Imminenti gli incontri nella capitale polacca? di Gino Tomajuoli

Imminenti gli incontri nella capitale polacca? Imminenti gli incontri nella capitale polacca? (Dal nostro corrispondente) Washington, 9 settembre. Il segretario di Stato Dulles Ila dichiarato oggi alla conferenza stampa che gli Stati Uniti potranno offrire alla Cina talune concessioni, se Pechino rinuncerà all'uso della forza per la soluzione del problema di Formosa. Egli ha rifiutato di specificare quali potranno essere le concessioni, sostenendo che non conviene parlarne prima che comincino a Varsavia le conversazioni fra l'ambasciatore americano e quello cinocomunista. Nessuno sa quindi fino a qual punto Washington sia disposta ad andare incontro alle richieste cinesi, se cioè giungerà fino al riconoscimento della Cina comunista in un accordo che preveda anche la rinuncia da parte di Ciang Kai-scek ad ogni tentativo di riconquistare la terraferma. E' noto però che Dulles ha espresso più volte, in passato, l'opinione che l'unico modo di risolvere la questione di Formosa è quello di riconoscere ambedue i governi cinesi. Tutto ciò che il Segretario di Stato ha voluto dire oggi è che gl'i Stati Uniti cercheranno di raggiungere nelle conversazioni di Varsavia un accordo su problemi specifici e particolari anziché su problemi generali che in passato hanno condotto a sterili diatribe con i cinesi. Invitato a rivelare a che punto siano i lavori preparatori, Dulles ha risposto: «Proprio stamane il nostro ambasciatore a Varsavia ha avuto disposizione di comunicare al suo collega della Repubblica popolare cinese che i colloqui potranno avere inizio nel momento in cui i comunisti lo riterranno conveniente ». Dulles ha insistito sulla condizione della rinuncia alla ; forza sostenendo che se sarà ìP°ssibile raggiungere un accor\f° «significativo e realizzata! |le> nuove condizioni saranno , create e sarà quind, MlblIe , assumere nuovi atteggiamenti Egli non può indicare ora quali possano essere, anche perché ciò coinvolgerebbe le relazioni attuali degli Stati Uniti con la Cina nazionalista loro alleata. E' impressione diffusa che sia stato compiuto un passo molto incoraggiante verso la soluzione del difficile problema. Dulles ha naturalmente insistito nella difesa della posizione di forza assunta nei giorni scorsi dagli Stati Uniti, sostenendo che se la Cina co-: munista attaccasse oggi Formosa e le sue posizioni avanzate, i nazionalisti sarebbero aiutati prima con appoggi logistici e poi anche con l'Intervento di truppe. Ma ancora una volta egli ha rifiutato di precisare a che condizioni ed in quali momenti si passerebbe dalla prima alla seconda forma di appoggio. Tuttavia Dulles ha sottolineato più volte che nonostante la gravità della crisi egli non crede che vi sia pericolo di guerra. Ha ammesso che la situazione può essere paragonata a quella esistente in Corea e durante il blocco di Berlino. E' stato chiesto al Segretario di Stato se, dopo raggiunto un accordo soddisfacente con i cinesi per la rinuncia all'uso della forza, gli Stati Uniti « consiglieranno » a Ciang di ritirare le sue truppe da Quemoy e Matsu. Dulles ha evitato anche questa precisazione, dicendo che gli Stati Uniti non possono negoziare sul destino delle isole fuoricosta che fanno parte del territorio sovrano dei nazionalisti. Egli ha però ammesso che se i cinesi si impegneranno seriamente a rinunciare all'uso della forza, anche la situazione militare «cambierà indubbiamente». Per il momento lo stato di imprecisione e di rischio esistente nel canale di Formosa non può essere molto modificato. Se navi americane in scorta ai convogli nazionalisti saranno aggredite, si lascerà ai loro comandanti decidere se l'attacco alla bandiera americana è intenzionale o accidentale. Nel primo caso le forze americane risponderanno con «qualche» mezzo appropriato. Il grande sollievo provocato da queste dichiarazioni non impedisce però ai maggiori osservatori politici di notare che resta ancora da vedere come la Cina comunista e la Russia accoglieranno le promesse di Dulles e, più ancora, quali condizioni porranno per i negoziati di Varsavia. Si ritiene che i cinesi insisteranno perché si discuta immediatamente la situazione militare nel canale di Formosa e chiederanno l'immediato ritiro delle forze americane Si pensa che essi vorranno due contropartite al loro impegno di rinuncia alla forza: che gli Stati Uniti lascino ogni base militare ora esistente a Formosa e che accettino di discutere il futuro destino dell'isola tenendo conto che questa fa parte della Cina. Gino Tomajuoli il segretario di Stato, Foster Dulles, durante la sua conferenza-stampa (Radiofoto)