Quindici marinai morti nella collisione di due petroliere americane causa la nebbia

Quindici marinai morti nella collisione di due petroliere americane causa la nebbia La sciagura a breve distanza dal punto dove affondò l'«Andrea Boria» Quindici marinai morti nella collisione di due petroliere americane causa la nebbia Dopo l'urto le navi sono esplose incendiandosi - Cinque uomini arsi vivi - Venticinque feriti - Drammatica opera di salvataggio (Nostro servizio particolare) New York, 7 agosto. Due petroliere in navigazione lungo lo stretto canale d'accesso alla baia di Narraganscttj sulla costa meridionale dello Stato di Rhode-Island, sono entrate stamane in collisione, incendiandosi. La sciagura, nella quale sono morti quindici uomini, è stata provocata da uno spesso banco di nebbia che rendeva pressocché nulla la visibilità. Si tratta della < Gulfoil >, di 10.340 tonnellate, iscritta nei registri navali della Pennsylvania, e della < Graham », di 1500 tonnellate, di proprietà della Compagnia < S. E. Graham & Co » del Delaware. L'urto fra le due navi è stato talmente violento che esse sono esplose incendiandosi. Al primo allarme partivano immediatamente in soccorso dell'equipaggio delle due petroliere, complessivamente una quarantina di nomini, battelli della Guardia costiera ed altre imbarcazioni attraccate lungo il canale. Ad essi si univano dopo breve tempo una nave traghetto, due < cutter » ed alcuni pescherecci. Le operazioni di soccorso procedevano con molta lentezza a causa della cattiva visibilità e delle fiamme che circondavano le petroliere. Due ore e mezzo dopo la collisione gli abitanti del luogo potevano infatti scorgere ancora distintamente il bagliore degli incendi. La < Graham* andava ad arenarsi in un bassofondo mentre la < Gulfoil » poteva essere finalmente presa a rimorchio ed allontanata. Un portavoce del comando della Guardia costiera di Boston dopo aver interrogato alcuni dei superstiti comunicava ai giornalisti che le petroliere, invase dalle fiamme, stavano per divenire una bara rovente per l'equipaggio perché a causa dell'esplosione non era più possibile mettere in mare le sdaluppe di salvataggio. Uno degli ultimi ad essere salvato è stato il macchinista Kelvin J. Wroten del « Graham » il quale ha dichiarato: <La mia nave sembrava una gigantesca pentola in . ebollizione. Come sia uscito vivo da quell'inferno non saprei dire. A pochi passi da me era il co¬ mandante. Sembrava die il fuoco non lo toccasse Lo vedevo correre e lo sentivo impartire ordini ai miei compagni che in un primo momento si erano gettati sulle pompe nella speranza di poter controllare le fiamme. Ma in pochi minuti l'incendio si propagò a tutta la nave. Non avevamo che una via di salvezza: gettarsi in mare. Io mi tuffa;: subito$yffi,ìtitèi compagni ieW tarono invece di sganciare una scialuppa. Ad un tratto l'imbarcazione fu investita da un getto infuocato e bruciò come un fiammifero. Non so la sorte di quei tre disgraziati*. Questa sera sono stati ripescati in mare sei cadaveri carbonizzati; altri nove sono stati trovati nello scafo della < Gulfoil ». Venticinque uomini sono ricoverati negli ospedali, alcuni in condizioni disperate. I più gravi sono stati. trasferiti a Boston in elicottero. Il punto dove è avvenuto la sciagura si. trova a circa 70 miglia dall'isola di Nantuckét, dove nel luglio del 1956 entravano in collisione il transatlantico < Andrea Doria » e lo « Stockholm ». Anche in quel caso la sciagura, che costò la vita a cinquanta persone, fu provocata dagli spessi banchi di nebbia che rendono così pericolosa la navigazione in quel tratto di mare. t. r, j to ordinato a Frank Kierdorf dal sindacato per il quale egli lavorava. Kierdorf era pregiudicato per rapina ed aveva jtretti contatti col mondo della malavita.

Persone citate: Frank Kierdorf, Kelvin J.

Luoghi citati: Boston, Delaware, New York, Pennsylvania