Sospetti su un giovane fuggito da casa che frequentava gli ambienti del "Balòn"

Sospetti su un giovane fuggito da casa che frequentava gli ambienti del "Balòn" L'inchiesta sull'oscuro delitto presso il "ponte Mesca 99 Sospetti su un giovane fuggito da casa che frequentava gli ambienti del "Balòn" Ha 18 anni, vive d'espedienti -È scomparso insieme con un amico dalia notte del crimine-I risultati della perizia: la vittima fu colpita selvaggiamente, sarebbe morta anche se l'aggressore non l'avesse strangolata - Ritrovata in corso Savona la borsa dell'ucciso Carlo Gramaglia, l'operaio trovato ucciso l'altra mattina nel pressi del ponte Mosca, lavorava da tre anni nel reparto rubinetterie della fonderia Rossi di corso Tortona 9. I suoi compagni — tutti, Indistintamente e concordemente — lo rimpiangono e lo ricordano con parole d'affetto. Era un brav'uomo, simpatico e cordiale. Non aveva mai avuto una lite con nessuno. Il suo unico difetto era quello di bere. Però, anche quando era ubriaco, non dava fastidio: aveva, come si dice volgarmente, il « vino buono ». Diventava loquacissimo ed era difficile interromperlo: cominciava a.parlare del «Torino» di cui era accanito tifoso, passando in rassegna, ad uno ad uno, anche l giocatori di dicci anni fa; poi finiva nel ciclismo, altra sua'sviscerata passione, e rievocava Giri d'Italia e Giri di Francia, tappa per tappa. A volte chi gli era vicino lo invitava a parlar d'altro: ma il Gramaglia, avviato II discorso sui campioni della ruota,- non si fermava più. Domenica, in preda a grande emozione, si recava in una bottiglieria e assisteva sullo schermo della tv alia trionfale vittoria di Baldini. Lunedi mattina, arrivando in officina, era fuori di sé dalla gioia. Aveva portato un ritratto di Baldini, ritagliato da un giornale, e lo Incollava ad una parete, dicendo « Stasera si beve in suo onore! Pago io! ». A mezzogiorno, come di consueto, andava a mangiare nella bottiglieria « Cavour » di Giovanni Nicola, in corso Tortona 2. Era di ottimo umore e, naturalmente, lllllllllillllllllllllllllll Illlllimilllllllllllltl Inneggiava a Baldini. Alle 16 p 30. durante un breve Intervallo, compiva un gesto che meravigliava un po' tutti: tirava fuori dal portafoglio le foto di suo padre e sua madre, dei suoceri, della moglie, del giorno delle nozze ej due foto che lo raffiguravano bambino e adolescente. E le mostrava in giro dicendo « Ecco la mia famiglia... è buona gente... ho passato dei giorni veramente felici... ». Alle 17 e 30 usciva dalla fonderia e, come aveva promesso, accompagnava gli amici a bere nella trattoria «Cavour»: e si diffondeva ancora a parlare del campionato del mondo di ciclismo. Più ' tardi si univa .d un compagno che andava all'istituto Maria Adelaide, per far visita ad un parente ammalato. Dal Maria Adelaide si recava quindi, 'da solo, in una trattoria di corso Vercelli angolo via Cuneo. Qui beveva un altro mezzo litro. Alle 19 e 30 lasciava in consegna la bicicletta al proprietario e s'allontanava dicendo che doveva sbrigare una commissione. Alle 20 e 10 circa era di ritorno. Riprendeva la bicicletta e spariva. Da quel momento le tracce dell'operaio diventano vaghe e confuse sino all'una (trattoria di via La Salle) e all'una e venti (bar « Piemonte Sportivo »). Secondo gli amici del Gramaglia, non può trattarsi assolutamente di un delitto di vendetta. Non c'era nessuno che lo odiasse. E' chiaro che è stato colpito e strangolato da uno o più occasionali ladri. Il Lungo Dora Agrigento è una strada che di notte è poco consigliabile: completamente buia, frequentata da individui equivoci, dormitorio per decine e decine di « barboni ». Le indagini della Squadra Mobile (dott. Maugeri e commissari Sgarra, Valerlo e Scandora) si sono appuntate sul fosco e miserabile mondo del vagabondi. Ne sono stati « rastrellati » e Interrogati cinquanta o sessanta. Su due di essi — risultati introvabili — si è fermata in particolar modo l'attenzione della polizia. Uno è un giovanotto di 25 anni, l'altro ne ha diciotto. E' questo ultimo il maggiore sospettato: è un ragazzo nativo di un paese della provincia, che un giorno è fuggito di casa, dove viveva col nonno materno, ed è sceso in città a vivere di furterelll e di espedienti: quando aveva quattrini andava a dormire in locanda, quand'era all'asciuttò s'arrangiava — sempre con l'amico venticinquenne — a passar la notte sul Lungo Dora. Appena Individuato, gli agenti lo cercavano, specie nell'ambiente del « Balón » che era solito frequentare. Ma tanto il diciottenne quanto l'amico erano -scomparsi proprio la notte del crimine. Siamo, evidentemente, nel cam- aiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiissiiiiiiiiiiii po delle ipotesi. Tuttavia è più facile immaginare che il delitto sia stato com Mulo da due persone anziché da una sola. Avvicinatisi al Gramaglia, un rapinatore lo colpiva con una scarica tremenda di pugni; lo sventurato, benché dolorante o intontito, cercava di reagire; interveniva il comparo che aveva strappato la funo dal portapacchi della bicicletta della vittima e lo strangolava ferocemente. Della bicicletta, nessuna traccia. E' stata però trovata la borsa, che era appesa alla canna: l'ha rinvenuta ieri notte sotto una panchina del vicino corso Savona una pattuglia al comando del dott. Valerlo: c'era il « baracchino » della pietanza, la bottiglia, Il cucchiaio e 11 coltello^ mancavano la forchetta e 11 tovagliolo. La Mobile da una parte e i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria dall'altra hanno fermato e sottoposto a interrogatorio molte delle peripatetiche che sostano sino a notte inoltrata in corso Savona. Alcune conoscevano il Gramaglia, ma non come cliente: quando s'ubriacava l'operaio rincasava alle tre o alle quattro; e sino a quell'ora girovagava alla ricerca di qualcuno che lo stesse ad ascoltare mentre dissertava sul « Torino » o su Coppi, Defllippis e soci. Se proprio non trovava nessuno scantonava in corso Savona e « agganciava » qualche passeggiatrice che pazientemente stava ad ascoltarlo. Si tenderebbe comunque ad escludere che nel delitto sia implicata, direttamente o indirettamente, una- donna. I carabinieri, ieri mattina, hanno parlato ancora, a lungo con la moglie, con la cognata e il iiijiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiitiiiiif ■iiiiitiiiiiiiiiiiii o cognato. La moglie, In sostanza, ha ripetuto che il Gramaglie, se non beveva, era d animo buono e tollerante. Se litigavano, era sempre e soltanto per un motivo: le sbornie che egli si prendeva regolarmente ogni quindici o venti giorni. In agosto 1 coniugi erano, andati in ferie a Sommariva Perno, paese nativo di lui: controllato dalla moglie, l'uomo aveva limitato il vino ad un quarto al pasto e. per tutto il periodo delle vacanze era stato normalissimo e in ottima salute. La donna ha precisato che 11 marito si muniva di corda solo due volte [a settimana: al sabato quando riportava a casa, legato sul portapacchi, l'abito da lavoro perché fosse lavato;, e al lunedi quando, pulito, lo riportava in officina. Non si e potuto conoscere l'esito ufficiale della perizia eseguita agli istituti di medicina legale dal prof. Sergio Tovo. Sembra che il Gramaglia sia morto per strangolamento (nel cinquanta per cen* to dei casi di strangolamento la fune vien girata due volte attorno al collo della vittima) ; tuttavia le percosse che ha ricevuto prima, non si sa se con bastone o con pugni, sarebbero state sufficienti a ucciderlo (dunque l'assassino ha infierito in modo brutale sull'operaio, percuotendolo con selvaggia violenza; ed ha avuto facilmente ragione di lui, di costituzione alquanto, gracile e indebolito dall'ubriachezza): da segni riscontrati sul suo viso, e sulle mani, il Gramaglia deve aver opposto una certa resistenza, il che, molto probabilmente, ha inferocito ancor più gli aggressori. I risultati della perizia concludono senza il minimo dubbio per l'omicidio iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii I colleghi del Graniglia rievocano le sue ultime or»

Luoghi citati: Agrigento, Francia, Italia, Mosca, Piemonte, Sommariva Perno, Torino