Servizio postale insufficiente per una città in rapido sviluppo

Servizio postale insufficiente per una città in rapido sviluppo Dichiarazioni del direttore provinciale dotU» Lippolis Servizio postale insufficiente per una città in rapido sviluppo Ogni anno la popolazione cresce di 40 mila persone, ma il numero dei postini non cambia: sono soltanto 352 - Ogni mese arrivano 280 tonnellate di lettere, stampe, campioni - Indispensabile decentrare la distribuzione costituendo tre uffici periferici H servizio postale nella no-> uatra oittà lascia parecchio a ldesiderare. Da anni uffici e I sparsonale sono inadeguati alle esigenze di un grande centro come Torino. « II problema del servizio postale — ci ha dichiarato il direttore provinciale dott. Lippolis — è grave sia nel campo delle attrezzature sia in quello della distribuzione della corrispondenza. Oli uffici di raccolta e smistamento di via Nizza, sono arredati in modo indecoroso. Mobili vecchi, inadatti, insufficienti. Locali angusti, inospitali. Il personale, costretto a lavorare in condizioni disagevoli, non può certo rendere al massimo delle sue capacità. € liti maggiore difficoltà nel recapito della corrispondC7iza •— ha spiegato il dott. Lippolis — dipende dal fatto che tutta la posta in arrivo si concentra negli uffici di via Nizza. Di là, ogni mattina, si sparpagliano nella città i 352 portalcitcrc: 50 di essi sono adibiti esclusivamente alle < raccomandate >, gli altri portano a domicilio < raccomandate > e corrispondenza ordinaria. Il numero dei portalettere torinesi è immutato da due o tre anni, mentre la popolazione aumenta in media, ogni anno, di lfO mila unità. Sorgono centinaia di nuove case, la città si estende, na scono nuovi quartieri, si apro no nuove strade. Per risolvere integralmente il problema ho chiesto l'istituzione di almeno 3 0.3 < uffici principali » — come è stato fatto per Roma — dislocati nei punti nevralgici della città. Ad essi dovrà affluire la corrispondenza in arrivo, e già suddivisa per zone, in modo da permettere al postino di iniziare il suo < giro » noti da un'unica sede, lontana magari decine di chilometri dalla zona assegnatagli. Il problema è maggiormente sentito a Torino, perché quasi tutte le fab briche si trovano alla periferia e per esse la sollecita con segna della corrispondenza è un fattore importantissimo ». < Il decentramento — ha proseguito il direttore provinciale — eliminerebbe anche deficienze di carattere disciplinare, perché ogni capo-ufficio potrebbe curare di più l'organizzazione del recapito. Questo ora non è jiosslbile, perché il dirigente del servizio distribuzione deve badare da solo alla disciplina di 600 persone ». Torino è divisa in 11 < quartieri » postali. Ognuno occupa dai 30 ai 35 portalettere, che operano in « zone >. Tra le richieste al Ministero c'è anche l'aumento di 21 «zone» (cioè l'assunzione di altri 21 portalettere) e la creazione di capi zona in ogni < quartiere ». I portalettere escono dall'ufficio di via Nizza verso le 8 del mattino per la prima « gita » (così si chiama, in termine burocratico, la loro peregrinazione di casa in casa). Nella borsa — spesso malandata e chiusa alla meglio con un pezzo di spago — hanno dai 10 ai 15 chili di corrispondenza. Quasi sempre hanno anche le braccia cariche di plichi voluminosi (giornali, stampati, « campioni senza valore », eccetera). Devono distribuire tutto questo materiale in un paio d'ore. I portalettere effettuano una seconda distribuzione al pomeriggio, tra le 15 e le 15,30. In 114 « zone ». — quelle più centrali ed importanti — c'è dsSl una terza distribuzione, verso le 11. Ma è logico che la scar sita di personale e l'ampiezza delle zone periferiche non con sentano di rispettare l'orario. Si lamentano così ritardi nella distribuzione, reclami e proteste. La deficienza di personale secondo il dott. Lippolis — si riscontra anche dal lato qualitativo. La maggior parte dei portalettere provengono dal Mjridione: d'inverno risentono la diversità di clima, si ammalano ed occorre sostituirli con le « riserve ». La scorta è modesta: 96 elementi per tutti i servizi, cioè per supplire alle eventuali assenze tra i 500 addetti il reparto distribuzione. Un altro rilievo, nel settore dei portalettere, è la trascuratezza nel vestire. I postini attuali sono quasi ttttti giovani e insofferenti della divisa. Se ne vedono di quelli senza berretto, o col berretto sulle ventitré, o rialzato sulla nuca alla moda dei corridori ciclisti. C'è chi ostenta una sigaretta all'orecchio, chi i capelli che ricadono sul colletto. cccl—3dtnggr«lQlmlrmvtpzsa chi ha la giacca sbottonata, chi tiene sbottonata anche la camicia. Il guadagno di un portalettere — bisogna riconoscerlo — è molto modesto: parte da 35.923 lire mensili — all'atto dell'assunzione e con l'aggiunta di un « premio di produzione » di 4787 lire e degli assegni familiari — e può raggiungere, al culmine della carriera (agente superiore) a 52.822 lire nette, più 9417 di premio, gli assegni familiari e gli « straordinari » (che vanno dalle 210 alle 310 lire all'ora). Quasi tutti i portalettere vengono assunti tra i fattorini telegrafici o degli < espressi ». Alcune cifre dimostrano la mole di lavoro che i porta lettere devono svolgere a To I rino: ogni mese arrivano in media agli uffici di Porta Nuova lettere e cartoline per 80 tonnellate, campioni e stampe per 200 tonnellate, 400 mila * raccomandate » e 13 mila * assicurate ». Anche il servizio telegrafico non è del tutto soddisfacente. Sono assegnati al servizio 190 fattorini, che in pratica si riducono a 1501 mentre le necessità ne richie- j derebbero almeno 200 Prima! della legge del marzo scorso sullo stato giuridico dei postelegrafonici, i fattorini potevano essere assunti direttamente dal Ministero. Ora bisogna assumerli per concorso. Poiché dal 1° luglio 1957, con l'applicazione della legge-delega, non è stato possibile procedere ad assunzioni, è sorta una strana situazione: molti fattorini telegrafici sono passati tra i portalettere, per coprirne i vuoti. Turando una falln. se ne è aperta un'altra. '}a molto tempo si parla di migliorare la distribuzione della corrispondenza in città. So-1 no tati fatti molti progetti, ma I tutti sono rimasti sulla carta, i Il nuovo direttore provinciale! delle Poste da mesi insiste! presso il Ministero perché si attuino almeno i provvedimenti indispensabili e più urgenti. Da Roma è stato inviato, in questi giorni, un ispettore, il dottor Alessandro Gioia. C'è da sperare che si riuscirà a ottenere qualche cosa?

Persone citate: Alessandro Gioia, Lippolis

Luoghi citati: Roma, Torino