Gaul, stremato dallo sforzo torna a valle su un'autoambulanza

Gaul, stremato dallo sforzo torna a valle su un'autoambulanza Così i corridori sono giunti ai traguardo Gaul, stremato dallo sforzo torna a valle su un'autoambulanza Nencini si dichiara disposto a (are da gregario a Favero Oggi Carpenlras-Gap con altre salite Dn uno dei nostri .inviati Mont Ventoux, lunedi mattina Afoni Ventoux, il deserto di pietra. Da Bédoin (metri S96) si comincia a salire con lieve pendenza tra il verde pallido dei vigneti, in una cornice di gente che ha scelto il ciclismo per passare il week end all'aria libera. Poi, man mano che la strada si impenna verso l'alto, in curve che si susseguono l'una all'altra, il paesaggio cambia: non più. vigneti ma radi boschetti di querce, poi ancora interminabili'distese di pini che accolgono sotto la loro larga ombra una marea di spettatori e cheproiettando un po' di frescura anche sulla strada, danno un po' di sollievo ai corridori che, ritti sui pedali, sfigurati dallo sforzo, salgono ,'aticosanente verso i 191B metri della vetta. Mentre la nostra macchina compie il non lungo tragitto di SI km. e mezzo, rir aliamo i diseredati della classifica, coloro a cui il Regolamento impone di partire per primi rei le tappe a cronometro. Incentriamo così l'ex vincitore del Tour Watkowìak, Barbosa, il nostro Pintarelli, Nascimbene e Bottecchia: tutti grondano sudore sotto il sole appena mitigato da una leggera brezza, tutti si riparano la nuca dai raggi cocenti con un fazzoletto fissato al cappello, alla moda della Legione straniera, oppure con una larga foglia di cavolo. Tutti hanno sul volto una smorfia di sofferenza: il Ventoux è terribile per i deboli. Poi il paesaggio cambia ancora, a poco più di 6 km. dalla vetta la vegetazione vera e propria finisce, resta qua e là qualche cespuglio d'erba, qualche pianta di ginepro abbarbicata chissà come fra i sassi, il sole picchia spietato sulla folla immensa che attende il passaggio dei corridori. Ultimo cambiamento di scena nei tre chilometri finali: non vi è più vegetazione di sorta che resista quassù, vi è solo una desolata pietraia senza fine. Confusi tra la folla entusiasta quanto indisciplinata, abbiamo vissuto questa giornata campale del Tour, ci siamo lanciati coraggiosamente all'arrembaggio ad ogni arrivo .di un corridore importante, siamo riusciti a passare in certe mischie in stile rugbistico, arrivando tra i primi nel crocchio dove i protagonisti più attesi, con il fiato ancora mozzo per la fatica, concedevano pochi pizzichi di intervista, poche impressioni sulla dura fatica sostenuta. Cominciamo dal fondo, cominciamo da quello che per noi era il corridore più importante, da Vito Favero, il quale dopo essere riuscito a difendere la maglia gialla fino ai piedi del Ventoux, ha dato l'anima, per conservarla anche ieri: « Sono stanco morto — ha detto Vex-leader della classifica che non aveva più neppure la forza di scendere dalla bicicletta. — E' una salita spaventosa, dura tanto nella ripida parte finale quanto nei falsopiani iniziati. Ho perduto troppo all'inizio per sperare di far meglio del mio avversario diretto, Geminiani. Non credo comunque di avere nulla- da rimproverarnìi. Sono ancora in buona posizione di classifica, spero di poter tornate di nuovo alla- ribalta ». Il commissario tecnico Alfredo Binda ha rapidamente e amorevolmente sottratto Favero alla troppo affettuosa ressa di giornalisti, di amici, di curiosi. Vito è l'unica carta che resta alla squadra italiana dopo la sconfitta definitiva di Nencini. Bisogna quindi tenerlo da conto. Gastone, dal canto suo, è apparso rasse¬ gnato alla sua annata negativa: € Che cosa vuoi che ti dica' Ho perso tempo nei confronti di tutti gli avversari più importanti, ma francamente non mi sentivo di fare di più. I miei disturbi di stomaco continuano, stamattina ho mangiato una bistecca e un po' di frutta cotta e mi è rimasto tutto qui. A questo si é aggiunta una tosse rabbiosa che mi impedisce di respirare con disinvoltura. Spero di migliorare nei prossimi giorni con l'aiuto del caldo, ma ormai il mio momento è passato. Non mi resta che fare il possibile per aiutare Favero e cercare almeno la soddisfazione morale di una vittoria di tappa ». «Vedi? — ha concluso Nencini — sia arrivando Gaul e se ne va subito perché non ha più fiato pur parlare. Quando si arriva provati, è segno jhe si fi andati veramente furie. Sta certo che io non avrei avuto tanto fiato per parlale se non fossi andato così piano ». Per la verità Gaul ha effettivamente lasciato la vetta del Ventoux senza concedere interviste, ma non è stato colpa sua. Il lussemburghese ha fatto il massimo sforzo possibile sotto il sole cocente ed è giunto al traguardo vittorioso, ma letteralmente disfatto dalla fatica, incapace di parlare, con gli occhi fuori della testa. Prova ne sia il fatto ' che il medico del Tour, dott. Dumas, ha ritenuto opportuno fare sdraiare il corridore nell'autoambulanza perché si riprendesse e farlo quindi trasportare in auto fino a valle. Gaul era prossimo a un collasso fisico, scendendo dal colle in bicicletta avrebbe anche potuto cadere. Federico Bahamontes si è ritenuto vincitore della tappa fino a quando non è arrivato Gaul: x Credevo proprio di avercela fatta — ha detto lo spagnolo. — Mi avevano informato che il record non uf- fidale della salita al Ventoux apparteneva a Jean Dotto con il tempo di 1 ora e 12'. Quando mi hanno comunicato che io ho impiegato 1 ora. 2' e 40" mi sono quasi convinto che neppure Gaul sarebbe riuscito a battermi. Il lussemburghese invece è riuscito, sia pure per poco, a fare meglio di me ». < Comunque ho fatto un buon passo avanti in classifica generale ed ho rafforzato la mia posizione al comando della graduatoria per il Premio della Montagna. Sulle Alpi avrò ancora qualcosa da dire, anche se è ormai praticamente impos--' sibile per me vincere il Tour». A Carpentras il Tour riparte oggi alle 11,1,0 per Gap. La tappa, il cui percorso è di 179 km., è una tappa di battaglia. Dopo 85 km. di lenta ascesa, vi è da affrontare la salita ol Col de P< rty, colle d< terza categoria, ulto 1S0S metri. Si di-cende flr.<. a "*5j metri e la iirada continua a saliscendi fino al km. lkh dove è prevista la scalata ad un altro colle di terza categoria, il Foreyssasse di 101,0 metri. Altra discesa, poi a circa 7. km. dal traguardo di Gap, l'ultima difficoltà della giornata, quella che potrà decidere la corsa: il Colle de la Sentinelle, seconda categoria, metri 980, separato da Gap soltanto da 7 km. di discesa con un dislivello di quasi trecento metri.

Luoghi citati: Vito Favero