Chiesti 6 anni per il Flogna ed uno per il generale Luchetti

Chiesti 6 anni per il Flogna ed uno per il generale Luchetti Requisitoria del P.M. al processo di Pinerolo Chiesti 6 anni per il Flognaed uno per il generale Luchetti Per gli altri imputati: 2 anni ai grossisti fratelli Tanzi, 16 mesi al maggiore Navale - Per gli impiegati di banca proposte pene da 3 anni e 4'mesi a 10 mesi - Dure critiche ai metodi seguiti da alcuni istituti di credito (Nostro servizio particolare) Pinerolo, 29 settembre. Al processò per il fallimento Flogna ha parlato oggi, mattino e pomeriggio, il P.M. dott. Benedirti Ha illustrato le singole figure dei 10 imputati chiedendo che la sentenza riconosca la loro, responsabilità ed ha avuto parole dure per alcuni dirigenti di banca, che non sono comparsi nella causa — in particolare per il rag. Bruera, direttore generale della Banca Torinese Balbis Guglielmone — criticando i metodi seguiti da alcune piccole banche o, almeno, da alcuni impiegati per procurarsi una clientela, in qualsiasi modo, e trarne un vantaggio personale. Il P. M. ha detto che il processo ha richiamato una grande curiosità > puntualizzando l'interesse su una figura che lancia perplessi ». Alludeva al generale dei carabinieri Domenico Luchetti, già presidente del Tribunale militare di Torino. «Avendo passato i miei anni d! ioga nell'ufficio del pubblico ministero — ha proseguito — ho imparato ad apprezzare e stimare per la rettitudine e l'onestà le persone che vestono la divisa del carabiniere, dal più modesto militare, all'ufficiale di grado più elevato ». Per questo si è domandato come il gen. Lughetti, < al termine di una carriera brillante con il petto coperto dalle decorazioni, abbia potuto mantenere amicizia ed intessere rapporti con un alto ufficiale che ha tralignato (il maggiore Roberto Navale, già appartenente al servizio controspionaggio sotto il fascismo e processato per l'uccisione in Francia dei fratelli Carlo e Nello Rosselli) e con un individuo quale il Polvere, dal passato penale eloquente, dimenticando il proprio dovere per dedicarsi ad attività che nulla hanno a che fare con la sua professione. « Durante, il dibattimento — ha aggiunto — ho sperato che le ombre sulla condotta del generale si diradassero. Purtroppo non è stato così. Hanno preso corpo di fatti provati ». Il generale ed il maggiore Navale indussero Pietro Flogna, sapendo che si trovava con l'acqua alla gola per sua stessa ammissione, a vendere sottocosto forti partite di gasolio e benzina ai fratelli Tanzi di Parma. Gli dissero che questa operazione gli avrebbe dato disponibilità di denaro contante ad un costo inferiore agli interessi usurari che era costretto a pagare per lo sconto degli assegni. Come mediatori siglarono il contratto che avrebbe dovuto far fede sulle condizioni pattuite. L'avv. Fiasconaro di parte civile, nella sua arringa di sabato, aveva sostenuto che la imputazione dei fratelli Tanzi, del maggiore e del generale dovesse essere mutata da «ricettazione fallimentare» a « concorso in bancarotta fraudolenta». Il P. M. invece ha mantenuto fermo per i quattro imputati l'accusa di ricettazione fallimentare, che può essere considerata un caso particolare di usura. «Non sono colpevoli di bancarotta fraudolenta — ha spiegato — perché mancava l'accordo criminoso di arrecare danno alla massa creditizia del fallimento ». Ai Tanzi interessava avere la merce al minor prezzo possibile, ai due ufficiali trarre ' un utile dalla mediazione. Poiché diversa è la partecipazione ai fatti dei singoli imputati, diversa è la pena proposta: per 1 fratelli Aurelio e Giorgio Tanzi ha chiesto 2 anni di reclusione; per il maggiore Navale 1 anno e 4 mesi; un anno per il generale Luchetti. Dalla requisitoria del P. M. è emersa nella sua luce la figura del primo imputato, Pietro Flogna: il contadino che vuol darsi al commercio, che si illude di essere più furbo degli industriali, dei dirigenti di banca, delle persone in divisa. Che desidera essere considerato un grande uomo. E diventa invece un « robot », manovrato da coloro che sono più scaltri di lui e ne approfittano per trarne guadagni illeciti. Il Flogna inizialmente voleva gestire un piccolo distributorio di benzina a Scaleughe ed aveva bisogno di un paio di milioni. Andò in banca, aperse un conto corrente. Gli dissero che poteva « andar fuori », perché intendevano aiutarlo. Quando « fu fuori » con uno scoperto rilevante, lo richiamarono intimandogli di « rientrare » subito, se non voleva essere denunciato. Ma non aveva soldi. Doveva arrangiarsi. Conobbe gli usurai ed incominciò il giro vorticoso che lo condusse, contadino ignorante e presuntuoso, a maneggiare miliardi con conti correnti di comodo, firmando centino.ia di assegni a vuoto. Li tecnica bancaria però gli fu insegnata dai bancari, perché di sua mente non poteva conoscere i misteri dell'aiuta) fuori e del rientrare, dei numeri rossi, della stanza di compensazione di cui ancora al processo ha parlato a sproposito. Gli si dichiararono amici i bancari, attuali imputati, lo alutarono c- ricevettero le bustarelle, i televisori, i polli, la benzina gratis, la « Bianchina » in regalo. (A proposito di | « Bianchina », la Società Gar- ! rone e C, concessionaria per j la provincia di Torino della casa Auto Bianchi, ci prega mPinelirchdim3 pe4 ra10DtolidbeudDliFBSg«zvstdmvil ppmgsdcmncschacctldcPlnrdppJfztigdasdsdi chiarire, in relazione a quan- ito ebbe a dichiarare un testi- jmone. che la Casa consegnò una vettura al signor Gualtie- p» De Pisis tramite il Flogna, ma che il Flogna, cui il De Pisis avrebbe pagato il prezzo intero, diede alla Casa un asegno a vuoto per 517 mila lire). Per il Flogna il P. M. ha chiesto la condanna a 6 anni di reclusione, 50 mila lire di multa; per 11 rag. Sergio Masi 3 anni 4 mesi 60 mila lire; per Piero Molino un anno e 4 mesi; per Giuseppe Annaratone e Michelangelo Carlod 10 mesi ciascuno. Infine per Domenico Abbamonti, imputato di Incauto acquisto, 30 mila lire di ammenda. Le pene indicate per i dieci imputati già beneficiano della riduzione di un terzo per la concessione delle attenuanti generiche. g. tr. Il commerciante fallito Pietro Flogna (a sinistra); il maggiore Navale (in secondo piano) e II gen. Luchetti 111 iiiiiiiiiiiiiiiiiììhìii iiimiiiiiiitmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiiiiiii mini in Due torinesi primi classificati nel torneo di bridge ad Acqui ; Acqui, 29 settembre, j La squadra del Bridge Club di Milano ha vinto la Coppa Città di Acqui Terme, nel Torneo nazionale che si è concluso la notte scorsa. Il primo posto nella classifica è stato in-, vece conquistato dalla coppia dei signori Capelli-Piazza di Torino. Hanno partecipato al-; la gara un centinaio di coppie! provenienti dai principali Brid-j ge Clubs d'Italia. Ecco la classifica: 1. CapelliPiazza (Torino); 2. Mollo-Ma-! rano (id.); 3. Bucianti-Astolfij (Milano.) Tra le signore, la prima coppia è risultata quella formata da Oddone-Ferrari di Alessandria. imiimmiimimmi immmiiiimmiimi