Scomparso nell'oceano Indiano il veliero dello scrittore de Monffreid di Loris Mannucci

Scomparso nell'oceano Indiano il veliero dello scrittore de Monffreid Velivoli militavi francesi alla ricerca dei naufraghi Scomparso nell'oceano Indiano il veliero dello scrittore de Monffreid Vita d'avventure dell'autore de "Il cimitero degli elefanti,, e di altri numerosi volumi - Contrabbandiere d'armi lungo le rive del Mar Rosso e ricco possidente in Etiopia - Già vecchio, ha preso il mare con il figlio per cercare un favoloso tesoro (Nostro servizio particolare) Parigi, 8 agosto. Un gruppo di aerei militari francesi vola da un paio di giorni sull'Oceano Indiano fra l'iàOla utnu ivi unione e * iJuirt Maurizio per rintracciare il veliero t Rodali », sul quale sono partiti il 3 agosto dalla Punta dei Galets (Riunione) lo scrittore e avventuriero scgnovgciaSHenri De Monfreid col figlio oDaniele e due marinai Il « Rodali », che aveva a bo'Jo carburante per tre giorni e viveri e acqua per una settimana, doveva accostare il 4 agosto all'isola Maurizio, ma nessuno lo vide arrivare; s: attende ora con ansia l'epilo go di questa avventura del «corsaro del Mar Rosso», che è forse l'ultima e che egli non potrà raccontare. Henri De Monfreid è noto per i suoi libri — una trentina — in cui narra avvenimenti in gran parte vissuti: il primo che egli scrisse, nel 1932, è « I segreti del Mar Rosso », cui seguirono «.La crociera dellUascìsh », « Il cimitero degli elefanti », « Karembo » e molti altri. Alla fine dell'anno scorso furono pubblicati a Parigi: «La schiava del Battiloro », « Come fu salvata Gibuti » e « Il sangue dello spergiuro»; poi Henri de Manfreid, sebbene avesse ormai settantanove anni, non potè resistere al richiamo dell'avventura e abbandonò la sua villa di Ingrandes (nel centro della Francia) per tornare in Africa dove ha trascorso la maggior parte della sua vita. Si era diretto all'isola della «Riunione per indagare sul pirata Le Vasseur, del diciottesi mo secolo, e tentare di scoprire dove egli aveva nascosto, prima di morire, la sua fortuna in ono e gioielli che, secondo la leggenda, ammonterebbe a venti miliardi di franchi attuali. La vita avventurosa di Hen ri De Monfreid incominciò nel 1913 quando egli sbarcò a Gi buti. Nato a Leucat, vicino a Carcas^onne, il 14 novembre 1879, egli studiò in varie città fancesi, fu bocciato al concorso di ammissione al Politecni co, tentò invano di far fortu na come allevatore di bestia me, e quando un amico .gli propose un posto in un'azienda di Gibuti non se lo fece dire due volte. Il suo carattere avventuroso, 1 ambiente e la passione del mare, che egli aveva sempre avuto fin dall'infanzia, lo spinsero su quella strada. Rimase un anno soltanto nel negozio dove vendeva caffè e cuoio all'ingrosso e coi primi denari risparmiati si comperò una barca a vela; poi si fece musulmano, prendendo il nome di Abd el Hai, e con due indigeni si diede al contrabbando di armi, mascherandolo con la pesca e e il commercio delle perle. I fucili e le munizioni di provenienza belga erano da lui trasportati talvolta in Somalia, tal'altra in Arabia, e le autorità francesi di Gibuti chiudevano un occhio perché utilizzavano ogni tanto il trafficante anche per i loro servizi di spionaggio. Allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, Henri De Monfreid fu mobilitato, e quell'uomo di una tempra di ferro venne riformato perché aveva, pare, i polmoni deboli; in realtà egli era molto più utile nel Mar Rosso che in trincea, e infatti riuscì ad occupare, con pochi indigeni, l'isola di Farsan, che apparteneva al turchi e che egli offri al suo Paese. Alla fine della guerra gl'inglesi si opposero, però, all'annessione dell'isola alla Francia: a Farsan vi erano giacimenti di petrolio Da quel momento Henri de Monfreid dichiarò guerra all'Inghilterra, pur scorrazzando per il Mar Rosso talvolta alleato e talvolta avversario dei pirati dello Yemen. Il traffico di armi e di stupefacenti gli fruttava somme notevoli che egli investiva in Etiopia dove alla fine si trovò proprietario di ricche terre, di un pastificio e persino di una centrale elettrica, ad Harrar. Era ricchissimo quando, nel 1932, il Negus lo fece espellere e sequestrò tutti, i suoi beni: Henri de Monfreid, -che aveva stretto amicizia con lo scrittore Joseph Kessel, inviato di un giornale parigino, era risultato autore di una inchiesta intitolata: « Verso le terre ostili di Etiopia >, pubblicata dal « Petit Parisien », al quale, per caso, il Negus era abbonato. Invano la Francia intervenne in suo favore: l'imperatore di Etiopia non volle restituire nulla ed Henri de Monfreid diventò suo nemico, come lo era già degli inglesi, cosicché quando Mussolini decise la spedizione nell Africa Orientale, nell'autunno del 1935, il de Monfreid gli offrì immediatamente i suoi servigi per tre ragioni: vendicarsi degli inglesi e del Negus, recuperare i suoi beni e poter tornare in un paese che gli piaceva. I britannici lo arrestarono in Etiopia, ad Araoni, nel 1941 e lo internarono a Nairobi: fu necessario un energico intervento del gen. De Gaulle per farlo liberare e l'avventuriero campò alla meglio cacciando le belve e fabbricando del formaggio che rivendeva ai sol dati. Alcuni anni dopo la fine della guerra ritornò in Francia, ritmandosi a Ingrandes in una palazzina del 16° secolo circondata Oc. uri bel giardino: si alzava prestissimo, scriveva alcune ore oppure dipingeva per una galleria dei Campi Elisi di Parigi, poi ti occupava delle sue rose, andava a pescare negli stagni e .scandalìzzava i nativi del luogo andando sempre scalzo e vestito male, come se si trovas- lznlPWDncdltApBrpscSopddd se ancora nella brousse africana. Ma quella vita borghese non gli piaceva, nonostante gli anni; Henri de Monfreid, secco o rugoso rnnip un vnonhjo "li vo, aveva conservato un vigore straordinario, i suoi occhi blu dai riflessi d'acciaio, infossati, indicavano che non aveva perso l'energia passata. Spesso egli pensava con no otalgia alle terre lontane, ai- le notti calde e ai canti cadenzati dei pirati: mesi or sono non potè più resistere a quell'appello e partì col figlio. Loris Mannucci

Persone citate: De Gaulle, Henri De Manfreid, Henri De Monfreid, Joseph Kessel, Mussolini, Negus, Vasseur