Si getta sul corpo della sorella avvolta dalle fiamme della stufa
Si getta sul corpo della sorella avvolta dalle fiamme della stufa II dramma di due bambine rimaste soie in casa Si getta sul corpo della sorella avvolta dalle fiamme della stufa Uscita la madre, la figlia più grande aveva acceso il fuoco per difendersi dal freddo La più piccola si avvicina e s'incendia le vesti: è salva, ma coti gravi ustioni Ad Orbaseano, In una casetta di via Cittadella 16, al pianterreno, c'è uno squallido stanzone quasi privo di mobili e diviso in due ambienti da una tramezza di .legno. Vi abita da tempo la famiglia del manovale, Cirinnà di 31 anni, nativo di Pachino (Siracusa): padre, madre, Sebastiana Settembri, trentenne, e cinque figli: Matteo di 13 anni, Antonina di 10, Salvatore di 9, Rosaria di 6, Franco di nove mesi. Il Cirinnà non ha mai avuto un lavoro fisso. In agosto è emigrato in Francia e finalmente è riuscito ad occuparsi in una miniera di carbone nei pressi di Lilia. DI là ha scritto alla famiglia: «Vi aspetto: venite anche voi». La moglie ha subito iniziato le pratiche per ottenere ì passaporti. Le pratiche sono a buon punto, ma la partenza, ora, dovrà essere forzatamente rinviate. Il destino avverso s'è accanito sui Cirinnà e la piccola Rosaria è rimasta vittima di un'impressionante disgrazia. Giace in gravi condizioni all'ospedalino Koelliker di Torino: ha il torace, in particolar modo il petto straziato da profonde, dolorosissime ustioni di secondo e terzo grado. Il drammatico episodio è accaduto l'altro ieri, martedì, suonava mezzogiorno. La Cirinnà era uscita per andare da una sarta; si sarebbe fatta « tagliare > due o tre abitucci per i bambini; avrebbe pensato poi lei a cucirli e a con- fezionarli definitivamente. Mentre era sulla soglia Antonina le ave- va chiesto; «Mamma, posso oc- cendere la stufa? > « No, aspetta 11 mio ritorno » era stata la rlspo- sta. Nello stanzone erano rima- sti, con Antonina, Rosaria e, in culla, Franco che dormiva. Salva- i tore era fuori a giocare, con un gruppo di .coetanei (Matteo si tro va a Torino, in un collegio). La Cirinnà era uscita da pochi. De nuti che Antonina, nonostante la proibizione della madre, accende va la stufa («Avevo troppo Ired do... » dirà più tardi, fra le lacri me). Il fuoco, alimentato da assi celle ricavate da un tavolo fatto a pezzi, era molto vivo. Rosaria batteva le mani, felice: correva a prendere una mela e l'avvicinava alla stufa, con l'intenzione di arrostirla. Ma dallo sportello, mal chiuso, scaturiva con veemenza una lunga fiamma. Era la questione di un attimo. La vesticciola s'incendia va e la bimba si trasformava in una torcia umana.. Urla, gemiti, Antonina si precipitava in suo aiuto. Dapprima cercava di spegnere il fuoco con, le mani, riportando leggere scottature alle dita; poi afferrava una pentola piena di acqua e la-versava sulla sorella. Quasi contemporaneamente l'uscio si spalancava e appariva, spaventata e allarmata, una vicina: che provvedeva a spegnere del tutto le fiamme buttando su Rosaria una coperta. Qualcuno andava a chiamare la madre, altri trasportavano la bambina, semi-svenuta, all'ospedale San Giuseppe di Orbaseano. Qui il medico di turno dott. Fiora le prodigava le prime cure, poi, constatata la gravità del caso, s'interessava perché fosse trasportata d'urgenza al Koelliker. La madre e la sorella della piccola Rosaria Cirinnà
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