Violento incidente alla Camera tra Pacciardl e i deputati comunisti di Enrico Altavilla

Violento incidente alla Camera tra Pacciardl e i deputati comunisti Durante la discussione del bilancio detta Difesa Violento incidente alla Camera tra Pacciardl e i deputati comunisti Von. Clocchiatti (pei) si rivolge in tono scortese al leader repubblicano e viene ripreso dal presidente Leone lina zaffa generale bloccata dall'intervento dei commessi - Segni precisa che "l'installazione in Italia dà missili i un adeguamento dei mezzi di difesa ai progressi della tecnica,, • Il bilancio della Marina mercantile (Nostro servizioparticolare). Roma, 23 ottobre. Dopo aver -brèvemente affrontato l'esame "Idèi;;bilancio degli Esteri, la Camera ha, approvato oggi i bilànci della Difesa e della Marina Mercantile durante una seduta tranquilla e monotona, che è stata Improvvisamente ' —' e nel momento più inatteso —. animata da un incidente- violentissimo frà> l'on. Pacoiardi e alcuni deputati comunisti. Era venuto in discussione un ordine del giorno per la riassunzione degli operai licenziati dagli stabilimenti militari; che il ministro Segni aveva respinto, quando il comunista Clocchiatti ha chiamato in causa l'on. Pacciardl, gridando: «Quel signore, quando era al banco del Governo come ministro della Difesa, osò definire spie i lavoratori licenziati >. La frase di Clocchiatti non provocava reazione da parte di Facciàrdi, nonostante un coro di parole beh poco cortesi che si levava dai banchi dell'estrema sinistra. Il più violento era 10 stesso Clocchiatti,'che continuava ad "apostrofare PacCiardi dicendo: « Perché non ci risponde quel signore > e s'attirava un primo ammonimento del presidente Leone che lo invitava ad essere più 'corretto. « On. Clocchiatti, si moderi diceva Leone. — Io pretendo 11 rispetto delle regole parlamentari. Liei deve dire: " l'on. Facciàrdi" o "l'ex-miniatro Pacdardi" e non "quel slghore">. Chiedeva allora, la parola Facciàrdi,- per-fatto personale; ma per qualche minuto non riusciva, a dare inizio al suo discorso, perché.le sue parole venivano coperte da continue ingiurie dà parte dei comunisti. Finalmente Pacciardl riusciva a ricordare che del licenziamento degli operai dagli stabilimenti militari già si discusse in Parlamento. « La loro cau' sa — egli ha detto — venne illustrata dall'on. DI Vittorio, 11 quale non aveva l'abitudine di sostituire le ingiurie agli argomenti e mostrava verso 1 suoi avversari politici una cortesiàj di cui le nuove leve comuniste non hanno probabilmente mal sentito parlare». Queste • parole provocavano nuovi clamori te] sinistra; e per un paio di minuti sono volate verso il banco di Pacciardl, che. replicava subito, alcune 'delle frasi - più sonore che siano state ascoltate a Montecitorio. Nel dialogo tentava d'inserirsi 11 presidente Leone; ma soltanto dopo qualche tempo, e a «tento, gli; riusciva di riportare una certa -calma nell'aula. Ne approfittava Pacciardl <per ricordare «he gli >«~i«i-«<i-«t»s vennero tfcehfehM _ stati assùnti con contratti' W termine che -non -vennero rinnovati e la decisione fu-prèsa dal «Comitato della scure» per diminuire le spese secondo le decisioni prese dal' Parlamento. E' vero che, dovendo fare una cernita degli operai al quali non dovevano essere rinnovati i contratti, vennero scelti gli uomini che non davano garanzie di onesta collaborazione, « ma è. anche vero -— ha aggiunto Pacciardl — che quando Di Vittorio" mi chiese di riassumere indiscriminatamente ■tutti gli operai, io gli dissi che non potevo farlo perché non volevo far tornare spie é provocatori negli stabilimenti mi lltari. Dobbiamo' dimenticare che a quei , tempi « l'Unità > spesso pubblicava modelli di armi che erano destinati a rimanere segreti? O che deputati comunisti poterono leggere in quésta stéssa aula delie circolari militari che doveva.no restar segrete? E da ohi se le procurarono?». Insorgeva allora il comunista Barontini, gridando: < Lei è un insolente»; e i suoi compagni di parte aggiungevano-. «Non è possibile sopportarlo più' a lungo... Dobbiamo' deciderci a farlo tacere... Perché non denunciò quégli operai se credeva ^che fossero delle spie? ». « Io li denunciai — replicava Pacciardl — ma non so che fine abbiano fatto quelle denunce. Né me ne preoccu po. Il compito di giudicare spetta, in un regime democratico, alla magistratura-e non ai ministri ». - Barontini Lei è' un gran bugiardo. Pacciardl —. Continuate pure,. Per me ogni vostra ingiuria è una medaglia d'onore. Continuate pure, ;« Amendola — Ci dica i nomi delle bpie. (ji Paòciardi'— Li comunicai a sub. tempo. ■' - Amendola — Lei mente, lei è uh bugiardo. Pacoiardi — Non mi fa paura on. - Amendola, venga pure avanti, se lei è grosso, io sono grosso quanto lei. Amendola ■— Traditore. Pacoiardi — Mascalzone. Lei ha cominciato col tradire suo padre. Continuerà tradendo tutti; Queste parole sembravano dover rappresentare 11 segnale d'una zuffa; e già molti deputati comunisti, abbandonati i loro banchi, stavano invadendo l'emiciclo per far risacca contro Facciàrdi, quando il presidente Leone dava ordine alle squadre dei robusti commessi di stendere - i cordoni di sbarramento e Riusciva in tal modo e. méttere fine all'incidente, mentre i comunisti abbandonavano l'aula e molti .democristiani andavano a congratularsi con Pacciardl. Riprendendo l'ordine cronologico diremo che in mattinata, con il presidente Pantani al banco del governo, è stato discusso il bilancio degli Esteri con un primo intervento del de Bettlol, il quale ha ricordato che l'Unione Sovietica continua a perseguire con la stessa tattica — minacce alternate a lusinghe — gli stessi obiettivi: e che, di conseguenza, i Paesi occidentali, avendo già fatto troppe pericolose concessioni, devono ore irrigidirsi di fronte a nuove richiesta sovietiche. Trattando poi dsdrspèncsinasvdmPcevdsCrmbpqlelcldttqspphafcvmromgietnnamsng«•tmstfglntcclpv j . a r s W del problema di Formosa, égli s'è lamentato, delle -incertézze della politica; degli anglo-americani che lnvitàjnOr.i ;dopiunisti cinesi ad insistere nella politica d'aggressione. ! Il missino De Marsanich .si è meravigliato perché 11 governo non è intervenuto per far cessare la campagna scandalistica mossa da alcuni giornali intorno alla morte del Papa e alla Immlente nomina del suo successore. < Voi avevate il dovére d'Intervenire — egli ha détto'—'perché'v*è stata diffamata la figura del defunto Pontefice e si è tentato di esercitare pressioni sul Conclave, e anche perché avevate II dovere ' morale di non restare Indifferenti, visto che la d.c. è stata appoggiata sempre dalla Chiesa ». Fanfani lo ha allora interrotto dicendo: « Con quest'ultima battuta lei guasta le altre belle parole, pronunciate in precedenza». E più tardi, quando il comunista Negarville. ha domandato - perché l'Italia non abbia accettato, l'accordo' culturale proposto' dall'Unione Sovietica, Fanfani ha detto: «In questi" giorni si è tenuto a Napoli il convegno Internazionale degli scrittori al quale era stato Invitato il russo Pasternak, premio Nobel per la letteratura. Ma non- è potuto intervenire, perché non ha ottenuto II passaporto». Negarville ha poi continuato augurando che 11 nuovo ponte fice si faccia promotore d'un compromesso con l'Unione Sovietica e con gli altri paesi del mondo orientale. Infine il liberale Biaggl ha segnalato che ormai anche piccole nazioni come la Cecoslovacchia e la Ju goslavia riescono a strapparci i mercati stranieri, perché gli esportatori dispongono da parte dello Stato dell'aiuto che i nostri industriali non ottengono o che è riservato alle sole aziende dell'Ir! Nel pomeriggio ha parlato il ministro Segni dicendo che gli stanziamenti per la difesa sono diminuiti è,- che- l'Italia :i giunta' a rùn~ 'pùnto cruciale. « Noi — "égli? ha affermato ~ •tróvìàmo-'mólte deficienze -nei mezzi affidati alla nostra difesa,' deficienze di armi moderne tf-di* Scorteper- tutte le armi grivl'ideficiènze.'di Imezzi per la difesa antiaerea, -che devono essére colmate »... « II-Ts*anàre quéste .deficienze necessario 'e. non- significa .olérsi.rifiutare.«d^una -politica di intese-e di accordi, the coruLucano ad un disarmo centi-oliato. E' ll-djsarropi laterale;.©, la debóJejBZftHi. parte, che favoriscono' le avventure^ ... che^ ,ngi . vogliamo apasaaiàttu^ atomica di altre nazioni europee, l'Italia aveva il dovere di accettare per la, comune difesa 1 missili, a medio raggio di azione, che non costituiscono una minaccia, ma che possono, costituendo un mezzo 'di ritorsione, scoraggiare l'uso di slmili armi contro di noi. La adozione di queste armi non modifica il carattere della Nato né la nostra posizione in essa, ma è ' un adeguamento del mezzi al progressi della tecnica ». Più tardi ha parlato il' ministro Spataro, confermando la crisi nel settore marittimo che -ha fatto mettere in disarmo navi per 850.000 tonnellate. Ma si ' sono avute anche nuove costruzioni, per 157.000 tonnellate, e la nostra flotta ha raggiunto 1 cinque milioni di tonnellate. Nel futuro si potrà pensare a un premiò di demolizione per Invogliare gli armatori a sbarazzarsi delle navi più vecchie; ma occorrerà abbinarlo all'obbligo di co struire navi nuove. C'è anche il pericolo che i cantieri restino privi di lavorò sufficiente quando avranno esaurito le commesse (ma l'anno scorso hanno consegnato navi per. 440.000 tonn., delie quali 81.000 per committenti stranièri). Occorrerà quindi seguire attentamente la situazione per evitare le conseguenze estreme di una eventuale crisi. . Al Senato, in aula pressoché deserta, è stata conclusa la discussione generale sui bilanci del commercio estero e dell'industria. Enrico Altavilla