Il cane abbaia di notte e il padrone è condannato

Il cane abbaia di notte e il padrone è condannato Il cane abbaia di notte e il padrone è condannato Un albergatore aveva presentato denuncia per rumori molesti - Il processo s'è svolto in pretura Roma, 29 settembre. Nel caso in cui un cane abbai oltre i limiti della normalità ed in continuazione in modo da disturbare il sonno dei vicini, il proprietario ne deve rispondere penalmente. Cosi ha deciso il pretore e chi ha fatto le spese di questa decisione è stato 11 geometra Jago Brini che oggi è uscito dalla disavventura giudiziaria in cui lo aveva cacciato il proprio cane con una condanna a 10 mila lire di ammenda. Una condanna lieve, quasi insignificante, ma pur sempre una condanna e soprattutto l'affermazione di un principio giuridico di un certo rilievo. Fu nell'inverno scorso che cominciò la vicenda. Goffredo Ciocchetti, costruttore edile e proprietario di un noto albergo, prese a lamentarsi che un cane lupo di guardia in un cantiere, vicino a casa sua, non lo lasciava dormire con i suol latrati. Cercò di avvertire il titolare dell'impresa perché impedisse all'animale di abbaiare, inviò delle diffide: ma tutto fu inutile. Alla fine Goffredo Ciocchetti si decise. Trovò che esisteva un articolo del Codice penale fatto proprio al caso (secondo l'art. 659 del Codice penale « Chiun que, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto sino a 3 mesi o con la ammenda sino a 240 mila lire ») e incaricò l'avv. Eugenio De Simone di" presentare una querela contro il proprietario del cane. L'obbiettivo inizialmente risultò sbagliato perché il primo ad essere querelato, l'ing. Carlo Cidonio, non poteva aver alcuna responsabilità in quel che era accaduto in via Mercati per colpa del cane. Infatti l'ing. Cidonio era soltanto il proprietario del terreno, ma non del cantiere e quindi del cane, che era del geometra Jago Brini. E contro costui si iniziò procedimento penale. Invano il geometra ha cer cato di difendersi sostenendo che il suo cane non aveva po tuto disturbare il sonno del comm. Ciocchetti. Il costruttore, prima di affrontare la battaglia (e di vera battaglia si è trattato tanto che ieri mattina in pretura un testimone, un operaio del cantiere, ha corso przz persino il rischio di essere arrestato per falsa testimonianza) aveva proso le sue precauzioni e s'era premunito di testimoni (un ufficiale dei carabinieri ed un giornalista) attraverso i quali fornire la coferma che ad abbaiare in via Mercati era stato soltanto il cane lupo del geometra Jago Brini Ed inutilmente il difesore del geometra, aw. Ferdinando Giovannini, ha cercato di sostenere che la legge parla di «strepiti» di animali e che negli strepiti non possono essere compresi i normali latrati di un cane. Il pretore dott. Dettori gli ha dato torto e ha condannato Jago Brini a 10 mila lire di multa e a risarcire il danno (la richiesta dell'aw. Eugenio De Simone era stata quella di una simbolica lire') al comm. Goffredo Ciocchetti soddisfatto di essere riuscito a riconquistare la pace del suoi sonni.

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