Solo un'esplosione di folle delirio può spiegare la mostruosa tragedia

Solo un'esplosione di folle delirio può spiegare la mostruosa tragedia 11 gitMtSixio di uno specialista, in psichiatria Solo un'esplosione di folle delirio può spiegare la mostruosa tragedia La cronaca registra oggi uno degli esiti più raccapriccianti cui può giungere la follia: il delirio che travolge nelle sue spire con una diabolica potenza suggestiva il malato e con lui le persone che gli erano più care. A quanto ne sappiamo non vi è in questo episodio alcun panico lare che non abbia valore di sintonia-psicopatico. Uno stato di profonda depres sione apparentemente contenuto, idee certamente deliranti e forse anche persecutorie, limitate dapprima alla propria persona e j)oi estendentisi con sentimento di orrore alla propria famiglia, hanno spinto il malato alla tragica decisione di porre fine alla vita per sfuggire ai presentimenti sinistri che la sua immaginazione patologica faceva imminenti. Non sono casi frequenti, ma non jsono neppure rari. Qualche anno |fa, in un paese vicino a Torino, una madre, cieca, si fece accompagnare dalla figlia di sei anni al canale Cavour che poco distava dalla sua casa, la tenne stretta a sé e con lei si buttò nell'acqua. Fu salvata per caso da un contadino, ma il cadavere della bambina fu ripescato dopo tre giorni. In un momento di profondo abbattimen- to^che già si era iniziato da parecchi mesi, una voce, cui non poteva in alcun modo resistere, le aveva detto che lei e la figlia erano condannate alla miseria per sempre e meglio sarebbe stato morire insieme. Quando ebbi occasione di vedere qualche mese dopo, per incarico del Giudice, questa sventurata donna, la psicosi depressiva che l'aveva condotta al suicidioomicidio era passata e poteva vedere con tragica chiarezza quanto aveva fatto o era stata spinta a fare. Un parossismo di angoscia, dopo una notte insonne o agitata da incubi, è quasi sempre lo slimolo patologico che fa passare all'atto l'idea delirante che, proprio in quel momenti, viene vissuta con i caratteri della più assoluta certezza e si risolve nelle decisioni più brutali, che solo la psicopatologia può spiegare. Se altre forme morbose psicopatiche, confusionali o allucinatorie, possono essere causa di simili episodi, è la malinconia, accompagnala quasi sempre dalla disperazione di non potersi in alcun modo risollevare, da idee di rovina di [persecuzione e di dannazione e di • colpa, che può condurre, per quan¬ to raramente in confronto al grande numero di malati, ad impulsi cosi tragici. Sono proprio quegli stati patologici che più facilmente guariscono anche quando pare, per la durata e la gravità dei sintomi morbosi, che il male sia irreparabile, E' estremamente improbabile che si cronicizzino una nevrosi d'angoscia o uno stato depressivo, ma è necessario l'allontanamento dall'ambiente familiare, non insistere per una più sollecita dimissione dall'istituto di cura, non lasciare che l'affetto od altri sentimenti o timori facciano velo alla verità nel riferire al medico tutti i particolari sul comportamento del malato prima e durante la malattia, sulla sua insorgenza o sul suo decorso. E' terribile il pensare che proprio queste alterazioni dell'equilibrio psichico siano anche quelle che più sicuramente guariscono anche se, pur non totalmente disarmati, non possediamo il rimedio specifico per esse. Sono le forme più gravi per le gravi sofferenze che danno (tanto gravi da sovvertire tutta la vita affettiva, le ball della personalità e con essa tutto ciò che fa parte del mondo del propri affetti e dei propri pen¬ sieri), ma sono anche quelle la cui evoluzione tende alla guarigione senza che alcuna menomazione ne residui per ciò che riguarda l'intelligenza e la capacità sociale. Purtroppo vi sono anche 1 mala ti reticenti, i dissimulatori che rie scono a nascondere anche ad un medico avveduto il tormento che li opprime ed è facile in questi casi trovarsi di fronte all'imprevisto ed all'imprevedibile. Ad ogni modo è la possibilità della guarigione che devo essere tenuta presente e la necessità della osservazione accurata e della terapia, in luogo adatto e tempestivamente. DOTT. GIACOMO MOSSA degli Osp. Pslchlatr. di Torino «iiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiii miiiiiiiiiiiiiiinii

Persone citate: Cavour

Luoghi citati: Torino