Il leone d'oro a "L'uomo del ricsciò" (Giappone)

Il leone d'oro a "L'uomo del ricsciò" (Giappone) Chiusura delia MRM Mastra dei cinema Il leone d'oro a "L'uomo del ricsciò" (Giappone) II secondo premio a «La sfida» (Italia) e a «Gli amanti» (Francia) - Migliore attore Alee Guinness, migliore attrice Sophie Loren - L'ultimo spettacolo, fuori concorso, con «Soledad» (Italia) di E. Gras e M. Craveri DAL NOSTRO INVIATO Venezia, lunedi mattina. Una consuetudine veramente opportuna, suggerita dall'esperienza, vuole che la sera della premiazione sia proiettato un film fuori concorso. L'ultimo spettacolo diventa così un po' una cornice, e un'altra consuetudine vuole che, per tale spettacolo, si attenui quel rigore di giudizi che aveva di volta in volta accolto i film in gara. Non veniamo meno, per carità, alle tradizioni; e, data anche l'ora tarda, limitiamoci a un rapido cenno sull'ultimo film apparso sulle schermo del Lido. Lo hanno composto Enrico Gras e Mario Craveri. Dire composto è la parola esatta. Si tratta, infatti, di un albo molto colorito, di un mosaico assai variegato. Già a tale formula apparteneva^ L'impero del sole, dovuto allo stesso binomio; e se del Gras, in proprio, si ricordano parecchi pregevoli e brevi documentari, del Craveri si ricordano quelli molto più ampi che si intitolano Magia verde e Continente perduto. Ora, con Soledad, hanno voluto affrontare una delle formule più difficili, quella del documentario romanzato. Unire, cioè, con il filo di un tenue racconto, tutt'altro che invadente, quante notazioni un paese possa offrire. Questa volta il paese è l'Andalusia, e il filo del racconto, che imbastisce le varie sequenze, è dato dalla coppia Manuel-Soledad. Si amano fin da bambini. Ma il padre di Soledad la costringe a sposare un uomo ricco; e Manuel tenta invano di dimenticarla andandosene di città in villaggio, povero venditore ambulante di pizzi e di mantiglie, fin quando la morte del marito permetterà alla giovanissima vedova di ricongiungersi al suo Manuel. La composizione del film mostra le sue origini, i suoi intenti e i suoi limiti. Non si tratta, qui, di un determinato ambiente che debba essere il quadro necessario e l'insostituibile sfondo a tutta una determinata vicenda, altrettanto necessaria e altrettanto insostituibile. E' la vicenda, invece, costretta a servire l'ambiente, e con il solo scopo di proporlo e di imporlo, in parecchi scorci e in alcuni episodi quasi a se stanti. Risulta allora assai facile vedere, come in trasparenza, una vera e propria pianta topografica del film. I crocicchi più importanti, e obbligati, sono segnati da alcune usanze del paese, possibilmente assai singolari, possibilmente inedite, e possibilmente molto andaluse. Si hanno allora: la ragazza che sposa un uomo di un altro villaggio, recandosi alla chiesa deve superare parecchi simbolici ostacoli, predisposti dai suoi amici, che le dicono così il loro dispiacere di doverla perdere; i falò nella notte di San Giovanni; il « giorno delle donne », per la festa di Santa Agneda, in quel giorno le donne sono sostituite dagli uomini nei lavori domestioij l'< encierco », ovvero una fiesta un po' sempliciotta; la serenata a cavallo; la veglia, quasi funebre, di nozze; la < romeria », un pellegrinaggio che dura sei giorni; e altro ancora. Ciascuno di questi episodi era ed è per il film come una tappa d'obbligo; e lo stesso si potrebbe dire della bella inquadratura per la bella inquadratura, che in sede di montaggio non ci si è sentiti di sacrificare. Si comprende, allora, come già si è detto, quanto il vero sacrificato risulti il racconto, che viene quindi ad avere ben scarse possibilità di respiro, e più che mai si rivela un pretesto per un albo, talvolta turistico, di scorci e di episodi. Alcuni hanno un'impronta documentaria, gli altri nemmeno pretendono di averla, si accontentano del colore per il colore, in un folklorismo molto sgargiante. Non per nulla ai è parecchio adoperato, e lo si vede, il « pueblo espanol », un campionario di tipiche costruzioni e di tipici ambienti spagnuoli, allestito in un parco di Barcellona per la esposizione del 19S9, e tuttora aperto ai visitatori. Il film è di comproduzione italo-iberica, modesti attori sono guidati da una regìa modesta, ricorderemo Fernando Fernan Cornea, German Colos, Pilar Cansino. Un applauso cordiale, prima di raggiungere i tavolini del solito ricevimentone di chiusura della Mostra. Anche questa è fatta. Ma, prima di archiviarla, bisognerà tracciarne il non meno solito consuntivo. Domani, dopo avere ripreso un po' di fiato. Mario Cromo film The black orchid (L'orchidea nera) Sophia Loren; Il Premio speciale della giuria ex-aequo a due giovani registi Louis Malie e Francesco Rosi, per le innegabili qualità di espressione cinematografi- Sopina Loren con la coppa, destinata alla migliore interprete femminile (Telefoto) Alee Guinness al quale è stato assegnato il premio per il migliore attore

Luoghi citati: Andalusia, Barcellona, Francia, Giappone, Italia, Venezia