Un torinese s'uccide a Genova lanciandosi dal quarto piano

Un torinese s'uccide a Genova lanciandosi dal quarto piano Un torinese s'uccide a Genova lanciandosi dal quarto piano Si trovava nella città ligure ospite di una conoscente - Era fratello di una delle vittime della sciagura aerea di Superga Genova, 12 settembre. Le indagini della squadra mobile e dei carabinieri non hanno ancora chiarito 11 mistero che avvolge il suicidio del torinese Enrico Buonaiuti, di 43 anni. Questi, ieri sera alle 22 — poche ore dopo essere giunto nella nostra città — si è lanciato dal quarto plano della casa di via XX Settembre angolo via Ceccardo Roccatagliata. Il Buonaiuti era stato ospitato dalla signora Emma Garrone che presentando l'uomo al portinaio dello stabile, aveva detto: «Il signore abiterà in casa mia; ptiò andare e venire quando gli pare e piace: lo consideri come se fosse un mio parente ». Verso il mezzogiorno i due erano usciti e al portinaio avevano detto che andavano a pranzo. Da quel momento egli non li vide più. Alle 22, il custode udiva un tonfo provenire dalla tromba delle scale. Allarmato andava a vedere e scopriva uno spettacolo impressionante: dinanzi alla porta che dà nel cortile, giaceva 11 corpo inanimato del Buonaiuti che aveva indosso soltanto le mutandine. La polizia, avvisata, iniziava subito le indagini. Si cercava dapprima di entrare In casa della signora Garrone; ma la porta era chiusa a chiave ed era necessario richiedere l'intervento del vigili del fuoco per forzarla. In una camera da letto si trovava un pacco di lettere indirizzate ad Emma Garrone, alcuni indumenti, giornali cittadini e di Torino sparsi intorno. In un primo momento si pensò che il Buonaiuti fosse stato colto da pazzia mentre si trovava a letto; si sarebbe alzato, avrebbe di corsa attraversato la sala d'ingresso e, spalancata la finestra che si affaccia sul cortile, si sarebbe lanciato nel vuoto. Successivamente questa tesi apparve agli inquirenti poco attendibile. Veniva ricercata la signora Garrone la quale, dopo essere uscita con il Buonaiuti per il pranzo, non era stata vista tornare a casa. Si riusciva a sapere che alle ore 16 era partita in treno per Alasslo, dove abita una sua figlia. Interpellata per telefono, la donna for¬ n niva sul conto del Buonaiuti tutte le informazioni di cui si diceva in possesso. La signora diceva che 11 Buonaiuti era di Torino, dove, In corso Galileo Ferraris 96, abita la madre; aggiungeva che da qualche tempo lavorava come meccanico a Finale Ligure. Diceva pure che era fidanzato con sua figlia (sposata con l'italo-americano(Giobatta Teller dal quale intende divorziare), e che era in attesa anch'egli del divorzio per poterla sposare. «Non so spiegarmi i motivi della sua tragica decisione — affermava la signora Garrone — e del cambiamento di umore soprawe nuto dopo la mia partenza. Quando l'ho lasciato era tran quillo; alle 20 mi ha chiamato al telefono e mi è sembrato profondamente turbato; dopo alcune parole di cui non ho ben capito il senso ha detto di essere stanco della vita ed ha interrotto la comunicazione senza neppure salutarmi ». Oggi è giunta à Genova ed ha ripetuto le medesime dichiarazioni Anche da Torino non sono pervenuti elementi che consentano dì far luce sul tragico episodio. E' stato accertato che il Buonaiuti era fratello dell'accompagnatore della squadra del Torino morto nella sciagura aerea di Superga. Da tempo egli non risiedeva più nella capitale piemontese e vi si recava di tanto in tanto far visita alla madre.

Luoghi citati: Finale Ligure, Genova, Torino