Smentito l'alibi dell'assistente che voleva eliminare la famiglia

Smentito l'alibi dell'assistente che voleva eliminare la famiglia Nuovo interrogatorio dell'imputato in carcere Smentito l'alibi dell'assistente che voleva eliminare la famiglia Precise testimonianze sull'ora in cui egli avrebbe messo in atto il piano criminale - Solo un pazzo poteva concepire un secondo progetto di strage - Il Rigassio sarà sottoposto a perizia psichiatrica? Un magistrato della Procura ed un cancelliere ieri sono andati ad interrogare di nuovo Angelo Rigassio nell'interno delle «Nuove ». Già la sera prima egli aveva avuto la notifica dell'ordine di axroàto con la imputazione di duplico tentato omicidio. Ieri il magistrato gli ha contestato i due reati. L'interrogatorio è stato molto breve. « Di quel che mi dite, non so nulla», si è limitato a dichiarare il Rigassio. « Per me 11 foro nel lappo del bocchettone ha una scia spiegazione: è stato falto da mia moglie, la quale, poveretta, non è a posto di niente. Voi non ci credete, non so che cosa dirvi ». Non è sembrato neppure triste. In carcere dicono che egli passi ore ed ore a fischiettare. Non è da escludere che sia sottoposto a perizia psichiatrica. La sua condotta è dettata da un movente criminale cosi efferato clic stupisce credere possa nascere da una mente del tutto sana. Le indagini ormai hanno fatto luce completa sul caso di via Giacomo Dina. Angelo Rigassio voleva uccidere la moglie, che aveva sempre maltrattato, c la figlia Liliana, perché non riusciva a staccarla da sua madre. Se avesse potuto allonta7iarla di casa, senza troppo sospetto, pensiamo clic lo avrebbe fatto, come per il figlio di 14 anni che mandò a dormire presso i nonni. Non gli riuscì e decise che morissero madre e figlia insieme. Si sa che fece il foro mercoledì verso le 18. Egli aveva dato l'appuntamento alla moglie per le 18 nello studio di un ginccolo go (la moglie è all'ottavo mese [di gravidanza), ma egli vi giunse' che erano quasi le 19. Nel pomeriggio si era recato a Rondissone, in bicicletta raggiunse il casello dell'autostrada e qui atteso il pullman da Milano. Lo prese che erano le 16,09. La polizia ha avuto un testimonio preciso[nel casellante Carlo Binello ' A Torino giunse prima delle 17. Corse a casa, e lo udì l'in-lquilina clic abita di fronte, fece il buco, lo coperse con nastro isolante, che si ripromise di staccare al momento opportuno, infine andò dal medico alle 19, giustificandosi con la moglie che il lavoro l'aveva costretto a fare tardi. Dopo cena, fece coricare moglie e figlia, staccò il nastro (di poco perché non si udisse il sibilo del gas) ed usci. La polizia ha rintracciato anche il negoziante che gli vendette il nastro qualche giorno prima. Angelo Rigassio ha spiegato 11 ritardo all'appuntamento dicendo di non essersi accorto del tempo che passava, mentre, seduto su una panca di corso Peschiera, leggeva il giornale. Già si è detto che fu tradito da una telefonata da lui fatta ad un suo dipendente con la quale gli imponeva di andare in un magazzino di attrezzi, prendere un tubo di gomma ed una scala di corda, fare a pezzi l'uno e l'altra e gettare i pezzi in un chiusino. Egli si è messo senza possi'biltà di difesa in mano alla giustizia per aver voluto nascondere un secondo crimine progettato. Poiché in Italia non si fa il processo alla intenzione, anche se l'intenzione già si è manifestala con un qualcosa di falto, Angelo Rigassio non sarà chiamato a rispondere di aver predisposto anche la strage della famiglia della sua amica. Egli aveva forato il soffitto di due camere (dove dormivano il marito della donna ed i tre figli) all'altezza della lampada centrale, si che i fori- erano mascherati dalla coppetta superiore. Pensava di prendere il gas dal bocchettone esterno e portarlo nelle due camere con il tubo di gomma che faceva correre sopra il soffitto, sul solaio dell'alloggio, che è all'ultimo piano dolio stabile. Un piano veramente diabolico. Alla polizia ha dichiarato die i buchi gli erano stati ordinati per far passare il filo dell'antenna del televisore. Sia la moglie che il marito, che abitano in quell'alloggio, hanno negato di avergli dato un simile incarico. « Non abbiamo il televisore e non abbiamo intenzione di prenderlo perché ci mancano i denari. E' vero invece che lo avevamo pregato, perché addetto alla manutenzione, di guardare il soffitto dell'ingresso perché lasciava cadere l'acqua quando pioveva ». La donna, che ha ammesso di avere avuto lunga relazione con il Rigassio, ha altresì spiegato che da un mese ella intendeva rompere i rapporti perché temeva che il figlio maggiore se ne fosse accorto. Ma il Rigassio non voleva saperne. Può darsi clic la richiesta della donna lo abbia sconvolto al punto da portarlo a preparare due stragi. Uno dei casellanti interrogati sull'alibi del Rigassio

Persone citate: Angelo Rigassio, Carlo Binello, Rigassio

Luoghi citati: Italia, Milano, Rondissone, Torino