Il «Museo di Milano» è pronto Solenne inaugurazione il 2 ottobre

Il «Museo di Milano» è pronto Solenne inaugurazione il 2 ottobre Il «Museo di Milano» è pronto Solenne inaugurazione il 2 ottobre E' come un vasto «album di famiglia» dei milanesi: presenta la storia minore della città negli aitimi tre secoli - La bella sede nel Castello Sforzesco (Nostro servizio particolare) Milano, 29 settembre. Il Capo dello Stato inaugurerà il 2 ottobre prossimo il nuovo « Museo di Milano ». La parola « museo » è forse un po' troppo impegnativa, se la si usa a significare qui quello che generalmente s'intende per un museo: una raccolta cioè di insigni opere d'arte. Risulterebbe però altrettanto impropria se la si accoppiasse con l'aggettivo « piccolo », perché s'anche si tratta in realtà d'una sede modesta, il suo contenuto ha un'ampiezza di visuale e di respiro da abbracciare vari seco'!. Il « Museo di Milano » non ha la solennità delle glorie ormai defunte, è invece pieno di vita. Si sa che Milano è una città che non ha leggende, e quindi manca di poesia, non ha un destino dl grazia amorosa e galante come Venezia, né la solennità maestosa di Roma. Ma i milanesi hanno sempre avuto, in mezzo alla loro rudezza un po' scontrosa, il culto delle memorie, anche se pare talvolta distratto, e l'hanno sempre espresso con una modestia tutta propria alla loro indole pratica e realizzatrice. Con maggior proprietà questo Museo si potrebbe chiamare «Museo dei milanesi», cioè 'della cara loro gente di ieri, perché tutto ciò che essoj raduna è atto a suscitare nel 'visitatore, quasi intenerendolo, Ipensieri e immaginazioni, atti a intendere l'unità corrente e versatile della città. Qualcosa di slmile se fatto a Venezia j col Museo Correr, a Napoli col San Martino, a Parigi col Carnevalet. Siffatti ambienti diventano come un album di famiglia d'una città, ne raccontano la storia minore e raccolgono tutto ciò che ha avuto un significato, che ha costituito un'epoca, che ha segnato le mutevoli condizioni civili, i gusti, le mode, le aspirazioni, i bisogni morali ed estetica dei tempi. Questo museo non è nato di getto, ma risponde ad una esigenza sentita da lunga data fin dal tempo della prima sistemazione museografica delle sale del Castello Sforzesco dove esisteva una sala « Mi lano » e vi erano raccolte collezioni varie del costume. Le successive donazioni al Comti ne di raccolte private obbliga vano di presentare il ricchissimo materiale accasato, diremo così, in condominio in altri musei, non in una sede propria. Fu il generoso legato alla città della contessa Lidya Morando-Bolognini, morta nel 1945, del suo delizioso e romito palazzetto in via Sant'Andrea, nel cuore della più vecchia" Milano, ohe spronò il Comune alla felice attuazione d'oggi, della quale va dato molto merito all'assessore alla Educazione dott. Montagna, mentre venne affidata all'esperta competenza del prof. Paolo Arrigoni. direttole delle Civi- '.che Raccolte, la scelta e la Idisposizione del materiale Compito delicato era quello di adattare lo stabile, alterato nella sua primitiva fisonomia settecentesca dal rifacimenti per i vari usi, al nuovo ufficio, e vi pensò con geniali accorgimenti l'architetto Nichelli. Preziosi elementi di puro stile secentesco e settecentesco, soffitti dell'epoca, affreschi deliziosi tornarono ad avere la loro luce e il loro respiro, sì che l'edificio è già da solo una rara e suggestiva ricostruzione del tempo e della vita milanese di tre secoli. Difficile e arido un elenco: stampe dei secoli XVII e XVIII, panorami antichissimi della città, vedute di avveni-j menti storici, documentazioni di feste, incisioni originali di' insigni artisti, già inserite nel- j le opere dei maggiori storici, | preziosi ricordi iconografici dei periodo napoleonico pressoché inediti, novità e stupore accompagnano il visitatore e gli rivelano grandi e piccole curiosità, che arrivano, delizia ! dei raccoglitori, alle chiavi che I Carlo Porta usava come casslere del Monte di Pietà, fino I alla scrivania di Maria Gae-1 tana Agnesi, e, per il diletto di J quanti amano il genere figu-; rativo, ai disegni di vita mi- j lanese di Achille Beltrame e i alla introvabile e gioconda serie delle caricature di Aldo Mazza, il personalissimo illustratore del Guerln Meschino. Un museo che accrescerà certo con lasciti il suo valore, j e che è e sarà una fonte sem- j pre più copiosa di vera cultura, autentica espressione del ! carattere e delle aspirazioni di quanti ci precedettero nel-1 la formazione spirituale della città. Giovanni Cenzato

Persone citate: Achille Beltrame, Agnesi, Aldo Mazza, Carlo Porta, Civi, Giovanni Cenzato, Maria Gae, Paolo Arrigoni