Manovre per incrinare nel governo l'accordo tra d.c. e socialdemocratici di Vittorio Gorresio

Manovre per incrinare nel governo l'accordo tra d.c. e socialdemocratici Mentre si coordinano te indagini «uf or caso Giuffrè» Manovre per incrinare nel governo l'accordo tra d.c. e socialdemocratici Attacchi delle destre a Saragat ed a Preti - Si insiste, nonostante le ripetute smentite, sulle voci dr >contrasti> tra i ministri delle Finanze e del Tesoro-I monarchici di Lauro e di Covelli contrari alla proposta libérale di un'inchiesta parlamentare (Dal nostro corrispo-ndente) Roma, 3 settembre. Dopo le notizie sensazionali che ieri sono « esplose > negli ambienti politici e giornalistici a far corona attorno all'affare Giuffrè, la giornata di oggi si,può considerare piuttosto come impegnata nei ripensamenti, nelle ricostruzioni dei particolari, nel ridimensionamento della cronaca politica. Cercando di procedere con un certo ordine, cominceremo a registrare innanzitutto la versione che un'agenzia — la Ari, notoriamente legata ad ambienti di destra — fornisce questa sera in merito al colloquio avvenuto ieri al Viminale tra il Presidente del Consiglio, Fanfani, ed i ministri Preti, Andreotti e Tambroni. Era corsa la voce che durante la riunione il ministro Preti avesse minacciato le proprie dimissioni, sdegnato a causa delle indiscrezioni che erano state fatte — ed evidentemente non per sua iniziativa — dopo il Consiglio dei Ministri di sabato. Senza alcun dubbio, e contrariamente agli impegni assunti durante la seduta, qualcuno dei partecipanti aveva riferito particolari della discussione che ponevano in luce non favorevole l'on. Preti, che sarebbe stato allora accusato di leggerezza per il suo operato. L'Ari asserisce che non è stato ieri, in occasione della riunione a quattro in Viminale, che Preti ha protestato: avrebbe fatto i suoi reclami già domenica mattina. Scrive difatti l'agenzia: < Il Ministro delle Finanze, non appena lette le indiscrezioni intorno al Consiglio dei Ministri, chiamò al telefono l'on. Saragat che è ritornato per pochi giorni, come si sa, a Saint Vincent e lo informò dei fatti lamentandosi vivacemente perché, nonostante la parola d'onore con cui il Presidente Fanfani aveva impegnato i Ministri del Gabinetto a non fare indiscrezioni, queste non solo erano trape late lo stesso, ma erano state impostate in modo da fare apparire la posizione dell'on Preti del tutto difforme da quella che egli aveva tenuto in seno alla riunione consi 1;are >. Era domenica, e Fanfani, come si sa, era andato a Cadenabbia per incontrarsi con il cancelliere Adenauer, e non riuscì possibile, né a Saragat né a Preti, raggiungerlo per telefono. Di fronte agli impegni diplomatici del Presidente del Consiglio si infransero pertanto le intenzioni polemiche dei socialdemocratici, e fu soltanto lunedi mattina che Saragat riuscì a prendere contatto telefonico con l'on. Fanfani che nel frattem¬ po era tornato a Roma. Racconta l'Ari: «In particolare, l'on. Saragat accusava esplicitamente i ministri Tambroni e Andreotti di aver fatto, essi, circolare le notizie pubblicate dai giornali sull'andamento del Consiglio dei Ministri ». Fanfani allora si mise all'opera, riuscendo a liquidare la questione con soddisfazione reciproca dei tre ministri chiamati in causa (Preti, Tambroni ed Andreotti) sicché, sempre secondo l'Agenzia, « nell'incontro di ieri sera non si ritornò più sull'argomento, ma bensì si attuò un effettivo coordinamento tra l'azione dei tre Ministeri allo scopo di addivenire entro il più breve tempo possibile all'accertamento della verità dei fatti sull'Anonima banchieri ». Sia pure al fine di rettificare qualche informazione di dettaglio, continua dunque ad essere usato largamente, come si .vede, il sistema di fornire indiscrezioni alla stampa. Debitamente le registriamo con la massima obbiettività, ma non senza osservare che questo metodo deve aver pure un senso che lo giustifichi. E* in corso tutta una campagna contro l'on. Preti, attraverso il quale sì cerca di colpire la stessa alleanza fra socialdemocratici e democristiani al governo. Non a caso si cerca di accreditare la voce di un dissidio fra Preti, personalmente, ed Andreotti, che sarebbe di tale natura da rendere incompatibile la loro contemporanea permanenza al governo. Non a caso si attribuisce alla proposta liberale per un'inchiesta parlamentare il fine ultimo di creare al governo tali imbarazzi da indurlo alle dimissioni, e non a caso, infine, nella giornata di oggi si è delineata un'altra manovra contro il governo di centro-sinistra. Essa viene, stavolta, da parte di un'altra formazione di destra, ed anzi in modo concomitante dai due partiti monarchici, cioè dal nazionale di Covelli e dai popolare di Lauro, ritrovatisi sul piano di una effettiva unità d'azione. Tutti e due, attraverso loro portavoce autorizzati, si sono dichiarati contrari alla proposta ' liberale di un'inchiesta parlamentare, E' abbastanza facile capire il senso dell'atteggiamento dei monarchici. Essi hanno pensato profittevole intonare un canto di sirena all'indirizzo di quei gruppi o di quelle correnti della de (precisamente, quelle di destra) che non amano la solidale cooperazione con il psdi. E' una manovra abbastanza ingenua, ma la seconda fin da stasera l'agenzia Dies, che appunto è l'espressione di- certe correnti democristiane di destra'. Essa prende difatti posizione contro tutti i socialdemocratici chiamati in causa, e non soltanto attacca Preti, ma attacca pure Saragat rimproverandolo aspramente, quanto ingiustamente: «La scorsa settimana venne a Roma per appianare la faccenda, esaminò 1 fatti, si incontrò con Preti, si recò alla redazione della Giustizia, diede disposizioni, lasciò un articolo per chiarire i suoi punti di vista, e ripartì per la villeggiatura, senza aver fatto nulla di quello che si poteva attendere daun leader di un partito in queste circostanze >, Che cosa Saragat avrebbe dovuto fare, dall'agenzia non viene detto: essa precisa, tuttavia, che non si può restare soddisfatti del « sacrificio » del dott. Matacena, dimessosi da capo dell'ufficio stampa del ministero delle Finanze. Come è assai trasparente, non è la testa di Matacena che reclamano i democristiani di destra, ma quella di Preti. Chiusa comunque questa parte di più largo interesse politico, c'è da notare che la Giustizia pubblicherà domani una lettera del dott. Matacena, il quale conferma di aver consegnato ad un redattore dell'Espresso il dibattuto memoriale: «Anzi — gli dissi — se vuole leggerlo con tranquillità, lo porti via con sé e me lo rimandi o me ne faccia fare una copia >. Aggiunse anche di non ritenerlo, personalmente, degno di fede: ma riconosce che l'Espresso, dopo le avvenute pubblicazioni sulla iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiiimiiiiiiiii Mi Voce Repubblicana, «si sentì logicamente sotolto da qualsiasi riserva e da qualsiasi impegno^ Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Lauro, Roma, Saint Vincent