La lira moneta forte

La lira moneta forte La lira moneta forte L'Italia si presenta alla riunione annuale del Fondo monetario internazionale (che si terrà la prossima settimana a Nuova Delhi) in condizioni invidiabili. La nostra moneta è stabile. Anzi, giudicato il suo potere di acquisto dall'indice dei prezzi in grosso, è annoverata fra le più stabili del mondo. I rapporti di cambio con il dollaro-e il franco svizzero non coonestano alcun giudizio negativo. L'andamento della circolazione è normale per questa fase congiunturale. Le riserve auree poi, salite a circa 1800 milioni di dollari, pongono il nostro paese al sesto posto nella graduatoria riguardante la copertura della circolazione con oro e valuta pregiata. Com'è avvenuto tutto ciò? Per qual via si è giunti a codesti risultati? Sono essi verosimilmente duraturi, anche in diversa fase congiunturale? Per rispondere conviene rifarsi ad una analisi delle situazioni mensili del nostro Istituto di emissione;, raggruppando, però, le varie voci in modo da porre in luce ciò che accadde nei rapporti creditizi fra banca centrale e sistema economico, dapprima durante la fase di espansione del « secondo ciclo europeo » (che va dal giugno '56 all'agosto '57); poi, durante la fase di contrazione di quello stesso ciclo breve, fase che si inizia nel settembre del '57 e che, oggi, non può dirsi ancora conclusa. * * Converrà premettere che ogni banca centrale può essere raffigurata come un immenso serbatoio, cui il aistema economico si rivolge per soddisfare il suo desiderio "di strumenti monetàri. Ad intendere, però, la situazione monetaria italiana, non giova considerare in blocco tutte le relazioni fra Banca d'Italia e sistema ecpr nomico; bensì converrà ài stinguere i vari flussi creditizi che si dipartono dalla banca centrale e si rivolgono dapprima alle famiglie e .alle imprese, poi al Tesoro, infine al resto del mondo. In questo modo le mutazioni nei vari flussi creditizi pos sono anche essere riferite a determinati nessi causali; e la diamosi monetaria può convenientemente approfondirsi. Esaminiamo, dunque, il prospetto seguente, che unisce le variazioni nei. flussi monetari in uscita od in ehi trata, per la banca centrale: Subito ci si avvede che, durante la fase di ascesa del secondo ciclo europeo, Imprese e Famiglie hanno attinto mezzi monetari dal nostro Istituto di emissione (s'intende per il tramite d$l sistema bancario) per 55 miliardi, generalmente mediante risconto di portafoglio e richieste di anticipazioni. Nello stesso periodo di tempo l'esposizione creditizia della banca centrale verso il Tesoro si è accresciuta di una ventina di miliardi; .e quella della banca centrale verso il resto del mondo, per vaiuta consegnata al nostro ufficio cambi, è aumentato di 181 miliardi. La nostra bilancia dei pagamenti era allora in attivo; ma non per cifre rilevantissime. Quanto alla circolazione monetaria essa è aumentata in quattordici mesi di 163 miliardi: compensati i flussi in uscita da un ritorno di strumenti monetari per 94 miliardi. Ben diversi sono i rapporti del sistema economico con la banca centrale, in fase di recessione. Imprese e Famiglie non richiedono mezzi monetari in maggior copia. Altrettanto fa il Tesoro, che non attinge al credito della banca centrale per i suoi fabbisogni nepnure in fasi di recessione; il che è davvero sorprendente. Per contro, dopo il settembre '57, si ha un persistente afflusso di divise estere all'ufficio italiano dei cambi. Eco- nomizziamo sulle importo- zioni. Le nostre esportazioni si mantengono ad un livello relativamente elevato; turismo e rimesse degli emigrati recano nuovi cospicui fondi. Si è avuto persino, negli ultimi mesi, un apprezzabile afflusso di capitali stranieri. Il nostro istituto di emissione cede pertanto all'ufficio dei cambi le disponibilità per.acquisire quelle valute (471 miliardi). Le nostre riserve auree aumentano di conseguenza, come si è detto poc'anzi, mentre la circolazione si accresce a un tasso del tutto normale, perché il maggior credito concesso dalla banca centrale le ritorna sotto forma di depositi bancari, anche vincolati. * * Sulla scorta di queste analisi, si può confermare che la nostra solidissima situazione monetaria presente è il frutto di alcune circostanze parecchio diverse, ma tutte convergenti -nelle loro conseguenze. In primo luogo è frutto della nostra attività produttiva, che ci ha permesso di mantenere elevate le esportazioni, persino oltre il previsto; poi della recessione internazionale, che ci permette di economizzare (per ragioni di prezzi più bassi e di minori acquisti) sulle materie prime importate; infine della nostra stessa situazione interna, la quale, dominata da una pausa recessiva, fa rifluire all'istituto di emissione gran parte dei mezzi monetari che esso ha dovuto creare per l'acquisto di valuta estera. Quando (ci si augura presto) il nostro sistema economico riprenderà il passo spigliato sulla via dLun ra-| pido sviluppo, la situazione monetaria subirà qua! che inevitabile peggioramento. Una parte delle riserve auree sarà spesa per ricostruire le nostre scorte di materie prime. L'economia pretenderà maggiori crediti dalla banca centrale;.! rap porti di liquidità scenderai* no. Auguriamoci, tuttavia, che anche allora ciò accada senza scalfire per nulla la fiducia di cui gode oggi*, sul piano internazionale, il nostro paese. Codesta fiducia, come si è constatato, agisce in senso cumulativo. 'Mette, cioè, in moto fattori che valgono a rafforzarla. » Ferdinando di Fenìzio iiiNiiiiiiiiiiiiNMiiiiiiiimiiiiiHiiiimiiiiimiiii VARIAZIONI NELLA CIRCOLAZIONE DELLA BANCA D'ITALIA DURANTE IL SECONDO CICLO EUROPEO (miliardi di lire) Fate dl Fate dl asoeta rMMtione Plus.) monatarl ^ ^ ,„ agoslo '57 agoito '58 In USCITA vtnoi Improw b Famlglio +55,5 —14,9 II Tcsoro dello Statu +20,6 —4.4 II resto del morufo +181,2 +471,4 Totals +257,3 + 452,1 In ENTRATA +93,8 + 325 . Variaz. olroolailona +163,5 +127,1 (totale usclte mcno totale entrate)

Persone citate: Eco, Mette

Luoghi citati: Italia, Nuova Delhi