Duemila villeggianti bloccati a Bognanco dalle strade franate di Gino Nebiolo

Duemila villeggianti bloccati a Bognanco dalle strade franate Allarme nell'Ossola per la pioggia che ingrossa ì torrenti Duemila villeggianti bloccati a Bognanco dalle strade franate Qualcuno è sceso a piedi a Domodossola - Notte di terrore negli alberghi - Una centrale elettrica allagata - In frazione San Giovanni il maltempo ha ostacolato i soccorsi e le ricerche delle 5 vittime mancanti - Ancora sconosciuti i 4 turisti francesi annegati (Dal nostro inviato speciale) Domodossola, 21 agosto. Su tutta la Val d'Ossola piove ancora, tra situazione, che ieri sembrava tendere a un miglioramento, si è aggravata. Noti c'è stato un minuto, oggi, in cui dal cielo non siano cadute cateratte d'acqua; nelle alte valli i temporali continuano, nuvole nere si scatenano contro le montagne. I torrenti sono nuovamente in piena. A San Giovanni di Crevola, dove il monte si è squarciato e la gigantesca frana è precipitata sul borgo uccidendo tredici persone, il torrente Diveria è grosso e minaccioso, a nulla è valso l'ampio bacino che ha creato. Una casa rimasta in piedi, ieri aveva l'acqua all'altezza del primo piano, stasera ha il tetto quasi completamente sommerso. Nella piana di Domodossola il Toce, il Diverta, il Bogna, e gli altri fiumi premono contro gli argini. I reparti mobilitati nella zona, esercito, carabinieri, polizia, vigili del fuoco, squadre del Genio Civile, operai di imprese private, sono costretti a rallentare il lavoro quando non lo devono sospendere. Non è stato neppure possibile proseguire le ricerche dei cinque corpi delle vittime di San Giovanni ancora mancanti. La valle Bognanco ha vissuto il suo dramma martedì sera e trascorre tuttora momenti di ansietà. Il maltempo che infuria da domenica ha provocato una catastrofe. Non si sono avute vittime ma il disastro è stato grave, e grande il terrore che si è impadronito dei duemila villeggianti del paese termale. L'acqua dei temporali ha ingigantito decine di piccoli rigagnoli dando loro una forza irresistibile; essi hanno divelto macigni e ne hanno proiettato alcuni a centinaia di metri di distanza. Una impressionante catena di frane è caduta suda strada che porta a Domodossola. Il torrente Bogna, che corre in un orrido profondo ha moltiplicato il suo volume, ha inghiottito il fabbricato di una centrale elettrica, ha fatto saltare una diga, strappato chilometri di sponde. Ma i danni più evidenti e la paura maggiore si sono avuti a Bognanco. Abbiamo raggiunto il paese questo pomeriggio. Possiamo assicurare che l'impresa non è facile. A due chilometri da Domodossola (Bognanco è lontana sette chilometri e mezzo), in regione Torno, la strada è stata asportata: tutto il terriccio ed i sassi della frana formano un muro quasi perpendicolare sul torrente, che schiumeggia in fon¬ do ad una gola. Per superare quel tratto, lungo una ottantina di metri, non c'è che camminare su una cresta strapiombante. Non abbia/no visto — come invece avevamo visto a San Giovanni — funi di sicurezza per chi vuole portarsi dall'altra parte. Per tre chilometri abbiamo contato tredici frane. Quasi tutte ostruiscono la strada. L'ultima, quasi all'altezza della centrale della Società Idroelettrica dell'Ossola, è la più imponente La si attraversa passando a guado un canale formatosi in mezzo ai detriti. La centrale è scmiallagata. La vecchia costruzione un tempo sede di turbine è sommersa. La abitava il guardiano Luigi Rossi, con la moglie ed un figlio. Il Rossi, appena sentito uno schianto nella notte (erano circa le 21,15), è uscito con la famiglia. Pochi attimi dopo la casa spariva sotto l'acqua. Nell'altro edificio si trovava mi operaio, Giuseppe Pioda. Avuta percezione del pericolo, si attaccava al telefono e tentava di comunicare con Domodossola per dare l'allarme. Una ondata ha spezzato i cavi. E' riuscito a correre sul piazzale, ad arrampicarsi, aggrappandosi ad un cavo, fi>i sulla strada, mentre il torrente invadeva la centrale. I macchinari sono danneggiati. Una enorme con¬ dotta forzata è stata portata via. Parte della diga a valle della centrale non ha resistito all'impeto ed ha ceduto di colpo. Ora il Bogna vi passa dentro a velocità inaudita. Bognanco è senza animazione, sembra deserta. Invece vi sono ancora dentro quasi duemila persone: qualche centinaio ha tentato l'avventura ed è già sceso a Domodossola. Le vie del paese verso il fondovalle sono sgombre. Il disastro è accaduto più in alto, intorno agli stabilimenti termali, intorno a due alberghi e ad un grosso casamento. E' qui che martedì sera è accaduto quello che la gente chiama il finimondo. Dal monte San Lorenzo vien giù un ruscello, il Busi, secco per quasi tutto l'anno Dopo le piogge le sue rive non hanno potuto contenere tanta acqua, si sono allargate, hanno preso in mezzo sassi e terriccio, si è intasato, ha fatto un piccolo lago che improvvisamente si è squarciato, arrivando addosso all'albergo Regina, pieno di villeggianti. E' stata una scena molto rapida. 1 clienti erano quasi tutti nelle loro stanze, altri pochi nel salone e nei bar del paese. Il ruscello ha sfondato un'ala ed ha, distrutto sei camere: erano fortunatamente vuote. Sono scomparse con i mobili ed i bagagli che vi erano dentro. All'assordante boato la gente dell'albergo e la proprietaria, signora Mascazztni, si sono precipitati all'aperto. Un ultimo sfogo del ruscello ha distrutto anche un bagno e minacciato il salone. La casa, una costruzione civettuola dipinta in tinte vivaci, è stata sgomberata. Una squadra di soccorso ha preso una ventina di clienti e li ha portati negli altri alberghi. Una fenditura percorre dall'alto al basso il muro del < Regina », che dovrà esaere ricostruito dalle fondamenta. Un secondo corso d'acqua, ti torrente Rio — clic.a un certo punto viene dirottato in un canale sotto il parco delle terme Ausonia - ■ ha intasato il suo alveo ed è dilagato ovunque. Il bel parco è ridotto a un ammasso di alberi divelti. Un macigno del peso di oltre 200 quintali è partito dalla montagna e dopo un volo di un centinaio di metri ha colpito una dependence dell'hotel c Milano », è passato attraverso due stanze in cui dormono il portiere e un cameriere dell'albergo, ed è finito nelle autorimesse sfondando sci automobili. Il portiere e il cameriere stavano rincasando, se fossero arrivati due minuti prima sarebbero morti. In paese i villeggianti (molti lombardi di Milano, Varese, Busto Arsizio e picìnontcsi di Torino, Alessandria, Novara, Vercelli) non vedono l'ora che la strada sia riattivata per andarsene. La magra stagione di Bognanco è finita. Soltanto questa sera si è saputo che in valle di Antrona sono cadute sette frane. La più grande è in frazione Prato di Viganella che ha bloccato un j centinaio di persone e due cor! nere. La strada è stata riaper '<* alle 18 di ieri e alla stessa 'oro 50,10 statt riattivati t colle ffaroenti interrotti dei telefoni le della corrente elettrica. I Gino Nebiolo

Persone citate: Busi, Crevola, Giuseppe Pioda, Luigi Rossi, Toce