Hanno inaridito le fonti del gioco

Hanno inaridito le fonti del gioco Un problema - difficile da risolvere Hanno inaridito le fonti del gioco Quando Zauli assunse la carica di Commissario straordinàrio della Federazione Italiana Qiuoco Calcio, la prima cosa che noi pensammo fu che il suo compito potesse essere comparato a quello di una impresa terribilmente ardua. Conoscevamo uomini e cose dell'ambiente — un ambiente che egli non conosceva che dall'esterno e dall'alto — ed eravamo curiosi di vedere se gli sarebbe riuscito di venire a capo di tanta difficoltà. Il Commissario cominciò, appunto perché i meandri del labirinto non li conosci.va, scegllenio come consiglieri cioè come compartecipi delle sue deliberazioni — gente che in parte aveva contribuito a creare la situazione che — per Quanto all'improvviso — il Coni aveva spietatamente ed irrimediabilmente condannata. E v'era da temere che, alla prir mx misura di. importanza .che egli av.sse preso, 'sarebbe scoppiato, un putiferio. . E' proprio quello che è avvenuto: Perché, è talmente intricata la rete degli interessi che anni di ignavia e di immobilismo d.i dirigenti avevano permesso che si sviluppasse, che era diventato praticamente impossibile {'uscirne con dei provvedimenti di puro carattere interno o locale. Si è voluto cominciare coi problemi dei giovani, dei juniores, dei dilettanti. Ora i gio vani, i < funiores » esistono in Italia, ma i dilettanti no. Si parla tanto di dilettantismo, da noi, ma i dilettanti sono , ancora da creare. Questo appunto come una delle tristi eredità del passato. Il Com■ missario ha voluto entrare nel vivo della questione, ed è uscito con un provvedimento che ha portato ad una reazione dura e violenta delle società grandi e piccine, con dimissioni, urti e screzi che conferiscono all'assieme il carattere di una' mezza rivoluzione. . Molto — fra le decisioni prese — ha carattere organizzativo. Molto, ma non tutto. Appunto fra questo « non tutto >, noi vogliamo scegliere l'aspetto delle deliberazioni che, più degli altri, si presenta come tecnico: quello del vincolo dei giuocatori giovani. Vuole il Commissario, cht questo vincolo abbia la durata di un an no, e' non più. Il provvedimento si b .sa, presumibilmente, sul principio morale che non si debbano né possano vincolare per la loro esistenza, dei minorenni al momento in cui entrano nell'ambiente e ricevono la prima tessera federale. La preoccupazione è giusta, ma se il rimedio — quel- 10 che si vuole applicare nella forma attuale — porto a seminare e ad incrementare la idea del professionismo nel cervello 'dei ragazzi, fin da prima che essi diventino dei giuocatori, allora crolla {'intero edificio che si vuole costruire. Perché, il primo a cercarlo un vincolo, è il piuocatorino, il quale ha interesse a cambiare di casa non appena incomincia a farsi un no ,me. E, coi tempi che corrono, nessuno ca'mbierà di casa per niente. Saranno gli inferme diari, saranno le società a far circolare il danaro sottomano; saranno i parenti stessi dei giovincelli a ' fomentare gli scambi, i parenti che vedranno nella possibilità di fare dei soldi a mezzo di un figlio, la occasione di salvare il bilancio familiare. Per salvare un principio morale, si aprirà un nuovo mercato del professionismo: un mercato veramente immorale, perché praticato au ragazzini imberbi. Ma i/è un altro lato della questione, da sottolineare. Nessuna,'società italiana avrà più interesse a dedicarsi ed a spendere per l'allevamento dei giovani, se al termine di ogni stagione il frutto del suo lavoro potrà prendere liberamenti il volo. Ed allora f Ragioniamo, Da una parte, 11 Commissario, se vorrà essere. ossequiente ai motivi per cui il Coni lo ha posto in carica — quelli che il Coni ates- temeiomopicl'acatuechaneplvetumli —d'Cogiitaderipicoi requcomcirategztpledptrqszvldzamlvspclahttlatppptoBcbCcngccnGVsclmnso ha proclamato in modo al- htisonante — dovrà porre un jtfreno agli acquisti di giuoco- dtori dall'estero ed al folle dispendio di grossi capitoli per i trasferimenti di elementi del tipo t merce già confezionata ». Sr, dall'altra, ora le società vengono poste nella impossibilità di allevare in casa giuocatori proprii e di ■attingere alle proprie risorse tecniche ini-me, come faranno esse a mettere in piedi una squadm che ne difenda il nome e che attiri il pubblico? Per anni, di tempo immemorabxle .si è dato, scritto e proclamato che il modo di uscire da tante dl//ieo!tà teeniche ed economiche, consiste¬ sgtvspcGscmtprmiva nel costringere i sodalizi ad attingere alle risorse locali ed'a sviluppare con pazienza elcoraggio gli elementi di cosa Come ai fa ora ad eseguire questo lavoro — che rappresenta in realtà una delle nostre vie di salvezza — se non appena un giuocatorinà promette, egli è libero, dopo sette od otto mesi, di andarsene per conto propria, perché l'attrazione del danaro — anche se non confessata — è 'irresistibile per luit II soffocare l'allevamento e, nello stesso tempo, {'impedire le importaeioni dal di fuori,' vuol dire la morte delle società grandi ' e piccine. Il soffocamento dell'allevamento dei vivai significa tagliare i viveri — i più naturali, i più nutrienti, i più economici dei viveri — a chi ha {{diritto di esistere per tenere in piedi il giuoco. Pare a noi che si sia completamente fuori strada. Provvedimenti come quelli di cui tutti parlano in guesto momento minano l'autorità di chi li prende. Precisamente come — il ohe fa sbarrare tanto d'occhi — la scelta di certi Commissari regionali o non regionali. L'edificio del Calcio italiano era ed è in condizioni deplorevoli. Ma non lo si può riparare a strati, a spizzico, a piani. Altrimenti, giunti al secondo piano, ci si accorge che i {avori non possono proseguire, senza tornare daccapo a quelli sottostanti. Era una ri" costruzione complèta, con idee, materiale e gente nuova, che ci si attendeva, non una riparazione a settori od un puntellamento a rate. Vittorio Pozzo

Persone citate: Vittorio Pozzo, Zauli

Luoghi citati: Italia