Gli esperti tedeschi negano il rapporto tra gli scoppi atomici ed il maltempo di Massimo Conti

Gli esperti tedeschi negano il rapporto tra gli scoppi atomici ed il maltempo Smentita una diffusa certezza dell'opinione pubblica Gli esperti tedeschi negano il rapporto tra gli scoppi atomici ed il maltempo Nel 1913 molti pensavano chele irregolarità atmosferiche fossero dovute ai dirigibili; nel 1914 alle cannonate; nel 1923 al diffondersi della radio - In realtà ci vorrebbero mille bombe nucleari al minuto per provocare una tempesta di notevole violenza (Dal •nostro corrispondente) Bonn, 19 settembre. E' proprio vero — come ha dichiarato giorni fa a Londra lo scienziato canadese William Parker — che le esplosioni atomiche turbano l'atmosfera e sovvertono il corso delle stagioni, provocando cataclismi e sconvolgimenti meteorologici? Per molta gente l'influenza delle bombe nucleari sulle bizzarrie del tempo è un fatto « pacifico » ormai, dopo tutte le prove che se ne sono avute negli ultimi anni e anche in questa stagione estiva: alluvioni, nubifragi, sbalzi di temperatura, freddi improvvisi ed altre sorprese del genere. L'opinione che le atomiche guastino il tempo è assai aiffusa in quasi tutti i Paesi, come ha potuto accertare l'Istituto Doxa. In Germania, su cento persone interrogate, 51 hanno espresso la convinzione che a scombussolare le stagioni siano proprio gli scoppi nucleari; in Giappone i sostenitori di questa ipotesi sono stati il 55 per cento, 59 in Francia, 62 in Austria e 64, infine, in Italia. In Gran Bretagna e nei Paesi scandinavi, invece, l'opinione ha meno sostenitori (in Danimarca, appena il 24%) : af maltempo i popoli del Nord ci sono avvezzi da secoli, e sarebbe veramente strano se anche essi cominciassero ora a prendersela con le atomiche. Le quali, per la verità, non c'entrano affatto. Che i perturbamenti atmosferici siano provocati dalle invenzioni umane, è un'ubbia vecchia almeno di cinquanta anni. Il primo episodio lo troviamo nelle cronache del 1913, quando in seguito a un'ondata di maltempo si propagò in Germania la voce che a sconvolgere l'atmosfera fossero i dirigibili Zeppelin, di nuova costruzione. Ad un anno e mezzo di distanza, fra il 1914 • e il 1915, cominciò a circolare in Germania e in altri Paesi di Europa un'altra diceria. I mesi d'inverno erano stati piuttosto miti nella più gran parte del Continente, e la gente, a poco a poco, si convinse che qualcosa non funzionasse a dovere nel meccanismo naturale delle stagioni, tanto più che l'estate seguente fu piuttosto fresca. La ragione di quei fenomeni, si disse (e cosi scrissero anche i giornali tedeschi, seppure con la dovuta prudenza), era probabilmente il gran consumo di esplosivi che si faceva, allora sui fronti della guerra. L'idea che l'uomo, con i suoi ordigni e le sue scoperte, turbasse l'armonia della natura stava ormai mettendo le radici. Ogni evento meteorologico era guardato con sospetto: un temporale fuori stagione o una primavera che arrivasse con un certo anticipo bastavano a fomentare strane inquietudini. Così, quando nell'estate del 1923 si scatenarono sulla Ger- mania un paio di nubifiagi che non erano stati anticipati dal mt^eorologi, subito si parlò di sconvolgimenti ■eccezionali e, dicevano, senza precedènti. La ricerca delle cause che avevano provocato quelle abbondanti precipitazioni dava origine a una polemica, che coinvolse anche studiosi seri: ci si chiedeva se a guastare il tempo fossero le onde radiofoniche emesse con sempre maggiore frequenza e intensità dalle prime stazioni tedesche. Fra dieci o venti anni sorrideremo al ricordo delle bombe atomiche che guastavano il tempo, come oggi sorridiamo al pensiero delle onde radio che avrebbero turbato allora il corso delle stagioni. Ce lo assicurano degli scienziati tedeschi, fisici e meteorologici, che si sono occupati del problema. Le bombe atomiche possono dare molti guai alla umanità, anche se esplodono a scopi sperimentali: i prodotti della disintegrazione nucleare possono avvelenare la atmosfera, le acque, i terreni, le piante e anche gli esseri umani. Ma non sembra che provochino il maltempo. Con ciò non è detto che l'ipotetico rapporto stabilito fra bombe atomiche e nubifragi sia cervellotico, per esempio, come quello intravisto per il tiepido inverno del 1914 e le granate della prima guerra mondiale. Un fondo scientifico c'è, nella ipotesi. Lo scoppio nucleare ha molte analogie con 1 fenomeni che si producono nella grande fornace del sole; anzi, si potrebbe dire che le nostre deflagrazioni atomiche sono piccole imitazioni dell'attività solare. Ma, secondo gli studiosi tedeschi, sono un'imitazione troppo modesta dei fenomeni solari. E' da escludersi, quindi, cb.3 esse influiscano sulle condizioni atmosferiche. Per meglio chiarire questi principi ai profani, gli scienziati hanno poi spiegato che volendo produrre, per esempio, la quantità dì-energia solare che investe ogni giorno il nostro pianeta, bisognerebbe far esplodere almeno 160 milioni di bombe atomiche di discreta potenza; e che almeno 15.000 ordigni del genere sarebbero necessari per determinare in qualche punto della superficie terrestre una cosiddetta < zona di depressione ». Infine, se si volesse scatenare un uragano rispettabile, bisognerebbe far scoppiare, per un certo periodo di tempo, mille bombe nucleari al minuto. Che cosa rappresentano, dunque, quei piccoli scoppi atomici che punteggiano di tanto in tanto la crosta del nostro globo, rispetto alla grandiosità dei fenomeni della natura? Tutte le. ipotesi scientificamente discutibili sono state esaminate dagli esperti tede schi per trovare un nesso di causalità fra bombe atomiche e condizioni meteorologiche: anche quello secondo cui il pulviscolo nucleare, vagando nell'atmosfera, forma una specie di schermo contro la luce del sole, determinando abbassamenti di temperatura. Però, pure nell'ultimo caso, le conclusioni dell'indagine sono state negative. La prova più convincente addotta dagli studiosi è la spaventosa eruzione del vulcano Krakatou, che nel 1883 fece saltare in aria oltre la metà delle isole omonime tra Sumatra e Giava. Si è calcolato ora che l'energia liberata dalla eruzione fu pari a quella di 10.000 bombe atomiche; la spessa cortina, levatasi sulle isole Krakatou, salì fino a 40 chilometri di altezza, stendendo fra la troposfera e la terra uno scuro velo che per quasi tre anni attenuò l'intensità della luce solare. Ebbene: durante quel periodo, nonostante lo schermo di pulviscolo, si registrarono abbassamenti di temperatura insignificanti: 0,3 gradi nella media. E' certo, inoltre, che il tempo sia diventato bizzarro da quando hanno inventato le atomiche? Gli esperti tedeschi di meteorologia sostengono che il tempo ha sempre avuto le sue anomalie, anche peggiori di quelle osservate nell'ultimo decennio. Sembra, addirittura, che queste anomalie meteorologiche si ripetano con una determinata frequenza: negli ultimi due secoli, per esempio, si sono avuti sei periodi, di quattro e sei anni consecutivi ciascuno, con estati molto umide e fredde. Il primo periodo è compreso fra il 1784 e il 1787. Rassicuriamoci, quindi. Le bombe atomiche possono arrecare molti dami? anche alla nostra salute, ma il tempo di certo non lo guastano. Le invenzioni umane non sono ancora abbastanza potenti per sovvertire l'ordine naturale. Massimo Conti

Persone citate: William Parker