Catturato l'assassino dell'infermiere è un giovane di 20 anni: ha confessato

Catturato l'assassino dell'infermiere è un giovane di 20 anni: ha confessato Sorpreso dalla "Mohiie99 alle 9 dei mattino: dormiva in una pensione di via delia fiocca Catturato l'assassino dell'infermiere è un giovane di 20 anni: ha confessato Parecchi l'avevano vi3to in compagnia della vittima la sera del delitto in un caffè di via Corte d'Appello - Dopo la mezzanotte si avviarono insieme per prendere il "13„ - Decisive testimonianze: ma nessuno conosceva il nome del sospettato - Paziente lavoro degli investigatori per ricostruirne la fisionomia e fissarla iu un disegno - Individuato soltanto ieri mattina - L'immediato arresto: nella sua stanza giacca e calzoni con tracce di sangue -Il giovane era giunto tre anni fa dalle Puglie - Per qualche tempo aveva lavorato come barelliere e così aveva stretto amicizia con il Molinar Ieri sera il dott. Sgarra e i suoi collaboratori (maresciallo Sanfet, agenti Albanese, Lojodice, Picciolo, Saputo, Veneziano) erano soddisfatti: risolto il mistero del delitto, arrestato l'assassino, messa a verbale la confessione. Una di quelle operazioni che la terminologia usuale della cronaca nera non può non definire c brillante >. Ma più che soddisfatti gli investigatori della Mobile erano stanchi: avevano tutti la faccia pallida e sudata, gli occhi rossi, una gran voglia di dormire. Era stata un'impresa dura. Martedì mattina il dott. Sgarra stava1 esaminando alcune normali pratiche di truffe e di furti e per telefono gli avevano comunicato del rinvenimento di un cadavere — certamente un uomo assassinato — al parco della Pellerina, in una boscaglia lungo la riva sinistra della Dora. Il funzionario e i suoi uomini erano accorsi. L'uomo aveva la testa schiacciata da una grossa pietra, due ferite di coltello o punteruolo al petto, in tasca non aveva nulla, se non sei fazzoletti (due sporchi e quattro puliti) e un minuscolo astuccio contenente una statuina della Madonna. Soltanto a tarda sera — quasi casualmente — se ne poteva stabilire l'identità: Francesco Molinar Min di 59 anni, nativo di Corio Canavese, infermiere presso l'Astanteria Martini e domiciliato, da solo, al primo piano di via delle Orfane 18, Si veniva a sapere che il Molinar, irreprensibile sul lavoro, aveva una vita privata ripugnante: era un anormale e frequentava assiduamente il mondo del vizio più turpe, dov'era conosciuto col nome femminile di « Franceschina ». Le indagini illuminavano strani aspetti della sua esistenza: in ospedale era un uomo ordinato, pulito, ma il suo alloggetto era di una sporcizia e di un disordine inimmaginabili, con mucchi di rifiuti e lenzuola forse non lavate da anni; era religiosissimo, andava di continuo a Messa, si confessava e si comunicava, ma oltre a tenere un comportamento sciagurato, era anche usuraio e prestava denaro a tasso spropositamente alto. Non era facile inquadrare con esattezza la sua figura: e non era facile delimitare la cerchia delle sue amicizie II Molinar avvicinava quasi ógni sera individui diversi; in casa sua andavano e venivano i tipi più strani; girava in bar, bottiglierie, locali che chiudevano a tarda ora della notte; era in relazione con parecchie mondane vaganti che a volte, compiacentemente, gli procuravano una compagnia occasionale. La Mobile si trovava nella necessità di impiegare tutti gli uomini a sua disposizione per rastrellamenti, retate, controlli, appostamenti, fermi, interrogatorii: centinaia di losche persone e di viziosi passavano negli uffici della questura nel giro di tre giorni. Nell'alloggio dell'infermiere c'erano decine é decine di lettere e di fotografie maschili con dediche sconcertanti: e un taccuino con indirizzi (sempre di uomini) e numeri del telefono. Altro lavoro per gli agenti della Mobile che correvano a destra e a sinistra, cercando di raccogliere l'informazione preziosa, l'indizio promettente. Per tre giorni, tirate le somme, si brancolava nel buio. Alcune piste parevano buone: come quella suggerita da una testimonianza secondo cui lunedi sera alle 23 il Molinar era stato visto parlare con una peripatetica al capolinea del <13> a Lucento: si pensava che la donna, d'accordo con l'assassino, avesse attirato il Molinar in un mortale tranello. Ma poi tutto sfumava: la mondana veniva rintracciata, ma poteva dimostrar che il suo compagno di quella sera non era affatto l'infermiere, ma un tizio che poteva anche assomigliargli. Altro sospetto su di un giovane abitante in via Cigna e su di un pregiudicato le cui impronte digitali parevano essere simili alle impronte rilevate dalla scientifica nell'alloggio di via delle Orfane, cadevano completamente e definitivamente. Si cominciava ad avanzare, l'ipotesi che il Molinar fosse 'stato ucciso da un individuo non di Torino, di passaggio nella nostra citta: in tal caso i'inchiesta si sarebbe potuto anche arenare. Ma ecco 1 primi elementi concreti, positivi. Qualcuno si decide a parlare. Una donna, l'altra mattina, dice « la sera del delitto io ho visto il Molinar davanti al portone di casa sua: se ne stava con un giovanotto bruno, di media statura col quale l'avevo incontrato altre volte... >. Si accerta che a mezzanotte e un quarto i due sono in un bar di via Corte d'Appello: l'infermiere è lo quace, sorridente, gentilissimo col suo amico: e questo è imbronciato, alza le spalle, si mostra nervoso e infastidito. Mormora poche parole con accento meridionale. Ad un certo momento il Molinar gli dà al cune monete e gli dice « Se ti fa piacere, gioca al flipper, ti prego! >. Il giovane rimane al flipper per un quarto d'ora e l'altro gli è sempre al fianco, premuroso e ansioso. Le partite non vanno bene e lo sconosciuto s'arrabbia ed esclama: < Andiamo, andiamo, sono stufo ». Escono. L'ultimo a vederli è una guardia notturna: imboccano via Garibaldi, discu tendo. Tre testimoni sono subito convocati in Questura e invitati a descrivere minutamente il giovane: alto 1,60 o 1,65, capelli neri imbrillantinati, oc chi azzurri molto chiari, carnagione scura. L'agente 'Saporito, -.:he è un disegnatore di Iettante di buona volontà, prova a buttar giù uno schizzo. Forse è il capolavoro della sua carriera di artista-detective; infatti un'inquilina di via de! le Orfane appena vede il ritratto esclama: « Ma sì! Sembra quel giovanotto che veniva sempre a trovare il Molinari». Il ritratto è mostrato, nel po meriggio e nella sera di venerdì, a decine e decine di persone, conoscenti, amici, com pagni di lavoro dell'assassinato. Pian piano la figura sì delinea: forse è un tale che faceva il barelliere alla Croce Rossa. Indagini alla Croce Rossa. Forse si chiama Mino, forse è un pugliese licenziato per furto la primavera scorsa. Non è Mino, è Cosimo. All'alba di ieri il dott. Sgarra ha le generalità complete sul suo tavolo: Cosimo Napoletano di 20 anni, nato a Monopoli (Bari) e giunto a Torino tre anni fa. Alle 8 si conosce il suo indirizzo: pensione Buora, primo piano di via Della Rocca 14. Alle 9 meno qualche minuto ildulasNnvglm—C■Siiiim iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMi il dr. Sgarra, con il dr. Scandorra, il maresciallo Sanfet e un gruppo di agenti, suona alla porta della pensione. Lo stabile è stato circondato. — Scusi, abita qui Cosimo Napoletano? — Sì... Prima camera a sinistra. — E' in casa.' — Forse è ancora a letto... L'uscio della camera s'apriva e sulla soglia compariva un giovane che si stava infilando la giacca. — Ho sentito fare il min no me — diceva, tranquillissimo, — Cosimo Napoletano sono io. Cosa vogliono da me? Polizia Sgarra esclamava il favorisca con dott. noi. Il Napoletano non aveva alcuna reazione. Si limitava a mormorare « va bene », stringeva la cinghia dei pantaloni, si aggiustava i capelli e senza fare domande o elevare proteste sì lasciava affiancare da due agenti ed accompagnare in istrada. Prendeva posto in macchina e durante il tragitto da via Della Rocca in Questura non perdeva mai la calma le guardava fuori del finestrino o innanzi a sé come se la faccenda dell'arresto non lo riguardasse minimamente. Cosimo Napoletano in una scattata recente Il disegno della polizia per individuare il Napoletano La misera stanza dove l'omicida è stato arrestato iiitiiiiiiiiiiii'MiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiitiiiiriiiiiiiiiriiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiititiititiiiiiiiiiiiiiiiMitiiiitii

Luoghi citati: Bari, Corio, Monopoli, Torino