Da Londra a Torino a 50 km. all'ora a bordo delle più vecchie auto Fiat

Da Londra a Torino a 50 km. all'ora a bordo delle più vecchie auto Fiat Da Londra a Torino a 50 km. all'ora a bordo delle più vecchie auto Fiat Raduno di dae clubs inglesi che accolgono i proprietari delle macchine più vetuste Sono arrivate ieri a Torino, dopo 40 e più anni di lontananza, alcune tra le più intrepide ed avventurose nonne-automobili: si tratta delle vetuste, ma ancora arzille «Fiat» che, in tempi quasi preistorici, emigrarono in cerca di fortuna nelle nebbiose terre di Albione. Ad accoglierle sono accorse le coetanee di mezza Italia: da Roma, da Milano, da Bologna e naturalmente, da Torino. Tutte insieme, hanno sfilato ne! pomeriggio nelle vie e nei corsi della nostra città, festeggiatissime dalla popolazione che si era ammassata lungo i marciapiedi per ammirarle. Un patetico incontro: i torinesi, che come si sa sono dei tradizionalisti, hanno forse compreso, per la prima volta, in che cosa con sista il culto per le vecchie mac chine che in altri Paesi, e speealmente in Inghilterra, raccoglie un numero sempre crescenle di adepti, Ma di questo vi parleremo fra \ poco. Ora è necessario spiega:re l'origine e le ragioni di quejsta singolare riunione a quatitro ruote Esistono a Londra Ulna cinquantina di club di «old car lovers » (amanti delle vec j chiù macchine) e, tra questi, (due riuniscono i patiti delle vec. [chie «Fiata: uno si chiama] « Club Fiat 500» (per i soci ;club 500) e fu fondato nel 1948 a Londra da un certo sig. Ja1 mes per una ragione del tutto [sentimentale: possessore egli l stesso di una 500, che lo ave • va servito con puntualità ed obbedienza nei duri anni della [guerra (accontentandosi anche jdi minime razioni di benzina), isenti di doverle un attestato di gratitudine. Cosi, con altri prolprietari di Fiat 500 altrettanto Abbiamo tutti lo stesso hobby e questo basta per capirci e stare volentieri insieme». affezionati alle loro vetturette, fondò un club in loro onore. L'altro sodalizio, il «Fiat Register», è più recente (del 1954), ma ha decisamente un tono più aristocratico: nel «Fiat Register» non si entra se non possedendo una « Fiat > anteriore al 1930. Presidente ne è lord Montagu di Beaulieu, proprietario della più importante collezione di vecchie automobili, motociclette, biciclette e tram dell'Inghilterra e, forse d'Europa. Ne ha 250. Ora, cadendo il decennale della fondazione del « Fiat 500 » i due circoli hanno pensato di festeggiarlo offrendo alle vecchie automobili la gioia di rivedere dopo tanti anni, il paese natio: Torino. Ma chi sono questi strani signori che se ne vanno in giro per il mondo, e con estrema serietà, sulle buffe automobilette del tempo che fu? Ce lo spiega mister Llsten Yong, attuale presidente del «Club 500» (un autentico scozzese in gonnellino, che, di mestiere, fa il fabbricante di salumi): < Tra noi sono i rappresentanti delle più diverse professioni e mestieri. Il censo, il patrimonio non contano per entrare in uno dei nostri club. Lord Montagu ha ereditato la passione per le vecchie automobili (insieme ad un invidiabile patrimonio) dal padre, il quale usava consigliare una gita in una vecchia vettura scoperta come cura contro raffreddori. Lord Montaguapre ogni domenica il suo pre zioso museo, che ha sede nel parco del suo antico castello nell'Hampshire a centinaia di visitatori (paganti) Ecco infine una notizia che vi sbalordirà: la media tenuta dalle vetuste Fiat nel percorso da Londra a Torino è stata di 50 chilometri all'ora. E questo, malgrado le abbia accompagnate per tutto il viaggio un tempo inclemente, con tempe ste di vento e di pioggia. Quanti tra i nostri lettori, che vanno fieri della loro fiammante automobile, saprebbero uguagliarla? Ieri sera, all'albergo Principi, il pranzo di congedo ai congressisti, presente il console britannico di Torino. Ospite: il dottor Pestelli, direttore dell'ufficio Stampa Fiat, che ha trasmesso il saluto della Fiat e della cittadinanza agli eccezionali convitati. La sfilata in via Roma delle vecchie automobili appartenenti ai due club inglesi

Persone citate: Pestelli, Yong