dalle lame di -\luce, svolazza smarrita davanti nlal ftoiostrone. clpllc i , i Non distinguo di lontano,, cosi confuso fra ■ la gente, i lineamenti del -viso; ho l'impressione di una faccia pallida, di una fragile figura pallida e smarrita. Tanto più mi colpisce subito dopo a contrasto la sua voce quando legge da una grande pergamena, davanti a cui un accolito regge una candela, la formula della Benedizione. E' una 'voce virile .e piena, le parole latine aupnano ben martellate, colme di sonorità e di buon timbro è il canto con. cui pronunzia le ultime due. parole di ogni periodo, per tre volte, fino alle ultime, vitam aetirnam, a cui fa eoo clamoroso l'Amen dei centomila fedeli. • Ora sono tutti in ginocchio, scende sulla moltitudine la formula della Benedizione, «Benedictio Dei Omnipotentls, Patris et Filii et Spiritus Sancti, descendat super vos et maneat semper». 71 primo atto del nuovo Pontefice, il primo contatto con i fedeli inginocchiati sulla piazza, e in ascolto alla radio e alla-televisione in tutta la città e in tutto il mondo, è conchiuso. (Mi sono dimenticato di dire, in questa frettolosa cronaca, ohe al momento della ' oompàrsa del Papa alla balaustrata lo salutò dal basso il triplice'grido rituale, Vlvàt Vlvat Vlvat; e si levarono le note dell'Inno di Mameli,.della fanfara dei Carabinieri). Giovanni. XXIII risponde all'insistente chiamare del popolo levando più volte le due braccia in aitò;, e quando si volge per andarsene, il Suo saluto diventa un pa- , terno familiare gesto di ciao. Le finestre della loggia 'si chiudono, ma la facciata- del tempio continua ad ardere nella nebbia luminosa creata, dai riflettori; e di luce pulitissima Splende il timpano della Cappella Sistina con il. suo fumaiolo da quattro soldi. La folla comincia ad andarsene, come a malincuore. Vedo due donnette ohe si corrono incontro, si abbracciano piangendo, con espressioni di frenetica gioia, < Bencdeta, a mi me lo diseva el cuor, caro. Benedeto da Dio ». Due veneziane, che di tutto il fastoso avvenimento hanno capito una cosa sola, che han fatto Papa il loro Patriarca. Paolo Monelli

Persone citate: Angelo Giuseppe, Mameli, Papa Giovanni, Patriarca, Patris

Luoghi citati: Roma