Tunisia e Marocco riconoscono il «governo » dei ribelli algerini costituito al Cairo di Sandro Volta

Tunisia e Marocco riconoscono il «governo » dei ribelli algerini costituito al Cairo il Parigi non si eselude la fattura dei rapporti éon Burghiba e Maometto V Tunisia e Marocco riconoscono il «governo » dei ribelli algerini costituito al Cairo Anche Libia, Egitto, Irak e Pakistan appoggiano il ''ministero in esilio,, - Probabile che ad essi si uniscano altri Paesi - Monito della Francia a tutte le capitali: "Il gesto sarà considerato un atto ostile,, (Dal nostro corrispondente) Parigi, 19 settembre. Jacques Soùstelle ha commentato la costituzione del governo algerino in esilio con la affermazione che < si tratta soltanto d'un cambiamento di etichetta: per la Francia — ha detto il ministro — ciò non presenta nessun interesse >. Però negli ambienti del Quai d'Orsay, dove l'avvenimento non viene affatto sottovalutato, si mette in evidenza che riconoscere tale governo sarebbe un gesto inamichcvole senz'altro scopo che quello di aiutare t nemici della Francia in Algeria. Il governo francese si riserva- perciò di esaminare, caso per caso, il seguito che converrà dare a tali riconoscimenti. Il preteso governo algerino, si osserva negli ambienti ufficiali, non possiede nessuno degli attributi d'un vero Stato: non ha nessuna sede territoriale e non ha neppure ciò che in termini giuridici viene definita < l'effettività >, ossia i mezzi e la struttura necessari a fare eseguire la propria volontà. I solt rlIlHIllllItllIllllllilItlI 11111 r 11111 i 11111 i 1111111 mezzi d'azione di-questo preteso governo sono l'assassinio e il terrorismo: non si tratta infatti che d'un comitato insurrezionale che cambia nome. La posizione del Quai d'Orsay è, a questo proposito, categorica e arriva a negare che si tratti d'un governo di guerra, stabilito provvisoriamente in territorio straniero, perché « se tali governi m esilio hanno precedenti in tempo di guerra, non sono mai esistiti in tempo di pace e la Francia non è attualmente in stato di guerra con nessun Paese estero ». Questa presa di posizione non ha però impedito che i primi riconoscimenti siano già arrivati al nuovo governo che, secondo le informazioni provenienti dal Cairo, verrà riconosciuto fra breve da più di trenta Paesi. L'annZnciòufficialeleÙa~c~o'-\'stituzione è stato diramato sta mane contemporaneamente al Cairo, a Rabat e a Tunisi da membri del nuovo governo. Al Cairo, il presidente del Consiglio, Ferhat Abbas, ha poi trasmesso nel pomeriggio questa nota a tutte le missioni diplo- 1! 111111111 i 11111 ! 111111111111111111111111111111 f i 111111 11 matiche accreditate nella capitale egiziana, insieme alla richiesta di riconoscimento immediato: « Ho l'onore di darvi conoscenza che questa dichiarazione è stata fatta iti Algeri e comunicata a tutta la popolazione sul territorio algerino: "In nome del popolo algerino, il Comitato Nazionale della rivoluzione algerina ha deciso di formare un governo provvisorio, rappresentante della Repubblica algerina" ». / primi Stati che hanno riconosciuto il governo provvisorio lqlannFnRdngnsrdella Repubblica algerina sono [v1 scerpla Repubblica Araba Unita (Egitto e Siria), l'Iràk, la Libia e il Pakistan. Il primo diplomatico che si è felicitato col presidente Ferhat Abbas è stato l'incaricato d'affari del Paki- \sta"> ?,afe cheJa VO-rte del 'gruppo afro-asiatico, ma e legato all'Occidente da vincoli molto stretti, specie attraverso il Patto di Bagdad. I trenta Paesi che, secondo i nazionalisti algerini, dovrebbero riconoscere al più presto il nuovo governo sono, oltre l'U- a a a ìnione Sovietica e le <democra 'zie popoiariy, i Paesi arabi e luna gran parte di quelli del | blocco afro-asiatico. I naziona! listi algerini considerano sicuro i il riconoscimento da parte della ÌCina, dell'India, della Jugoslavia, dell'Islanda, della Norvegia e di tre Repubbliche sudamericane. A Rabat, la costituzione del governo provvisorio è stata annunciata da due dei suoi membri, il ministro degli esteri Lamine Debaghine e quello delle comunicazioni Abdelhamid Boussouf, i quali erano stati ricevuti ieri dal re Maometto V e dal Presidente del Consiglio marocchino, che erano stati informati della decisione presa al Cairo. Subito dopo l'incontro, ricevendo il nuovo ambasciatore di Libia a Rabat, il re del Marocco aveva espresso la speranza che un ambasciatore d'Algeria venga inviato presto » - nella sua capitale. Stasera è to n a e i i a è rni di e e e ». oi i è stato annunciato che il Marocco riconosce il governo dei ribelli algerini. A tarda ora della sera il governo di Burghiba ha dichiarato che la Tunisia ha già riconosciuto il governo in esilio e l'organo del fronte di liberazione nazionale algerino < ElMoudjaid », che si stampa in Tunisia, è uscito in edizione straordinaria con la data: <U16° giorno della rivoluzione,primo giorno della repubblica >ed un enorme titolo in cui a"-|nuncia l'avvenimento su tutta la prima imgina. \L'atteaotamento della Tutti- sia e delMarocco che 1 de. à coerente con le uccisioni prese alla conferenza di Algeri del 30 aprile scorso, determinerà probabilmente la prima seria reazione della diplomazia francese, proprio nel tnomento ili otti le reiasioni di Parigi coi]-i rf|(C cx-protettorati stavano rio stabi}endosi su basi estremaa mente amichevoli. i; < La decisione del Fronte di - Sberciatone nazionale algerino — scrive a questo proposito e ». obe a ia e e « Le Figaro > — non mancherebbe di porre il problema delle relazioni della Francia con la Tunisia ed il Marocco, se i due Paesi dovessero riconoscere il governo dei ribelli >. Lo stesso giornale si preoccupa però an- che delle relazioni con l'Egitto ».1 dove il governo in esilio avrà la sua sede principale: <I*i quanto alla posizione presa dall'Egitto — afferma —; essa può annullare gli sforzi di riavvicinamento fra Parigi e II Cairo, nel momento preciso in cui la Francia si preparava a riannodare i legami ufficiali con la Repubblica Araba Unita. A parte queste complicazioni di carattere internazionale, che non mancheranno di conseguenze quando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite discuterà il problema dell'Algeria, è facile prevedere che, alla [vigilia del referendum costitu 1 sionale in cui gli algerini sono chiamati a decidere se vogliono essere « francesi a parte intiera>, la formazione del governo provvisorio della repubblica d'Algeria avrà una sensibile influenza psicologica tanto sui guerriglieri fellagha quanto sull'intera popolazione algerina. Sandro Volta

Persone citate: Abdelhamid, Burghiba, Ferhat Abbas, Jacques Soùstelle, Lamine Debaghine