Un aereo biposto cade in una risaia

Un aereo biposto cade in una risaia Sorpresi da un temporale due apparecchi svizzeri finiscono in Piemonte Un aereo biposto cade in una risaia Il pilota, sconfinalo per errore, precedentemente era riuscito ad atterrare in un prato - Poi ha tentato di ripartire: illeso, con il compagno (Dal nostro inviato speciale) Vercelli, 2 agosto. Tra Villarboit e Balocco, nella pianura vercellese, stamani un piccolo aereo da turismo, un < Piper Cub », con a bordo due giovani svizzeri, ha compiuto un atterraggio di emergenza in un prato, a poche decine di metri da una casa colonica, senza riportare alcun danno. Il pilota ha tentato di ripartile subito, ma :i decollo non riusciva. Dopo un gran salto, l'apparecchio finiva in una risaia, sprofondando nel fango. Il carrello del « Piper » si è fracassato. Tuttavia i due aviatori sono rimasti illesi e dopo altre vicissitudini nel tardo pomeriggio hanno potuto far ritorno in Svizzera su un altro aereo giunto appositamente a Biella. Il «Piper», siglato H.B.-oci, era pilotato dall' architetto Leon Dubey, di 33 anni, residente a Friburgo, partito di buon mattino dall'aeroporto di Neuchatel insieme all' amico Jean Jacques Hegnauer, di 30 anni per raggiungere il campo di aviazione di Lugano. Un volo facile, in condizioni normali. Il Dubey incontrava però un temporale e per aggirare il pericoloso banco di nubi modificava sensibilmente la rotta. La visibilità era piuttosto scarsa, sicché sconfinava in Italia, senza sapere dove si trovasse, perché la carta geografica che aveva portato con sé si riferiva solo al territorio svizzero. Quando la benzina scese al di sotto del livello di sicurezza, il Dubey decise di atterrare e scelse una località a nord dell'autostrada Torino-Milano. La non facile manovra è stata seguita a terra dal contadino Armando Pigatto, di 34 anni, domiciliato nella cascina Colomba, il quale ha dichiarato che prima di decidersi ad atterrare il pilota ha tentato quattro volte in altrettanti luoghi diversi. Il prato su cui si è posato l'aereo è lungo appena 150 metri. L'avventura poteva avere termine a questo punto, ma 1 due aviatori, come s'è detto, decidevano imprudentemente di ripartire, dopo aver versato nel serbatoio una ventina di litri di benzina normale comprata da un contadino. Il Dubey portava l'aereo in fon¬ do allo stesso prato e per evitare un gruppo di alberi era costretto a partire in leggera salita. Egli dava tutto gas, ma il « Piper » giungeva al termine del campo con le ruote ancora a terra, sebbene la velocità fosse già elevata: il pilota tirava bruscamente la leva che comanda il timone di profondità e il «Piper» si impennava bruscamente, supera- . va una strada, proseguiva il volo « spanciando » senza riuscire ad aumentare la velocità e dopo circa 300 metri, giunto al limite del sostentamento, piombava nella risaia. Con flemma sorprendente i due aviatori davano disposizioni agli accorsi perché l'aereo venisse estratto dal fango e posato all'asciutto. Quindi pregavano un agricoltore di portarli all'aeroporto più vicino, a Biella, sulla sua auto. Purtroppo durante il viaggio il motore del veicolo si guastava ed essi erano costretti ad una nuova sosta. Giunti finalmente a Biella, I giovani telefonavano all'aeroporto di Lugano, dove tutti erano in apprensione per la loro sorte. L'istruttore Ruggero Bucci, di nazionalità italiana, partiva immediatamente su uno « Stinson » a jpiù posti ed atterrava a Biella per ricondurre a casa i protagonisti della movimentata avventura. _ _. p. m. ll pilota dell'apparecchio atterrato in un prato nel Vercellese e poi caduto in una risaia, mentre riparte con il compagno dall'aeroporto di Biella per la Svizzera

Persone citate: Armando Pigatto, Jean Jacques Hegnauer, Piper Cub, Ruggero Bucci