Tenta di incendiare la casa con moglie, figlio e suocera

Tenta di incendiare la casa con moglie, figlio e suocera Tenta di incendiare la casa con moglie, figlio e suocera Sparge benzina sul pavimento e tenta di appiccarvi il fuoco - Accorre gente e viene fermato - Ora dice: "Volevo solo spaventarli,, (Dal nostro inviato speciale) Varallo Sesia, 4 settembre. Ieri sera, Antonio Montersino di anni 50, guardia di Finanzi', in pensione, ha tentato di avvolgere in uno stesso rogo sua moglie Ede Maffioli (41 anno), la suocera Aurelia Boffelli (64 anni), il proprio figlio Gianfranco (12 anni) e la casa. Il fatto si è svolto in piazza Gaudenzio Ferrari, nella cucina del n. 9, situata a pianterreno. Dopo cena, erano lì le due donne e il ragazzo. Questi voleva uscire per andare a vedere la televisione. Sua ìnadre gli dice: «Prendi prima un po' di caffè », e glielo prepara. A un tratto, la porta della cucina si spalanca ed entra Antonio Montersino, che da oltre un mese vive in una camera mobiliata, separato di fatto da sua moglie. Egli ha la faccia un po' stralunata, ma nessuno se ne meraviglia: l'ha sempre così. Ha anche un fiasco sottobraccio, ed anche ciò non desta sospetti, perché si sa che gli piace bere. Questa volta però il fiasco contiene benzina. Egli borbotta parole generiche di minaccia, dalle quali però si capisce bene che « vuol farla finita una volta per sempre », e butta il fiasco per terra, chi dice verso suo figlio e chi verso sua moglie. Fatto sta che il fiasco si rompe riempiendo la stanza d'un odore acre e terrorizzando tutti quanti, sia perchè il fuoco è acceso, sia perché l'uomo ha già tirato fuori di tasca una scatola di fiammiferi « Minerva » e sta per strofinarne uno da lanciare sulla benzina. Prontissimo, il ragazzo balza addosso al genitore, gli fa saltar via di mano i fiammiferi ancora spenti e lo spinge fuori della cucina, mentre le due donne strillano gridando aiuto a perdifiato Sul muricciolo di fronte alla casa in pericolo, sta prendendo il fresco il muratore Giuseppe Merlo. Egli accorre e porta via l'uomo in collera, tenendolo stretto abbastanza, senonché, di li a poco, riuscirà a divincolarsi e a fuggire in direzione del fiume Mastallone. E' nei suoi pressi che, di lì a poco, lo raggiungono i carabinieri. In caserma racconta una storia dove la realtà e l'immaginazione procedono così strettamente intrecciate che è diffìcile distinguerle. Vediamo di isolare la verità accettabile, anche al lume di altre informazioni. Antonio Montersino sposa Ede Maffioli nel 1941, lui 33 anni, lei 24. E' un matrimonio come tanti, anche un matrimonio d'amore. Egli è guardia di Fi- L'incendiario Antonio Montersino, di cinquant'anni nanza in servizio attivo e lei si sposta via via con lui, a seconda delle varie destinazioni (quasi sempre in Piemonte, perché egli è di Alba ed è quindi la regione che preferisce). Egli è uri po' geloso, e beve. Gelosia emiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuii! vino finiscono per portarlo più volte in case di cura, finché nel 1949 egli viene « dimissionato » d'autorità come guardia dì Finanza con una pensione di lire 80 mila e 500 (annuale), I due coniugi ii ritirano a Varallo Sesia, n la '•isa dei genitori di lei, e lei lavorerà come tessitrice al lanificio Grober. Il Montersino non smette né di bere né di essere geloso, donde frequenti scenate con la moglie, dov'egli ha regolarmente la peggio. Una sera imprecisata, egli tornando a casa dopo le 22 non trova la moglie, che alle 22 avrebbe dovuto finire il suo turno. Va a dormire adirato e quando, a mezzanotte si alza, vede un uomo che fugge e la moglie che legge. Forse era un'allucinazione, ma nella sua mente malata, esso diventa un fatto sicuro per il quale litiga. Alle 6 del mattino i due coniugi si picchiano notevolmente, ed egli iiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii deve ricorrere all'ospedale, sia pure per semplici escoriazioni. Subito egli abbandonerà il domicilio coniugale, salvo periodici ritorni per sfogare il suo rancore. Ma nulla sembra volgere al tragico fino al 14 agosto, quando la donna pubblica sul Corriere Valsesiano la seguente diffida: «Ede Maffioli, residente in Varallo, diffida il marito Montersino Antonio e dichiara di non riconoscere In modo assoluto alcun debito o alcuna azione che egli dovesse contrarre a suo nome o a di lei carico e responsabilità ». Da allora egli diventa truce, fino alla spaventosa determinazione di ieri, che però nella giornata di oggi ha cercato di attenuare. Se, in un primo momento, egli aveva dichiarato ai carabinieri di aver proprio voluto uccidere «tutti quanti», oggi ha ripiegato nella formula di volerli « spaventare » soltanto. a. a. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiia

Luoghi citati: Alba, Piemonte, Varallo