Garessio ha offerto la cittadinanza ad un insigne cultore di storia patria di Giorgio Lunt
Garessio ha offerto la cittadinanza ad un insigne cultore di storia patria Garessio ha offerto la cittadinanza ad un insigne cultore di storia patria Il festeggiato è il prof. Baroli), di 84 aiuii - La lunga carriera dello studioso momegalese e le sue opere - «Non sono abituato a queste cose, non meritavo tanto» - Fisarmonicisti in gara a Casotto DAL NOSTRO INVIATO • Garessio lunedi mattina. Nei centri di villeggiatura è d'obbligò, In questo periodo, esaltare le maggiorate fisiche eleggendole «miss» oppure organizzare trattenimenti mondani, gare di bocce e di tennis. Garessio — che fra le stazioni climatiche piemontesi vanta una solida reputazione — ha voluto distinguersi con un'iniziativa che le- fa onore: ha offerto la cittadinanza a un cultore della storia patria e ha ospitato, per una semplice cerimonia, i membri della « Società di studi storici » della'provincia di Cuneo. Lo etudioso che è stato proclamato cittadino onorario Ieri mattina, nella sala consiliare del municipio di Garessio, è l'ottantaquattrenne prof. Giuseppe Barelli, nato a Ceva, ma residente a Mondovì, dove ha concluso la sua lunga carriera di insegnante. Le opere del prof. Barelli sono tante che lo stesso autore non sarebbe forse In grado di ricordarle tutte. La sua esistenza è trascorsa per oltre mezzo secolo fra le cattedre scolastiche e gli archivi e biblioteche. In un'epoca in cui buona parte degli italiani sognano là gloria (e i milioni) attraverso «Lascia o raddoppia » o il « Musichiere », commuove e conforta imbattersi in un uomo come il prof. Barelli, che consuma la vita nella ricerca di antichi inoartamenti e la ricostruzione di vicende remote di popoli e di casati, di città e di borghi. L/ultlma sua fatica — che gli è costata trent'annl di pazienti indagini — è n « Cartario della Certosa di Casotto». Casotto è una frazione di Pamparato, nel Monregalese. Nel 1172, tra i bo¬ schi della vallata che prende il nome del torrente Casotto, una comunità di frati certosini scelse la propria dimora, La « certosa » resistette con alterna fortuna fin verso il 1800, quando venne saccheggiata e distrutta dalle truppe francesi. Sulle sue rovine sorse, più tardi, un maestoso castello, che ricorda nello stile quello del Valentino. Lo acquistò il re Carlo Alberto, e il figlio suo, Vittorio Emanuele, lo adibì a residenza estiva per le battute di caccia. Il prof. Barelli per trentanni ha decifrato nell'Archivio di Stato di Torino e negli archivi di famiglie gentilizie o di parrocchie e comuni, le bolle papali, gli atti notarili, i documenti in pergamena che ricordano la Certosa e i destini delle popolazioni che attorno ad essa si erano raccolte in francescana povertà, perché la zona è « depressa » da secoli, pur essendo una delle più suggestive e ospitali. La Società di studi storici di Cuneo, col concorso della municipalità di Garessio e di altri enti, ha premiato la fatica del prof. Barelli con una medaglia d'oro. Quando ieri mattina — dopo un elevato discorso del sindaco di Garessio, prof. Leandro Ugo Barberis, — 11 presidente della Società prof. Italo Mario Sacco ha consegnato all'anziano studioso la medaglia, il festeggiato ha avuto un gesto più di rammarico che di gioia. « Io non sono abituato a queste cose, non meritavo tanto », ha mormorato infilando la medaglia nel taschino del panciotto, come un tempo si usava infilare i soldini di rame. Alle onoranze allo studioso hanno presenziato anche il sindaco di Pamparato, cav. Giaccone, il presidente dell'Ente provinciale del turismo aw. Andreis, e altre personalità della provincia. Telegrammi di glauso hanno inviato al prof, iarelli il Primo presidente della Corte di Cassazione, S. E. Eula, il prof. Cognasso, presidente della Deputazione di storia patria, la professoressa Gabrielli, sovrintendente ai monumenti e antichità del Piemonte, Il prefetto e numerose altre autorità. Nel pomeriggio sul piazzale del castello di Casotto si è svolta una festa per iniziativa della città di Garessio e dell'Azienda autonoma di soggiorno. Accolti dagli attuali proprietari, dott. Baidracco e signora, le autorità e gli invitati — affluiti a centinaia dai vari centri della zona — hanno assistito a una gara tra fisarmonicisti ed appassionati di armonica a bocca. La competizione era suddivisa in quattro categorie: solisti di età inferiore ai 15 anni, solisti oltre i 15 anni, complessi di fisarmoniche e di solisti o complessi di armonica. Nella prima ha vinto Giovanni Roberto, di San Secondo di Finerolo, seguito, a pari merito, dal garessino Remo Canavese e da Italo Massa di Borgo San Dalmazzo. Nella seconda il torinese Bruno Mura, seguito da Gianfranco Corrado di Garessio, da Franco Chiappa di Mondovì, e da Marilena Ramondetti, -nch'essa di Mondovì. Per i complessi la coppa Città di Garessio è stata assegnata al gruppo monregalese, e il Trofeo dell'Ente del Turismo di Cuneo, al complesso di Torino. Nel campo dell'armonica a bocca, successo del finanziere Roberto Vergoli di Garessio e del trio di Mondovì. Giorgio Lunt
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