Trovata l'ultima lettera di un caduto del '15-'18
Trovata l'ultima lettera di un caduto del '15-'18 Trovata l'ultima lettera di un caduto del '15-'18 Un hnenle di vent'anni la scrisse ai genitori e ai fratellini poci. ore prima di andare all'attacco - Ora si cercano i destinatari Genova, 16 agosto. Una nobilissima lettera, scritta il giorno prima dì morire in combattimento sul Monte Ortigara dal tenente Adolfo Fusara, di 20 anni, e diretta ai suoi familiari, è stata ritrovata recentemente da Vittorio Benetti da Asiago il quale, allora ragazzo, l'aveva ricevuta nel 1922 da un cprrztore di sp'mc che, a sua volta, taveva trovata su un cadavere. Il Benetti smarrì la lettera e la ritrovò solo di recente, quando l'aveva .ormai del tutto dimenticata. Riconosciutone il significato spirituale e morale egli provvide a consegnarla ai carabinieri porche potesse essere recapitata ai genitori o ad altri familiari dell'ufficiale scomparso. I carabinieri dì Genova stanno svolgendo ricerche in città e nei dintorni perché hanno ragione di ritenere che ancora vi abitino 1 familiari del te. nente Fusara. Nella lettera, stilata alle ore 24 del 16 giugno 1917, il tenente Fusara, rivolgendosi ai genitori dice: «Scrivo questo foglio nella speranza che non vi sia bisogno di farvelo pervenire. Non ne posso fare a mene. Il pericolo è grave e imminente e avrei un rimorso se non dededicassi a voi questi istanti di libertà per darvi un ultimo saluto. Voi sapete che io odio la retrovia. No, non è retrovia quella che sto facendo. Sento in me la vita che reclama la sua parte di sole, sento le mie ore contate, presagisco una morte gloriosa, ma fra cinque ore qui sarà un inferno. Fremerà la terra e si oscurerà il cielo, una densa caligine coprirà ogni cosa e rombi e tuoni e boati risuoneranno tra questi monti, cupi come le esplosioni che, in questo istante medesimo, sento in lontananza >. Lo scritto prosegue: « Il cielo si è fatto nuvoloso: piove, vorrei dirvi tante cose, ma voi le immaginate. Vi amo tutti, darei un tesoro per potervi rivedere, ma non posso. Pernio in queste ultime ore di calma apparente a voi, che occupate il primo posto nel mio cuore, a te Beppe, a te Adelina. Che vi debbo dire? Mi manca la parola."Un formar di idee di lieti e tristi fantasmi, un presentimento atroce mi tolgono espressioni; no. no non è paura, non ho paura. Mi sento ora commosso pensando a voi, quanto lascio, ma so dimostrarmi forte innanzi ai miei soldati, calmo e sorridente. Del resto anche loro hanno un morale elevatissimo. Quando riceverete questo scritto fattovi recapitare da un'anima buona non piangete. Siate forti, come avrò potuto essere io: un figlio morto in guerra non è mai morto. Il mio nome resti scolpito nell'anima dei miei fratelli, il mio abito militare, la mia fidata pistola (se vi verrà recapitata) gelosamente conser vati, stiano a testimonianza di mia fine gloriosa. E se per avventura mi sarò guadagnata una medaglia, resti quella a Giuseppe. Oh! genitori, parlate, fra qualche anno in grado di capirvi, ai miei fratellini, di me morto a vent'anni per la Patria. Parlate di me che è doloroso il pensiero di venire dimenticati da essi. Fra diev,i, vigili anni, torse non sapranno più di avermi avuto per fratello ». Dopo aver rivolto un affettuoso saluto ai genitori ed ai fratelli ed aver chiesto loro perdono per eventuali manchevolezze il tenente Fus&ra così conchide: « A mamma, a papà lascio il mio affetto. E' il ricordo più stimabile che possa lasciare loro. All', zia Eugenia il mio crocefls-j,. d'argento, a mio zio Giulio, la mia Madonna d'oro. La porterà certamente. La mia divisa a Beppe, con le mie armi e le robe mie. Il mio portafogli dire 100) lascio al mio attendente ».
Persone citate: Adolfo Fusara, Benetti, Vittorio Benetti
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