Uccise la giovane amante poi si sparò nel cimitero
Uccise la giovane amante poi si sparò nel cimitero In Assise il «guappo» del porto di Genova Uccise la giovane amante poi si sparò nel cimitero Compiuto il delitto, aveva cercato di entrare nell'obitorio per vedere la vittima - Respinto dal custode, tentò il suicidio Genova, 16 ottobre. E' cominciato questa mattina, dinanzi ai giudici della Corte d'Assise, il processo a carico di Raffaele Irono, di 33 anni, pregiudicato, da Napoli, che 11 12 novembre 1955 uccise, con tre rivoltellate, l'ex' amante,1 a ventlaeienne Lorenzina Rattazzo, detta <Pupa>, abitante in vico Trombettieri. L'omicidio di <Fupa> Rattazzo aveva destato profonda sensazione nell'angiporto; ponchi giorni prima del delitto l'Ir olio era venuto a lite con un altro amico della giovane donna, tale Francesco Speranza, detto < Franco l'ostricaro >, pure nativo di Napoli; i due uomini si erano azzuffati in un locale pubblico di via Gramsci e ad un certo momento ,« Franco l'ostricaro > aveva tratto di tasca un coltello ferendo al torace e al volto l'Irollo, che era stato ricoverato all'ospedale, mentre lo Speranza era finito in carcere . Dopo qualche giorno, l'Irollo era stato dimesso dal nosocomio e si era incontrato con Xiorénzina Rattazzo all'angolo fra via Pré e vico San Cristoforo; la donna aveva respinto decisamente il .« guappo » napoletano e questi, perso il con trollo di sé, aveva impugnato una rivoltèlla sparando contro la gióvane due colpi; uno del quali sicuramente mortale; <Pupa> era caduta a terra e l'assassino aveva infierito su di lei, sparandole una terza revolverate. Inseguito dalla polizia e dai carabinieri, Raffaele Irollo aveva trovato rifugio sulle alture della città: verso mezzanotte aveva cercato di entrare all'obitorio comunale per assicurarsi che la donna amata fosse veramente morta e vederne il cadavere, ma era stato respinto dal custode. ■ Dopo avere girovagato per ore ed ore l'Irollo, alle prime luci dell'alba del 13 novembre, era entrato al cimitero di. Stagliano e sulla tomba di Ines Rattazzo, sorella della sua vittima, al era sparato un colpo di rivoltella alla tempia destra, ma la pallottola non aveva leso organi vitali; il corpo inanimato del giovane veniva trovato da- alcuni custodi del cimitero, raccolto e trasporta¬ tdRsndic to all'ospedale. Dopo due mesi di degenza, l'assassino della Rattazzo poteva essere dimesso e trasferito alle carceri di Marassi. Nella prima udienza, terminata a mezzogiorno, il presidente Marsicano ha rievocato il fatto di sangue; l'imputato, con gli occhi nascosti da spesse lenti nere, ha ascoltato a capo chino. Domani l'Irollo sarà interrogato, poi cominceranno a sfilare ' 1 settanta e più testimoni citati dall'accusa e dalla difesa.
Luoghi citati: Genova, Napoli, San Cristoforo
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