Dilaga lo scandalo dell'«Anonima Banchieri» e arrivano le prime denunce alla Magistratura di Giovanni Giovannini

Dilaga lo scandalo dell'«Anonima Banchieri» e arrivano le prime denunce alla Magistratura L'azione di due creditori contro il parroco di Runco e un suo nipote ai quali avrebbero prestato due milioni con scadenza al 29 di questo mese Le grandiose opere costruite nel paese con il sistema Giuffrè In due bassorilievi dell'asilo sono raffigurati come benefattori il commendatore e lo stesso parroco - Sarebbe stato sequestrato un carteggio che prova i rapporti d'affari tra il rag. Casarotti e il capo dell'organizzazione (Dal nostro inviato speciale) < Ferrara, 26 agosto. La polizia tributaria ha proceduto stasera alla prima perquisizione dell' abitazione di un sacerdote: la canonica di don Otello Grandi parroco di Runco, una frazione del Portuense, zona dell'Emilia e della Romagna dove più intensa è stata negli ultimi anni l'attività dellVAnonima' banchieri». Contro lo stesso sacerdote, inoltre, è stata presenta*.?, oggi alle 18 una regolare denuncia, la prima che sia data di registrare dall'inizio di tutta la vicenda. L'avv. Enrico Fontana di Ferrara ha denunciato il parroco dì Runco e il suo nipote-segretario Ivo Lancelotti, per mandato di due dienti dei quali non ha voluto rivelarci il nome. Costoro, ììcoudo quanto l'avvocato hn esposto al Procuratore de: la Repubblica dott. Adilardi, avrebbero prestato esattamente un anno addietro la somma complessiva di due milioni di lire al parroco e al nipote, i quali avrebbero rispettivamente firmato e controfirmato una ricevuta del seguente tenore: « Ricevo in deposito dai signori.... la somma di due milioni di lire che mi impegno a restituire entro il 29 agosto 1958 >. Mancano quindi ancora alcuni giorni alla scadenza ma, davanti al dilagare dello scandalo della « Anonima banchieri > e all'allarme generale per un imminente crack, i due creditori sì sarebbero decisi a chiedere con qualche anticipo a don Otello la restituzione dei quattrini. Il parroco avrebbe risposto, stando sempre al racconto dell' avvocato, invitandoli ad aspettare non il 29 agosto ma tre mesi almeno, ad attendere cioè che il commendator Giuffrè mantenga le sue promesse di restituire tutto 11 danaro a lui fatto affluire non soltanto dal parroco di Runco. I due creditori, stretti dal bisogno, non si sono lasciati convincere ed hanno incaricato l'avv. Fontana di sporgere regolare denuncia. Al Procuratore della Repubblica è stata consegnata anche la ricevuta che, si noti, è redatta con formula più impegnativa di quella solitamente adottata dalla «Anonima». Il Giuffrè, infatti, accettava in genere denaro «in amminlstraaione», cautelandosi cosi contro ogni evenienza: la amministrazione, infatti, può andare bene e consentire non soltanto la restituzione della somma ma la corresponsione di più o meno alti interessi, ma può anche andare male e concludersi non solo senza vantaggi ma perfino con la volatilizzazione del capitale. La formula «in deposito» invece, non consente alternative: il denaro consegnato dev'essere restituito nei termini pattuiti. Se entro venerdì prossimo 29 agosto don Otello Grandi non sarà in grado di rimborsare i due milioni, la magistratura procederà automaticamente contro di lui. Intanto sul piano fiscale è intervenuta, come abbiamo detto all'inizio, la Guardia di Finanza con una perquisizione intesa ad accertare se, nel corso dei movimenti di capitale relativi alle «operazioni Giuffrè », il sacerdote abbia o meno osservato le norme di carattere tributario. Analoga perquisizione veniva compiuta contemporaneamente nella casa del nipote Lancelottl a S. Bartolomeo in Bosco nel comune di Ferrara. A notte inoltrata, la polizia è ancora in tutte e due le abitazioni. A Runco 1 movimenti di capitale ci sono stati e in quantità rilevante. La frazione è piccolissima, spersa nella piana fra Ferrara e le valli di Comacchio, ma non è dimoile trovarla: accanto alle poche e modeste case spicca una serie di edifici nuovi ed eleganti, frutto delle Infinite benefiche iniziative di don Otello e del comm. Giuffrè. Siamo stati l'altro giorno a trovare il parroco che, insieme al nlpot», ci ha ricevuto e senza alcuna difficoltà ha accettato di parlarci della spinosa questione. « Sissignore — è esploso subito, abbracciando col gesto gli edifici attorno — tutte Iniziative mie, qualche volta con l'aiuto del comm. Giuffrè: a con questo? C'è qualcosa di male a costruire un grande asilo, a restaurare una canonica, a fare delle case? Dica pure che avevo ancora del progetti e che non ho rinun-, ciato affatto a portarli in porto ». L'asilo è grande davvero e basterebbe ai bambini di un paese grosso cinque o sei volte Runco; la chiesa è graziosa, la canonica è sistemata con gusto; ma 1 progetti di don Otello per questa frazionerà sperduta erano, e a quanto sembra sono ancora, mirabolanti. Ci racconta la storia di un'immagine della Madonna che a alcuni rossi del paese » — dove tutti o quasi sono rossi — avrebbero gettato nel '50 dentro una trebbiatrice e che un anno dopo sarebbe stata ritrovata intatta dentro una balla dì paglia: per questo ritratto miracoloso è già stato costruito un tabernacolo nella chiesina, ma don Otello vuole ben altro, pensa a un grandioso santuario per la sua «Madonna della Trebbia». E infanto progetta un istituto, una moderna sede per le Acll e, cosa più curiosa, una casa di riposo per bersaglieri. L'idea gli era venuta per la presenza in paese di un unico ber- < sagliere centenario, e nemmeno la morte l'anno addietro del glorioso veterano l'ha- indotto ad abbandonarla. Sa il Cielo cosa sarebbe diventata Runco se l'organizzazione Giuffrè non fosse entrata in crisi. Con noi, il parroco — dopo 1 moniti del suoi superiori — non ha voluto parlare troppo dell'ingegnoso commendatore di Imola, ma in compenso ha pensato il nipote (quello stesso oggi denunciato insieme allo zio), che era presente al colloquio, a tessere le più alte Iodi e ad esprimere l'assoluta sicurezza che il Giuffrè è in grado di mettere a posto tutto. Il parroco — un uomo vigoroso sulla sessantina — taceva, ma dava segni di evidente consenso. L'unico momento in cui don Otello ha accusato un qualche imbarazzo è stato quando gli abbiamo chiesto della faccenda del due bassorilievi nell'asilo, uno dei quali raffigura il Giuffrè (è va bene, era il benefattore ufficiale) e l'altro luì stesso, don Grandi: «Non lo sapevo, mormora, fu un brutto scherzo fattomi ' dal miei parrocchiani ». Gli accenni al finanziamento di tante opere, invece, non lo im barazzano affatto. Ammette di avere raccolto denaro e di averlo dato al Giuffrè, di averne ricevuto in misura maggiore: quanto, non ricorda o non vuole raccontarlo a noi. « Ma lo, specifica, facevo anche per conto mio», e ci mostra un volantino in inglese che inviava in America per chiedere soldi allo scopo di tirare su il santuario: sul retro del foglietto spicca, sempre in inglese, l'autorizzazione di Sua Eccellenza Reverendissima Conte Ruggero Bonelli (anzi «Bonelly ») arcivescovo di Ferrara, morto tre anni addietro, la cui figura spicca oggi in grandezza naturale nel marmo, distesa sul sarcofago nella navata destra del Duomo della città estense. Ora 11 dinamico parroco è sotto la minaccia di un'azione giudiziaria dopo la denuncia dei due creditori (ma abbiam l'idea che prima della scadenza del 29 agosto i due milioni saltino fuori) ed è alle prese con la Tributaria che vuole vedere se in tanto movimento di milioni don Otello, cosa ad occhio e croce piuttosto Improbabile, abbia meticolosamente osservato ogni norma sull'Ige, Ricchezza Mobile, e cosi via. Sotto un aspetto sostanziale la linea dì condotta della Tributarla è abbastanza chiara dopo le perquisizioni in casa dei vari Casarotti, Alessandri, Sabatini, Raffaelii, Gavelli: essa mira a fare luce sugli anelli di congiunzione, sulle persone cioè, a torto o a ragione sospettate di far da intermediari fra gli appaltatori dì danaro e il comm. Giuffrè. Su tutto la po lizia, naturalmente, mantiene il più assoluto riserbo, ma sem bra assodato per 11 Casarotti il sequestro di un carteggio col Giuffrè con chiari accenni ad affari per decine di milioni: il ragioniere ferrarese avrebbe subito oggi pomeriggio, a Bologna, il personale interrogatorio dal principale inquisitore, il colonnello Bernardi, comandante la Legione Guardia di Finanza dell'Emilia e della Romagna. Sempre a proposito del Casarotti, si è sparsa stasera la voce che il prof. Erminio Sciarpi, Ubero docente di statistica all'Università, abbia rinunciato all'incarico di consulente fiscale del ■ ragioniere ferrarese affermando che, considerati gli sviluppi della situazione, esso non sarebbe compatibile con la sua dignitì. professionale. La polizia tributaria sta lavorando con rapidità zelo e capacità degni veramente d'elogio, ma è un'azione la sua che richiederà del tempo (ricordiamo ancora che si prevede l'interrogatorio di trecento persone in sei o sette province). La situazione potrebbe però precipitare con delle denunce alla autorità giudiziaria analoghe a quella presentata oggi a Ferrara. I giornali della sera danno già notizie di una denuncia (ma il Procuratore della Repubblica di Ferrara dichiara di nsdp«el eer L'on. Preti (a sinistra) dopo il colloquio con il col. Bernardi a Bologna (Telefoto) non averla ancora ricevuta) sporta non da un creditore ma dal signor Vincenzo Caputo, presidente dì una a noi ignota « Associazione nazionalistica italiana » e del seguente tenore: «Allo scopo di promuovere un'azione giudiziaria valevole ad accertare le precise responsabilità connesse con l'attività fraudolenta del comm. Giovambattista Giuffrè, si sporge denuncia a carico del predetto per i seguenti reati: aggiotaggio, previsto e punito dall'art. 501 Codice Penale (rialzo e ribasso fraudolento dei prezzi sul pubblico mercato e nel le Borse); truffa (art. 640 Co dice Penale); abuso della credulità popolare (661 Codice Penale) ; possesso ingiustificato di valori (708 Codice Penale) ». « Tale azione giudiziaria — si legge in un comunicato del querelante ai giornali — mira soprattutto a perseguire eventuali responsabilità politiche e ad impedire che in mancanza di denuncia delle parti lese (timorate di conseguenze a proprio danno) il clamoroso caso possa rimanere circoscritto entro i limiti della semplice responsabilità fiscale » Spetta ora alla magistratura valutare la reale sussistenza o meno dei reati indicati dal ccSsrsGsignor Caputo e che non richiedono particolare illustrazione. L'accusa dì aggiotaggio, come già abbiamo detto nei giorni scorsi, sarebbe basata sulla tesi, In verità piuttosto ardita e comunque estremamente difficile da provare, che 11 rastrellamento di danaro da parte dell'* Anonima Banchieri » in certe zone dell'Emilia e della Romagna abbia portato a una diminuzione dei depositi postali e degli investimenti in titoli di Stato. Più importante di queste argomentazioni giuridiche appare comunque l'atteggiamento dei creditori. I due di Ferrara (sembra trattarsi di due artigiani) che hanno sporto oggi denuncia saranno forse tacitati entro la scadenza del 29 agosto dal parroco o dal Giuffrè: ma questo precedente non scatenerà una corsa alle richieste di restituzione da parte di migliaia di persone finora incerte se credere alle ultime promesse del commendatore attendendo qualche mese, o se muoversi subito? Il far luce sull'« Anonima Banchieri » richiederà meno tempo di quanto si pensava nonostante ogni genere di dif-l «colta. Adesso ci si sono messi! anche i ladri a battere in velo-|cita 1 poliziotti nel perquisire | per primi e per loro uso per-isonale la villa fiorentina dellGiuffrè (ma al misterioso e tempestivo svaligiamento si inclina a credere peco negli uffici dell'autorità inquirente). Non c'è dubbio: siamo davanti a una delle più curiose singolari storie del nostro tempo. Giovanni Giovannini Zia JFl£2.a.n»i Ita L Dilaga lo scandalo dell'«Anonima Banchieri» e arrivano le prime denunce alla Magistratura