Mille tonnellate di pomodori sciupati nelle campagne di Albenga

Mille tonnellate di pomodori sciupati nelle campagne di Albenga Prezzi irrisori ai contadini; costante rincaro in citta Mille tonnellate di pomodori sciupati nelle campagne di Albenga // raccolto delle mele quest'anno è eccezionale: non vengono più esportate in Germania, i contadini le vendono a trenta lire il chilo e al dettaglio costano (per le qualità migliori) sino a 150-200 lire • Troppi intermediari e troppi negozi (Nostro servizio particolare) mAlbenga, 4 ottobre. Se 1 prodotti della terra fossero venduti a prezzi onesti 11 consumatore potrebbe raddoppiare gli acquisti di frutta e verdura con spesa quotidiana inferiore all'attuale. Ne deriverebbe un duplice vantaggio per la salute dello stesso consumatore "6 per l'agricoltura italiana, attualmente minacciata da una grave crisi nel settore ortofrutticolo. Purtroppo mentre in città 1 prezzi di frutta e verdura sono alle stelle, nelle campagne i prodotti più pregiati talvolta vengono vilipesi. Ecco un asemplo: 1 pomodori di migliore qualità, ebe si raccolgono nella plana di Albenga e nelle regioni toscane prossime a Viareggio, Fisa, Lucca, sono pagati al contadino 20-30 lire al chilo, ma nei negòzi costano 120 lire e più. Risultato: nel fiume Centa e nel torrenti vicini sono finiti 500.000 chili di pomodori, altri 600.000 sono stati abbandonati nelle campagne oppure impiegati come concime. Quest'anno la produzione di frutta e verdura è eccezionalmente abbondante: 11 raccolto di mele supererà i 16 milioni di quintali (contro 10 milioni dell'anno scorso) e: la disponibilità sul mercato nazionale sarà larghissima, essendo cessate le esportazioni in Germania. Le mele .costano all'origine 3 0. iirp al chilo, ma noi in c;'' *■ aghiamo (quando s! tra.. ella qualità migliore) 160-200 lire. Il raccolto delle arance in Sicilia supererà del 80% quello della stagione passata: già si prevede che le mi-, gliorl saranno pagate meno di 100 lire al chilo all'origine, ma' al minuto avranno ben altre quotazioni. Il disagio e l'ansietà per tale stato di cose si avvertono avvicinando gli agricoltori e, visitando i grandi mercati ortofrutticoli delle città settentrionali, consumatrici di frutta e verdura spedita da ogni parte d'Italia. Quasi il 60% della frutta e verdura venduta a Milano e a Genova arriva dal Mezzogiorno: il totale annuo è di i milioni di quintali a Milano, un milione e mezzo di quintali a Genova. - Milano' assorbe annualmente mezzo milione di quintali di frutta dell'Emula,. 300.000 quintali di mele e pere del Trentino. Genova riceve dal Piemonte 210.000 quintali di ortaggi e frutta, benché" la Liguria stessa ne fornisca alla città quasi 250.000. ' La crisi è grave anche nelle regioni più ricche,. come l'Albenganese, che danno" produzione limitata ma ricercatissima per qualità. Albenga spedisce ogni giorno a Milano e Torino 260 quintali di frutta e verdura pregiate; spedisce con aerei speciali primizie e rarità a Stoccolma e a Copenaghen. Un tempo 1 suol contadini potevano contare su una ricchezza sicura; oggi molti pensano di ■ abbandonare. le coltivazioni, le serre, gli impianti costosi. Ovunque si sente dire: <I produttori agricoli dovrebbero portare direttamente sul mercato la maggiore quantità di . prodótti possibile». E' l'opinione espressa ieri da Scalfari sulla Stampa; e anche Ferdinando di Fcnizlo scriveva giorni or sono: < Per. quale motivo gli agricoltori non' organizzano, eventualmente bu base consortile, propri spacci in punti strategici cittadini, per la'vendita, del loro prodotti? >. Abbiamo ripetuto questa domanda agli agricoltori, • nel corso di una. rapida Inchiesta in diverse zone, trovando purtroppo quasi ovunque scetticismo, diffidenza, apatia. ' Il presidente di un Consorzio ortofrutticolo ci ha detto: <Cooperative per' la vendita diretta? Stipendi, spese generali, burocrazia. Abbiamo fatto esperienze del genere e non vogliamo ripeterle. Meglio 1 grossisti ». E' necessario riassumere brevemente la ' strada che I prodotti ortofrutticoli compiono dai campi al. negozi. Il contadino porta il raccolto, scelto e Imballato a sue spese, a' uri Centro che provvede alla spedizione sui mercati di Milano, Torino, Genova e di altre città, il quantitativo spedito non è razionalmente adeguato alla domanda, il contadino' non ha alcuna garanzia né sulla possibilità di vendere, né sul prezzo. Il grossista di città riceve e vende sui grandi mercati. Da} ' ricavato detrae le spese e la percentuale (dal 10 al 20%) e invia il netto al produttore; se non vende; addebita al prò-, duttore stesso le spese di trasporto, non correndo cosi alcun rischio. Il contadino pensa abitualmente che il grossista abbia venduto a 150 quando gli dice di avere realizzato 100; ma 11 contadino non sa controllare, oppure non ne ha il coraggio, temendo di perdere col grossista l'indispensabile appoggio In città. È' questo uno dei sistemi. Ce ne sono altri, come quello dei < raccoglitori >, personaggi che accaparrano la produzione, die tro modesti anticipi, a prezzi molto bassi. Grossisti e dettaglianti si accusano poi a' vicenda per lo squilibrio fra prezzi di - origine e prezzi di vendita. A Milano si contano 3000 venditori al minuto fra negozi e bancarelle; a Genova (dove la popolazione su pera di poco la metà di quella2tbgstbmdv milanese) se ne contano ben 2700: mille negozi, 800 venditori nel mercati coperti, 900 bancarelle. La inedia è di un < dettagliante > ogni 260 abitanti. Essi sono spesso solidali nel mantenere 1 prezzi più alti possibile vendendo quantità minime (non è azzardato parlare di una < mafia > più o meno velata e più o meno dura, ma-f egualmente efficace). Da un moviménto di pochi quintali giornalieri, il deltagllante ricava quanto basta all'affitto, alle tasse, alla copertura dei rischi (Invenduti, scarti), con l'aggiunta di utili che sembrano notevoli, a giudicare da tante rapide fortune. Naturalmente i < dettaglianti > si difendono, smentendo questi guadagni, invocando le alte tasse e via di seguito. Qui è necessario sottolineare ' che le' principali vittime della situazione, consumatori e contadini, restano alla- 'finestra, senza mostrare decisi movimenti di opinione. Molti aspettano provvediménti coeroltlvl, dimenticando che l'esperienza di tutti e la scelta degli ■ economisti insegnano a non attendersi troppo dai < calmieri > alle < grida >. Soltanto por tando direttamente 1 prodotti sui mercati si potrebbe ottenere una immediata diminuzione dei prezzi e un aumento delle vendite Ma c'è da temere che non vedremo mal l'arrivo in città di autocarri colmi di frutta e verdura da vendere alla garibaldina sulle piazze, Rotto Ir. protezione di cittadini esultanti. Non vedremo mai dimostrazioni di consumatori. Perché il contadino ha 1 timori e le perplessità che abbia¬ t mo detto. Perché troppi consumatori (quelli abbienti soprattutto) si annoiano a queste polemiche e accettano 1 prezzi come sono. Riporto un commento: <I negozianti? Beati loro, sciocco chi non fa altrettanto. Nella frase, oltre a motivi di più profonde riflessioni, troviamo anche la ragione del < caro-frutta-verdura >. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio, Scalfari