La crisi dei cattolici di sinistra in Francia di Sandro Volta

La crisi dei cattolici di sinistra in Francia QUATTORDICI ANNI DI VITA DIFFICILE PER UN GIORNALE NATO DALLA RESISTENZA La crisi dei cattolici di sinistra in Francia Contrasti per la direzione politica di Témoignage Chrétien, la rivista più volte attaccata da squadristi dell'estrema destra - Il battagliero redattore-capo Georges Suffert ha dato le dimissioni, ma resta come collaboratore (Dal nostro cor-rispondente) Parigi, 4 ottobre. Témoignage Chrétien cesserà di essere la testimonianza dell'anticonformismo che anima parte della Chiesa in Francia? Sorto dallo spirito della libertà che portò molti cattolici francesi ad unirsi alle forze laiche nella Resistenza contro l'occupazione tedésca e contro il collaborazionismo di VIchy, il settimanale ha avuto quattordici anni di vita difficile, soprattutto perché ha sempre rifiutato di mettersi al servizio del partito . politico confessionale. Le destre lo hanno combattuto con accanimento, specie quando ha preso coraggiosamente, posizione contro la tortura In ' Algeria. I colonialisti gli hanno fatto subire, numerosi sequestri, negli ultimi tempi; i giornalai che vendo¬ no Témoignage Chrétien sono stati aggrediti per la strada e centinaia di copie sono state stracciate e bruciate da gruppi di squadristi. Gli integralisti cattolici hanno più volte denunciato al Vaticano la pubblicazione, chiedendo che fosse soppressa. Tuttavia, l'Episcopato francese, si è sempre opposto a misure ' che avrebbero gravemente colpito il principio della libertà di stampa. Nel nuovo clima creato dall'insubordinazione algerina del 13 maggio, l'indipendenza di Témoignage Chrétien corre però pericoli mortali, tanto che Georges Suffert, ' redattore capo dimissionarlo del settimanale, espone in questi termini la situazione nel numero di questa settimana: «Nel- 1958, sotto la Francia del 'colonnelli di Algeria., Témoignage Chrétien è una cosa non co- mune, che provoca Io scandalo del benpensanti. Logicamente, avrebbe dovuto morire, spazzato via da una di quelle contraddizioni stupide che, dal 1968, formano' la trama della nostra vita nazionale. Che dico,-avrebbe dovuto morire? mi esprimo male: logicamente è, dal 13 maggio, l'espressione di uomini di seconda categoria, perché la Francia è precipitata quel giorno in un univèrso del tutto differente, in cui ' le parole non, hanno più lo stesso senso, In cui i ragionamenti logici spariscono sotto le affermazioni vocianti, in .cui il dialogo si trasforma in Imprecazione ». Ti settimanale non è morto; tuttavia il generale del Gesuiti ha Imposto 11 ritiro dei padri ChaiUet e Laurent, della Compagnia di Geeù, rispettivamente da membro del consiglio d'amministrazione e da consigliere ecclesiastico di Témoignage Chrétien, vietando loro di collaborarvi sotto qualsiasi forma: Nello stesso tempo il cardinale Pizzardo, segretario della Congregazione del Santo Uffizio, ha chiesto al Primate dell'Episcopato di Francia, cardinale Gerller, di proibire ia vendita del settimanale sulle porte delle chiese. La proibizione della vendita all'uscita, dalla Messa, e soprattutto la proibizione al comitati diocesani della stampa di diffondere la pubblicazione, sembrava un colpo fatale per Témoignage Chrétien, mentre invece è poi risultato che 1 comitati diocesani distribuivano soltanto 9 mila delle 76 mila copie vendute dalle normali edicole dei giornalai. Tuttavia, l'intervento di Roma non poteva non essere -Interpretato altro che come un avvertimento per far mutare la linea politica dei settimanale e lo stesso cardinale Gerller non mancò di far osservare che la sostituzione del redattore capo sarebbe stata opportuna. Georges Suffert si è dunque dimesso. L'assemblea generale degli azionisti di Témoignage Chrétien si è perciò riunita nei giorni scorsi e, pur «riaffermando 1 suoi sentimenti di intera fedeltà alla Chiesa e di rispettosa docilità alla gerarchia », ha « rifiutato oggi, come aveva rifiutato Ieri e come rifiuterà domani, di lasciare annettere il giornale da un partito o da un clan politico, qualunque esso sia». Ha poi confermato la fiducia nella di¬ rezione e ha deciso di «proseguire con ancor più vigore il combattimento che ha sempre condotto per la promozione del valori cristiani in una civiltà in via di rinnovamento. Per la difesa delle libertà fondamentali, per la giustizia sociale, per la decolonizzazione e per <a pace del mondo». Tuttavia, Georges Suffert. non sarà più redattore capo di Témoignage Chrétien. Lascerà la direzione del settimanale e rimarrà soltanto come colla' b oratore. Ciò prelude a un cambiamento nell'indirizzo politico del ' giornale?. E'' ancora troppo presto per poterlo affermare, ma è certo che le dimissioni di Georges Suffert sembrano, a taluni critici, contraddire il principio del' la «libertà del laici nella Chiesa», che era una delle tesi fondamentali sostenute finora da Témoignage Chrétien. Sandro Volta

Persone citate: Di Vita, Georges Suffert, Pizzardo

Luoghi citati: Algeria, Francia, Parigi, Roma