Rapporto alla Conferenza di Ginevra sui giacimenti di uranio del Cuneese di Ippolito

Rapporto alla Conferenza di Ginevra sui giacimenti di uranio del Cuneese Fre annunciate nuiove ricevono nelle -valli di RioÉweditio e £*reit Rapporto alla Conferenza di Ginevra sui giacimenti di uranio del Cuneese La relazione del prof. Ippolito: "Fondate speranze di un redditizio sfruttamento,, - Un americano rivela che le radiazioni invecchiano precocemente l'organismo - Prodotto un nuovo elemento: il Californium (Dal nostro corrispondente) Ginevra, 5 settembre. « Le speranze che il sottosuolo italiano contenga dei giacimenti di uranio più o meno vasti sono abbastanza concrete »: è con queste parole che il prof. Felice Ippolito ha iniziato oggi la sua relazione di carattere geominerario alla Conferenza mondiale di Ginevra per l'impiego pacifico dell'energia nucleare, .'.nche se non è la prima volta che si parla della possibile presenza del prezioso minerale nelle nostre Alpi, le dichiarazioni dello scienziato italiano rivestono una notevole importanza: l'uranio è oggi uno dei minerali più ricercati nel inondo: grazie ad esso, diversi Paesi, come ad esempio il Belgio, hanno potuto realizzare forti guadagni. Il prof. Ippolito, dopo aver lungamente illustrato i metodi con cui sono state effettuate le ricerche da parte dei geologi italiani, ha aggiunto che in almeno quattro zone delle nostre Alpi dovrebbe esserci l'uranio, e 'precisamente nelle valli di Riofreddo e Preit (prov. di Cuneo) e in quelle di Rcndena e Daona (prov. di Trento). <Non e naturalmente il caso di abbandonarsi all'ottimismo — ha proseguito il prof. Ippolito — poiché anche nella migliore delle ipotesi dovranno passare parecchi anni prima che si possa iniziare lo sfruttamento di tali giacimenti. Insomma ora bisogna fare numerosi altri e non meno minuziosi accertamenti nelle zone da noi indicate. Poi occorrerà stabilire se un eventuale sfruttamento potrebbe essere redditizio. Comunque sia, le prospettive che l'Italia possa avere dell'uranio non mancano e certamcnto ciò è di vastissima importanza >. Nella stossa riunione, che si è svolta a porte chiuse, scien- a n u siati americani, canadesi, francesirbclgi, inglesi e di altre Nazioni hanno fornito interessanti dati sulle attuali riserve di uranio dei loro Paesi. Risulta che gli Stati Uniti dispongono di circa 100 mila tonnellate del prezioso minerale; ancora maggiori sono le risorve del Canada e dell'Africa del Sud: 400 mila tonnellate ognuno. Senza contare la Russia, i cui rappresentanti si sono rifiutati di render note le cifre della loro produzione, le attuali riserve di uranio nel mondo ammontano ad un milione e 300 mila tonnellate. Secondo il parere degli esperti convenuti a Ginevra, tale quantitativo dovrebbe coprire qualsiasi fabbisogno per 1 prossimi dite decenni. Soltanto a partire dal 1975-'80 la situazione potrebbe farsi meno facile. Difatti si ritiene che da quel periodo in poi il consumo annuo sarà dalle 50 alle 100 mi/a totine/Zate, mentre ora si ricavano 40 mila tonnellate di uranio all'anno. Un'altra commissione ha esaminato gli effetti biologici delle radiazioni. Sono stati forniti interessanti dati dal prof. Maisin, direttore del Dipartimento francese per le ricerche radio - biologiche. Esperimenti hanno dimostrato che alcuni topi esposti ai raggi X 7in«?io avuto una vita più breve eli due terzi del normale. Lo scienziato americano Howard J. Curtis ha dato questi chiarimenti circa gli effetti delle radiazioni: < / raggi X non uccidono subito i topi; però ho potuto constatare che le bestiole muoiono prematuramente. Di solito i topi colpiti da radioattività si ammalano di cancro o di altro grave morbo. Una cosa è certa: la radioattività accelera in tutti i mammiferi il processo di invecchiamento, poiché le cellule rimangono gravemente danneggiate ». Nel tardo pomeriggio, il professore Arnaldi, del Centro nazionale per le ricerche nucleari, ha ricevuto i rappresentanti della stampa italiana ai quali ha parlato fra l'altro della fusione < controllata » dell'idrogeno. In sostanza, l'eminente scienziato ha ribadito le affermazioni fatte giorni fa dall'americano Teller (il « padre della bombali*) e da alcuni rappresentanti sovietici, secondo i quali l'èra dell'idrogeno è ancora molto lontanai. <La conferen~a ginevrina — ha precisato il 1 rof. Arnaldi — ha avuto Peffetto di una doccia fredda; in altre parole, ha mandato all'aria le favorevoli previsioni che si erano fatte alla sua vigilia circa le possi bilità dt "domare" entro breve tempo l'energia H. Vorrei inoltre aggiungere che in tutto il mondo, sia da parte occidentale che in Russia, si sono finora seguite nel campo degli esperimenti le stesse vie. Ora, dmmeuebmracBm<smfisecondo la mia opinione, si do-rrebbero escogitare altri me tedi, più razionali, nelle ricerche della fusione « controllata », altrimenti sarà difficile, se non impossibile, giungere al traguardo entro questo secolo ». Uno scienziato della California ha annunciato oggi di avere ottenuto tracce di « californium » l'< elemento un u_ rni"*r di un quantitativo infinitesimale di soli sèi centesimi d'un milionesimo di grammo, ma esso ha il valore di almeno un milione di dollari. Cosi ha elichiarato il dott. Glenn Seaborg, premio Nobel per la chimica. Egli ed i suoi collaboratori riuscirono la scorsa primavera ad isolare un quantitativo circa eiuattro volte maggiore di Berkleio, cioè l'e elemento numero 96 », il quale — come il < californium », »ion esisteva sitila terra, prima dell'era atomica. Sono stati ottenuti dal plutonio, a mezzo di una pila nucleare. Il dott. Seaborg ha precisato che il < californium » è in colore, altamente esplosivo o fissionabile ed emette spontaneamente neutroni. Potrebbe essere impiegato per la costru zione di una superbomba, ma la sua produzione richiede un enorme dispendio finanziario 1. f.

Persone citate: Arnaldi, Felice Ippolito, Glenn Seaborg, Howard J. Curtis, Ippolito, Seaborg