Scissione in Francia nei partito socialista

Scissione in Francia nei partito socialista Grave crisi aperta dal voto sul referendum Scissione in Francia nei partito socialista I deputati Deprenx, Verdier, Savary e Mayer si sono dimessi: il loro gesto sarà seguito da altri - Molle! riconfermato segretario della Sfio - La decisione di appoggiare il progetto di Costituzione approvata con 2786 voti contro 1176 al congresso del partito .Parigi, lunedì mattina. Il congresso nazionale straordinario del partito socialista ha concluso ieri sera i suoi lavori Issy-les-Moulineaux con \a. decisione, approvata coli 2786 mandati contro 1176 e 62 astensioni di votare « sì » al referendum del 28 settembre. Le mozioni sul voto finale erano state bloccate in due gruppi: da un lato quelle per il « sì », dall'altro quelle di Depreux e di Gazier per il « no ». Ha dunque vinto Guy Mollet, ma la conseguenza è grave: la scissione della SFIO. La minoranza ha infatti deciso di ripudiare il principio della disciplina di partito e, come era detto nella mozione firmata da 40 « minoritari » e letta sabato alla tribuna da Depreux, di < continuare pubblicamente la azione contro la Costituzione autoritaria ed il referendum in quanto ritiene che i testi costituzionali sottoposti al referendum costituiscono un gravissimo pericolo per la democrazia». Il successo di Mollet è stato del resto ancora ulteriormente attenuato dal voto di una mozione sull'Algeria, presentata dal ministro per il Sahara Max Lejeune, e adottata con 3370 voti contro 611 e 43 astensioni, nella quale si afferma che «tutte le riforme sono inoperanti se, nel rispetto della libertà repubblicana, non si restituisce il predominio ai poteri civili, mettendo particolarmente fine al cumulo delle funzioni militari e prefettoriali; se non sono ridotti alla impotenza gli « ultras » e tutte le fazioni; se i comitati di salute pubblica non sono disciolti ». La mozione sottolinea inoltre che « in questo modo l'integrazione non può essere accettata, non già perché siamo avversari della uguaglianza dei diritti fra esseri umani di raz¬ ze differenti — 11 che .sarebbe contrario al socialismo — ma perché vi sono ragioni per te mere che essa non corrispon da alla sincera volontà della popolazione, e neppure di coloro che se ne proclamano i paladini ». Infine la severa mozione conclude affermando che « è necessario ristabilire al più presto la pace, che si deve ricercare, con coloro che si batto no, una tregua temporanea e garanzie reciproche ». « Non potrà esservi altra soluzione al drammatico problema algerino al di fuori di quello politico, risultante da negoziati fra i rappresentanti qualificati della popolazione senza eccezione alcuna >, Questa presa di posizione del partito socialista, in favore di negoziati con < tutti 1 rappresentanti della popolazione algerina, non esclusi evidentemente i dirigenti del Fronte di liberazione nazionale » rischia di porre Mollet — rieletto segretario generale del partito — in una posizione particolarmente critica in seno al governo De Gaulle, nei quale è ministro di Stato. I prossimi giorni si prospettano particolarmente difficili sia per Guy Mollet che per il partito socialista, il quale nel congresso di Issy-les-Moulineaux ha dovuto affrontare senza risolverla la più grave crisi della sua storia. Alcuni membri della minoranza di sinistra hanno inviato già le loro dimissioni. Si tratta in particolare di Edouard Depreux, di Robert Verdier e Alain Savary, tutti e tre deputati, e di Daniel Mayer, ex-segretario generale della Sflo. Anche altri membri del partito hanno deciso di seguire questo esempio che renderanno pubblica la loro decisione soltanto dopo aver informato le loro federazioni

Persone citate: Alain Savary, Daniel Mayer, De Gaulle, Guy Mollet, Max Lejeune, Mollet, Robert Verdier, Savary

Luoghi citati: Algeria, Francia, Parigi