Colpito da un sasso precipita per trenta metri in un burrone

Colpito da un sasso precipita per trenta metri in un burrone Piti giovana stipi** imi a mi gpaa San BommwMlo Colpito da un sasso precipita per trenta metri in un burrone Dopo il pauroso salto si arresta su una lingua di neve - Soccorso dai monaci dell'Ospizio - Con un'ambulanza a Torino: ricoverato in gravi condizioni all'ospedale - E' un impiegate Ma Stipsi Un giovane torinese di 19 anni, mentre compiva un'escursione su un monte presso il Colle del Gran San Bernardo, è stato investito da una pietra caduta dall'alto. Causa il forte colpo e lo stordimento, ha lasciato l'appiglio a cui si teneva afferrato ed è precipitato per una trentina di metri, finendo su un nevaio. Soccorso dal compagni, è stato portato al-1l'Ospizio del Gran San Bernardo da tre monaci; di là, con un'auto barella, è stato condotto dapprima all'ospedale di Aosta e quindi al Maria Vittoria di Torino, dove ora è ricoverato In gravi condizioni per la sospetta frattura della volta cranica ed un'incrinatura del parietale sinistro. ' Il giovane si chiama Gianfranco Medina, abita in via Benedetto Brln 1 ed è impiegato della Stipel. E' figlio unico ed e orfano del padre. Gli piace la montagna ed ogni volta che può va a fare escursioni evitando,' però, Imprese troppo difficili o pericolose. Appreso che un gruppo di dipendenti del Municipio aveva organizzato una gita al Gran San Bernardo aveva chiesto di parteciparvi; la comitiva, di un'ottantina di persone, lo aveva volentieri accolto. I gitanti erano partiti ieri mattina presto e verso mezzogiorno aveva raggiunto il Colle. Un gruppo di una decina di giovani e ragazze si staccava dal resto della comitiva e, varcato il confine, si sistemava su un prato dove consumava la colazione al sacco. Ne faceva parte II Medina. Un paio d'ore dopo essi decidevano di salire a piedi alla stazione terminale della seggiovia, sul Monte Chenalette. I giovani lungo il tragitto si dividevano per riunirsi sul Chenalette. Là subito veniva notata l'assenza di Gianfranco Medina. Dopo averlo atteso una decina di minuti cominciavano a preoccuparsi. « Forse sarà stato colto da malore » diceva uno (nessuno mai avrebbe supposto che, in una gita cosi semplice, potesse esaere rimasto vittima di un incidente). Due aggiungevano di averlo visto mentre si incamminava per un'altra direzione. « E' una scorciatoia — aveva detto il Medina; tmiiiiimmiiiiiiiimmiimuiiiiiimniiiiiiiiii! — arriverò prima di voi». Se guendo le.loro Indicazioni, ein¬ que giovani scendevano alla ricerca dello scomparso. Lo vedevano quasi subito: su un nevaio, al fondo di un dirupo, v'era una massa oscura che strisciava faticosamente: non poteva esservi dubbio che si trattasse del Medina. Raggiungerlo non era semplice; ma dopo una mezz'ora tre giovani vi riuscivano; gli altri due nel frattempo si erano diretti verso l'ospizio a chiedere aluto al monaci, II Medina,aveva 11 volto coperto di sangue, e gravi ferite alla nuca é ad ima tempia. Giungevano alfine tre monaci IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHIIMIIIIIIIIIII IIIHIIMIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIID con una barella. Vi deponevano sopra il Medina e lo trasportavano all'ospizio. Poco tempo dopo una autolettiga della Croce Rossa, avvertita . telefonicamente, portava l'Infortunato ad Aosta. Là il medico del pronto soccorso- lo visitava e sospettando una frattura del cranio consigliava il ricovero in un ospedale di Torino. A tarda sera il Medina riprendeva conoscenza enarrava brevemente come era accaduta la disgrazia. « Mi son trovato — ha detto — presso un dirupo. Ad un tratto una pietra è caduta dall'alto e mi ha colpito In testa. Ho perso conoscenza e sono caduto >. Gianfranco Medina, 19 anni

Persone citate: Gianfranco Medina

Luoghi citati: Aosta, Torino