La festosa esultanza di San Paolo per la visita del presidente Bronchi di Enzo Forcella

La festosa esultanza di San Paolo per la visita del presidente Bronchi Un uragano si abbatte sulla città dopo il primo saluto all'Ospite La festosa esultanza di San Paolo per la visita del presidente Bronchi La più ricca e numerosa colonia italiana in Brasile aveva preparato accoglienze trionfali Vacanze per tutti - Cinquemila bandiere lungo il corso; lancio di confetti e coriandoli al passaggio del corteo - Il caldo ringraziamento del Capo dello Stato che oggi compie 71 anno (Dal nostro inviato speciale) San ruolo, 9 settembre. Anche ignorando cifre e statistiche, stamane si poteva avere un'idea dell'influenza diretta o indiretta degli italiani a San Paolo, la « capitale morale » del Brasile, capoluogo di una regione grande tre volte l'Italia, [sfogliando _.{. giornali. t/n buon terzo dei loro fascicoli era preso dagli annunci a pagamento con cui le varie ditte hanno inteso rendere omaggio a Gronchi. Benvindo seja presidente Gronchi chefe da grande nacao italiana nossas boas vindas a s. Excla Gronchi. Salve presidente Gronchi. Obrigado pela visita tome conosco este cafezinho que plantamos juntos! L'immagine del nostro presidente ricorre nelle centinaia di migliaia di manifesti, negli addobbi delle vetrine, sulle coccarde tricolori, nei grandi tabelloni sistemati sui grattacieli e noi punti più importanti della città. I paolisti avevano annunciato che speravano di far dimenticare con la calorosità delle loro accoglienze quella dei cariocas: senza fare torto alla capitale, tutto lascia credere che ci riusciranno. Rio è stata forse più solenne, ma San Paolo è più popolare e festosa. La giornata è stata conside rata a tutti gli effetti festiva. Soltanto le banche, elemento vitale di questa città dalla rie chezza turgida che giustifica ogni iperbole, hanno aperto per un'ora. Di primo mattino gli autotrasportatori, controllati per la maggior parte da¬ tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiifiiiTfiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii gli italiani, si sono concentrati con le loro migliaia di congonhas dove alle undici e mezo sarebbero atterrati i tre aerei che portavano Gronchi e il seguito da Brasilia. I clacson degli automezzi uniti a tutte le sirene delle fabbriche hanno dato il primo, fragoroso saluto al nostro presidente,, quando allo il,l'i locali gli apparecchi hanno preso terra a San Paolo. Il volo da Brasilia era stato regolare benché i grossi aerei avessero dovuto attraversare una violenta tempesta. Gronchi, che compie domani 71 anno, non si è mostrato contrariato ed ha preso con molto spirito la disavventura. Dopo il saluto delle autorità, mentre la folla applaudiva frenetica, il Presidente italiano si è avvicinato ai microfoni ed ha dichiarato: « Nello scendere in questo aeroporto di questa città che più di ogni altra nel Brasile rappresenta i risultati di una collaborazione italo-brasilìana che hanno raggiunto quasi i limiti dell'incredibile, io rivolgo commosso un saluto non soltanto a tutta la cittadinanza ma, mi consentirete, soprattutto agli italiani i quali qui sono venuti da lunghi anni, hanno lavorato, sofferto, hanno raggiunto con la collaborazione del generoso popolo di questa terra una delle, più alte realizzazioni di cui questa città è l'immagine. « Io sono grato alle autorità della città e del governatorato che mi danno con questa mia visita a San Paolo l'opportuni¬ tqllsldceviSzssfiiiiiiiiiiiiiiiiittiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiriiiiiiiiKiiiiiii tà di abbracciare, idealmente, quanti in .questa terra brasiliana hanno dato e danno il loro lavoro. E voglio dire che sono certo di portare ad essi l'omaggio e il saluto fraterno di tutta l'Italia. In tutte le classi della sua popolazione essa si riconosce in voi e da voi attinge fiducia anche per il suo avvenire ». Cessata la lunga ovazione, ha risposto a Gronchi il governatore Quadros il quale gli ha rivolto il benvenuto dello Stato di" San Paolo aggiungendo che il cuore delia popolazione paulista pulsa di gratitudine per la visita del Presidente. Non appena Quadros ha finito di parlare, dalla folla si è levato nuovamente altissimo il grido: « Viva l'Italia, viva Gronchi, viva il Brasile », mentre un centinaio di fotografi che avevano rotto i cordoni del servizio di sicurezza si facevano intorno al Presidente. Cinquemila bandiere dei due Paesi erano sistemate lungo il percorso attraverso la città, sino al Palacio dos Campos Ellseos, la residenza che il governatore Janio Quadros ha ceduto a Gronchi, trasferendosi nell'antica residenza estiva dei governatori, all'Orto Botanico. Il corteo ha imboccato la Avenida Indianapolis, ha rallentato davanti al monumento ai « Bandierantes », i pionieri-avventurieri che hanno fatto il Brasile e dovranno continuare a farlo sinché non sarà definitivamente vinto il mistero delle sue immense terre inesplorate. Poi ha conti iiii liiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiitii nuoto per le tavenidas Brazil> e «Nove de Julho », vecchi quartieri residenziali con le villette floreali, familiare introduzione alla città dei grattacieli. Il tempo nuvoloso e carico dava ai mattoni il colore dell'inverno europeo e sottolineava la distanza dalla luce tropicale di Rio. Tra la piazza delle Bandiere e il viadotto del The cominciano i grattacieli e da qui è iniziato il lancio dei confetti e dei coriandoli tricolori, secondo l'usanza americana. Qui anche si era raccolto il grosso della folla. C'è una fontana, la Anhangabau, fontana dei desideri, dove cinquantanni fa gli emigranti della prima generazione si radunavano la sera per raccontarsi le loro speranze e le loro nostalgie. I loro figli e ?iipott si sono ritrovati stamane insieme a quelli che sono venuti dopo ed è un peccalo che Gronchi non abbia potuto attraversare anche il quartiere del Braz, che è rimasto la roccaforte dell'emigrazione più popolare ed avventurosa: vi avrebbe ritrovato il sapore dei tempi in cui il primo Matarazzo vi vendeva salcicce e, introducendo nel Paese l'uso della sugna, gettava le basi del suo impero economico. Purtroppo il tempo che aveva tenuto faticosamente durante la prima parte del percorso, verso mezzogiorno è precipitato. Nuvole dense e nere sono calate sulla città e in breve l'hanno avvolta tutta. Era come se fosse improvvisamente scesa la notte. Negli edifici si sono accese le luci, si distinguevano appena dall'alto queste luci e le sagome dei grattacieli tra gli scrosci violenti di pioggia e grandine. Una tempesta tropicale in una foresta di cemento armato: uno spettacolo grandioso di cui tuttavia gli organizzatori avrebbero fatto ' volentieri a meno. Il programma del pomeriggio ne è rimasto infatti sovvertito. Per quanto la violenza della tempesta sia stata breve, si è dovuto necessariamente rinunciare al clou della giornata, attorno al quale si ira lavorato per mesi: la grande manifestazione ginnica con il raduno degli italiani ed oriundi che avrebbe dovuto concentrare allo stadio Pacnembu oltre centomila persone e la consegna della medebglia d'oro ai giocatori campioni del mondo. Enzo Forcella