Una donna ha vinto la traversata della Manica distaccando di quattro ore il primo degli uomini

Una donna ha vinto la traversata della Manica distaccando di quattro ore il primo degli uomini Nou Ha battuto il n rimato assoluto net* soli dieci minuti Una donna ha vinto la traversata della Manica distaccando di quattro ore il primo degli uomini £ americana, si chiama Greta Andersen, e ha 30 anni - Per tutta la corsa il marito l'ha seguita in battello suonando dischi di "rock 'n 'roll,, Su trenta concorrenti, tra cui quattro donne, ne sono arrivati solo sei - Il secondo è un pakistano - Alla vincitrice un premio di 900 mila lire (Nostro servizio particolare) Londra, 23 agosto. Per il secondo anno consecutivo, una donna ha sconfitto tutti gli uomini nella traversata del Canale della Manica: l'americana Greta Andersen, olimpionica dei 100 metri stile libero a Londra nel 19Ji8, ha superato i 35 chilometri che separano la costa francese da quella inglese, in undici ore esatte, battendo ventinove concorrenti, tra cui parecchie donne, che alle 2,05 di stamane avevano iniziato la sfibrante nuotata da Gap Gris Nez, sulla costa francese. L'altr'anno era stata la stessa Andersen a cogliere la vittoria nella traversata della Manica. Per soli dieci minuti la trentenne signora Andersen (danese di nascita) non ha battuto il primato assoluto stabilito otto anni fa in dieci ore e 50 minuti dall'egiziano Hassan Abdel Rehim. Ita bionda nuotatrice, scortata dal battello del marito che ha suonato su un piccolo grammofono centinaia di dischi di « ronck'n'roll », ha sbalordito tutti per la sua resistenza e velocità. Fin dalle prime ore di gara, i motosca- fi e gli elicotteri che accompagnavano i concorrenti avevano comunicato per radio messaggi come questi: «Fi/a come una bomba », < Sembra un canotto a motore», « Dobbiamo aumentare la velocità per tenerle dietro ». Ventisei «omini e quattro donne si erano tuffati nella oscurità del mattino nelle buie acque di Cap Gris Nez, con i corpi ben unti di grasso, tra le ovazióni di una folla di entusiasti e di giornalisti. Dei trenta concorrenti solo sei hanno terminato la gara, ma il quarto, il turco Yemen, è stato squalificato per aver toccato terra all'estremità di un molo invece che sulla costa. Gli altri si sono ritirati durante la traversata, chi per stanchezza, chi per crampi o per altri disturbi. La Andersen ha dimostrato una riserva di energia incredibile. Ha superato gli ultimi cento metri a potenti bracciate, come si fosse tuffata allora allora in una piscina per sciogliersi i muscoli. Poco dopo prendeva terra al «guado del morto », uno scoglio al piede di una rupe scoscesa, si arrampicava sulla roccia come se andasse a spasso o inseguisse farfalle, e poi salutava la folla con larghi gesti delle braccia e un sorriso radioso. Pareva una turista in gita domenicale: le undici ore di nuoto non sembravano aver lasciato traccia su di lei. Inutile dire che' tale presentazione della nuotatrice ha raddoppiato l'entusiasmo dei presenti che l'hanno lungamente applaudita. La vincitrice ha migliorato largamente il record femminile di traversata della Manica dalla Francia all'Inghilterra che era stato stabilito il 16 agosto 1951 in 1B ore e 1,2 minuti dall'inglese Brenda Fisher. Alla Andersen che è sposata a un insegnante di cultura fisica, John Sconichsen, va il primo premio di 500 sterline (quasi 900 mila lire italiane). Per dare un'idea della stupenda prestazione della danese-americana, basti pensare che il secondo arrivato, il pakistano Brogan ' Das ha raggiunto la riva quattro ore dopo di lei, avendo impiegato H ore e 57 minuti. Terzo è stato l'inglese Ronald Tarr con 15 ore e 17 minuti. I trenta concorrenti partiti all'inizio rappresentavano sedici paesi. La gara è stata durissima. «Ltc corrente mi era contraria — ha detto la Andersen dopo essersi riposata e rifocillata. — Mi ci è voluta un'ora e mezzo per superare gli ul timi trecento "m7tri!~Sei\hi-lometri dopo l'inizio avevo cominciato a sentire il mal di mare. La testa mi girava. Mi sembrava di non farcela e varie volte mi è venuta l'idea di smetterla. Ma mio marito, che mi seguiva su un motoscafo, mi incitava mostrandomi una lavagna sulla quale aveva UIIIIIIIilllllllllllllIllllllllllllllllllllllllllllllllli scritto col gesso; "Forza Gre ta, non cedere! Coraggio, ce la fai! Bada che tutte le altre donne sono ancora in gara! Non mollare!". Oltre alle 500 sterline è andato alla vincitrice un trofeo del valore di un migliaio di sterline. I premi erano stati messi in palio dall'organizzatore Billy Butlin che ogni anno fornisce a nuotatori di tutto il mondo l'occasione di questa eccezionale prova. All'inizio della gara il favorito Alfredo Camarero, argentino, era passato in testa, ma a due terzi del percorso aveva dovuto cedere dinanzi alla maggiore velocità della danese, che è riuscita a percorrere undici miglia in quattr'ore, lasciandosi molto addietro l'imbarcazione di controllo che per poco non l'ha perduta di vista. Camarero si ritirava dalla estenuante prova dopo sette ore e mezzo, non potendo resistere ai crampi e a un dolore all'inguine. La danese racconta che la testa le girava sempre più e talvolta le sembrava di perdere i sensi, mentre gli inevitabili crampi cominciavano a darle fastidio. Non era certo la musica di « rock and roH » che arrivava da una imbarcazione, che poteva farle passare tutto questo. La visibilità, intanto era diminuita, tanto che gli organizzatori avevano pensato di avvertire le navi della zona per un'eventuale ricerca di qualche nuotatore disperso. Mentre tutti si meravigliavano della resistenza di Greta, lei era sfiduciata e scontenta di se stessa. Durante la gara, non aveva la sensazione della sua prestazione e del suo trionfo. Ecco perché, appena è caduta nelle braccia del marito, dopo l'arrivo, ha detto: <Mi dispiace, caro, non ca l'ho fatta a battere il primato ». Dopo quindici ore e 25 minuti dalla partenza, giungeva a riva il quarto, il turco. Haidun Ismen, mentre si aveva notizia che solo due altri nuotatori erano rimasti in gara, il francese Rc.phael Morand e il messicano Ramon Ocana. ITI. C. La nuotatrice americana Greta Andersen all'arrivo sulla spiaggia di Dover (Tel.) Hlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllltlllllllllllllllllllllllllllllllllltllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll

Luoghi citati: Dover, Francia, Inghilterra, Londra, Yemen