La patente per i motociclisti chiesta da tecnici e magistrati di Guido Guidi

La patente per i motociclisti chiesta da tecnici e magistrati Aperto a Perugia il Convegno internazionale sulla circolazione La patente per i motociclisti chiesta da tecnici e magistrati "Bisogna controllare questi utenti della strada che costituiscono una delle cause maggiori di incidenti,, Unanime parere sul ritiro della patente: il provvedimento dovrebbe essere preso dalla Magistratura (Dal nostro invinto speciale) Perugia, 16 settembre. Il campo, in questo quinto, convegno giuridico Intonano- naie sul traffico e la circola- zione, i cui lavori sono iniziati Jstamane nel palazzo del co-, verno sotto la presidenza del|sen. Antonio Azara, già primo presidente della Cassazione e attualmente presidente delle commissioni giuridiche dell'Automobile Club, si è presto diviso. Da un lato si sono schierati coloro che sostengono la necessità di stabilire l'obbligo della patente . per tutti i conducenti di veicoli, compresi quelli di piccolissima cilindrata come ad esempio i motocicli; dall'altro, coloro che sono dell'opinione di adottare un criterio improntato alla più assoluta libertà in materia di circolazione stradale. Ma non c'è voluto molto a capire che i primi erano più numerosi e più agguerriti degli altri. Il legislatore che si appresta a varare fra un mese circa il nuovo Codice della strada ha a disposizione indicazione precisa su giamento da assumere. Fauto ri più autorevoli, sostenitori più tenaci della necessità dì regolamentare con criteri severi il diritto alla guida di autoveicoli sono stati i magistrati. Il consigliere di Cassazione dott. Giovanni Rosso, al quale è toccato il compito di impostare con una sua relazione il problema, non si è trovato solo nell'affermare che « un sistema di assoluta libertà nella guida di automezzi non è certamente possibile in Italia, in relazione soprattutto alle attuali condizioni stradali », E' stato confortato nella propria opinione da quella pressoché identica, se non addirittura più severa, espressa da altri colleghi giunti alle sue medesime conclusioni dopo aver fatto tesoro dei risultati frutto delle loro lunghe esperienze nel campo del diritto. «Non è possibile consentire — ha spiegato ai partecipanti al convegno il dott. Cigolini, procuratore generale presso la Corte d'Appello di Napoli — che i conducenti dei motocicli si ■sottraggano, attraverso l'eventuale non obbligo della patente di guida, ad un controllo dell'autorità amministrativa e giudiziaria. E' necessario ricondurre nell'ambito della legalità una massa di utenti della strada che spesso, per la instabilità del mezzo da loro usato, per la loro imprudenza da porsi in rapporto con la loro giovane età, per la velocità che i loro veicoli sviluppano, per la loro assoluta ignoranza delle norme della circolazione, costituiscono una delle cause maggiori di incidenti stradali ». Gli stessi concetti sono stati ribaditi dal dottor Vincenzo Renis, primo presidente della Corte d'Appello di Firenze. Ma non sono stati soltanto i magistrati a sostenere il principio di seguire, nella formulazione del nuovo Codice, un criterio improntato alla massima severità. La medesima opinione è stata espressa anche dai rappresentanti di talune sezioni dell'Automobil Club, come quella di Verona, ad esempio, e come quella di Ferrara, c La frequente constatazione del modo come da giovani, e anche da persone di una certa età, sono condotte sulle pubbliche strade motociclette e motorette, i sinistri mortali frequenti nei quali perdono la vita — ha sostenuto in particolare il rappresentante dell'A.C. di Verona — suggeriscono che a chi vuole condurre tali veicoli veloci sia imposta una patente di guida dopo un accertamento detla sussistenza di condizioni fisiche che non escludono la idoneità alla guida e della conoscenza delle norme del Codice della strada». A sostenere la tesi contraria, quella cioè di lasciare senza restrizioni il diritto alla circolazione, sono rimasti pressoché isolati i rappresentanti stranieri che numerosi sono venuti a Perugia. Sul problema relativo al ritiro della patente in caso di incidenti tutti si trovano concordi nell'affermare che la facoltà di prendere un provvedimento cesi severo non possa essere lasciata al Prefetto, come sembra «the venga contemplato dal nuovo Codice della strada attualmente in gestazione. Magistrati e non magistrati si sono trovati schierati su di un fronte comune: c Dev'essere l'autorità giudiziaria a revocare eventualmente la patente — è stata la opinione generale — e solo dopo avere ascoltato le ragioni di chi è indicato come il colpevole. Questo, sia perché così impone la norma costituzionale, sia perché soltanto attraverso l'intervento dell'autorità giudiziaria si può avere una garanzia che la legge venga applicata senza abusi». Anche le altre proposte non hanno trovato contrasti di sorta. Il prof. Zanaldi, di Padova, ha espresso la opinione che ogni aspirante-conducente venga sottoposto a una visita medica che controlli la sua idoneità fisica e psichica. Il dr. Rosso, dal canto suo, ha proposto che sia concesso il diritto di guidare i ciclomotori soltanto a coloro che abbiano compiuto diciassette anni, e non già quindici anni come asembra voglia prevedere il nuovo Codice di prossima promulgazione. E lo stesso relatore ha n'attedi avanzato 1 idea che non venga «meessa la possibilità di gui- dare a chi sia affetto da minorazioni acustiche, anche se ovviabili con l'applicazione di o, - sPTefla» apparecchi - Lum?a obbiezione, i moi\sa ìa un giovane magistra Jto di Perugia, il dott. Fer è stata -, l|na»,d° ^°?i_°a1B_PelL'?,i:' i^ff o e e a o i on ù i a ù i cordo sull'obbligo della patente — ha detto — d'accordo sui criteri più severi in materia di circolazione stradale; ma non gravate l'autorità giudiziaria di un altro lavoro com'è quello di decidere a chi debba essere revocata la patente, né dite che può perdere 11 diritto a guidare soltanto chi è stato protagonista di particolari incidenti. E' pericoloso per la incolumità propria e altrui anche chi ha avuto la fortuna di neri averne mai provocati, ma guida in modo tanto imprudente da correre e far correre agli altri un rischio gravissimo ». Guido Guidi

Persone citate: Antonio Azara, Cigolini, Giovanni Rosso, Magistrati, Vincenzo Renis

Luoghi citati: Ferrara, Firenze, Italia, Napoli, Padova, Perugia, Verona