Kruscev ripropone il convegno alla vetta fuori dell'Onu Fanfani esporrà a Washington la tesi italiana per il Levante

Kruscev ripropone il convegno alla vetta fuori dell'Onu Fanfani esporrà a Washington la tesi italiana per il Levante Faticose trattative jper un accorcio tra gli alleati e rincontro con i rutsssi Kruscev ripropone il convegno alla vetta fuori dell'Onu Fanfani esporrà a Washington la tesi italiana per il Levante Il Primo ministro russo, in una nuova nota polemica, accetta la richiesta di De Gaulle per un incontro dei soli "Grandi,, in una città europea • Fredde accoglienze del Dipartimento di Stato al messaggio - Dichiarazioni del Presidente del Consiglio italiano all'arrivo negli Stati Uniti: "F ancora possibile salvare le nazioni arabe alla causa della libertà - Siamo pronti a contribuire nei limiti delle nostre forze,, Uno difficile conferenza I fatti confermano che il concentramento di forze americane nel Libano e l'invio di soldati inglesi in Giordania furono uri primo passo, compiuto senza prevedere quello successivo; tuttavia queste iniziative hanno avuto il merito di salvare, almeno per ora, i governi di Amman e di Beirut da un immediato pericolo. Ma tranne l'infelice re Hussein, isolato nel suo palazzo, nessuno parla più di Bagdad ; l'Irak, il grande pilastro dell'Occidente, sembra completamente dimenticato. Vi .contribuisce la tranquillità del paese: bisogna riconoscere che il crudele massacro del sovrano e dell'intera famiglia reale, compresi donne e bambini, non ha suscitato la minima reazione. Non c'è un militare né un bor ghese, che sia pronto a combattere per il ritorno della monarchia. II gesto di forza improvviso non ha consentito agli anglo-americani consultazio ni preventive con gli alleati europei; e non si può certo affermare che fra le potenze occidentali si sia stabilita una solida intesa. Esiste qualche divergenza persino fra Londra e Washington: gli inglesi dimostrano più fretta degli americani nel preparare l'incontro al vertice; Germania e Italia appoggiano di massima la politica americana, ma sembrano credere che una maggior comprensione verso i popoli arabi servirebbe ad arrestare la crescente influenza sovietica. Quanto a De Gaulle, egli non desidera trattative all'Onu e chiede che la conferenza si tenga in una città europea, dove egli sarebbe . l'unico rappresentante dei paesi continentali. Dulles sta ora cercando di ridare un minimo di unità al fronte atlantico. La storia diplomatica non conosce un viaggiatore più ostinato di questo ministro. Venerdì è partito da Washington per Bonn, dove lo attendeva Adenauer; sabato sera ha raggiunto Londra, per dedicare tutta la domenica a colloqui con Macmillan; lunedì è intervenuto al Consiglio del patto di Bagdad. L'Irak rappresentava il cuore di quest'alleanza; nelle sedute di ieri la memoria di Feysal è stata rievocata con parole commosse, ma non si è deciso altro sulla sorte di quel paese. Foster Dulles ha promesso che l'America, pur senza aderire al patto, fornirà la sua protezione ai quattro meiribri superstiti (Gran Bretagna, Turchia, Iran e Pakistan), anche a costo di rischiare un conflitto. Gli Stati Uniti, egli ha detto, vogliono la pace, ma non hanno paura di misurarsi con la Russia; e se sono pronti a discutere una sistemazione politica della crisi, non intendono presentarsi ad una conferenza come imputati. Malgrado questa esplicita dichiarazione ci si può chiedere: se a Teheran avvenisse un colpo di stato come nell'Irak. l'America sarebbe disposta a fare la guerra ? Stamane il segretario di Stato ritorna in volo a Washington e stasera avrà il primo colloquio con il capo del governo italiano. Senza voler attribuire a questa discussione, né agli incontri che l'on. Fanfani avrà con Eisenhower, un'importanza determinante sul corso degli avvenimenti, è certo che Italia e Germania possono svolgere un'azione di qualche peso sulla politica alleata. Il nostro presidente del Consiglio rappresenta una tendenza abbastanza diffusa in Europa, favorevole a rapporti nuovi con il mondo arabo. Quantunque non si conoscano piani concreti, si può af¬ u fermare che egli auspica un'assistenza internazionale sganciata da posizioni " coloniali ", così da togliere, almeno ai nazionalisti più ragionevoli, la tentazione di cercare l'appoggio di Mosca. L'on. Fanfani esporrà anche il punto di vista italiano sul futuro incontro al vertice. Per questa conferenza sono sorti un'altra volta tali contrasti, che non si vede ancora dove e quando potrà essere riunita. Eisenhower l'aveva accettata, purché avvenisse nell'ambito delle Nazioni Unite ; Macmillan aveva proposto che i capi di governo si trovassero ni agosto ad una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza; De Gaulle, invece, ha continuato a chiedere un convegno ristretto e segreto, possibilmente a Ginevra, per discutere «nella ragione e nella calma». Ieri, rapidissima e imbarazzante, è giunta la risposta di Kruscev. Giovandosi della tesi francese, e pur non opponendosi alla scelta di New York, egli ritorna a proporre che i Grandi si incontrino in Europa (a Gine¬ vra, Parigi. Vienna o anche a Mosca, dove — informa ironico — la sua polizia è perfettamente ih grado di assicurare l'incolumità degli ospiti) ; lamenta l'ostruzionismo di Washington ; ammonisce sui pericoli della presente situazione per la pace mondiale; reclama ancora una volta l'immediato ritiro dal Libano delle truppe americane, definite « forze aggressive ». Con' questa nota di Kruscev si ritorna al punto di partenza; e forse De Gaulle insisterà sulla sua proposta, rendendo più difficile anche l'accordo fra alleati. Tuttavia la più grande incognita rimane sempre la stessa: ora che (almeno in linea" di massima) le grandi potenze hanno accettato di discutere, su quali basi si potrà ottenere un principio d'intesa nel Medio Oriente fra i due blocchi avversari ? Sono discussioni ancora premature: tutto l'imponente lavorìo diplomatico di questa settimana servirà soltanto a chiarire se, in un prossimo futuro, sarà possibile un incontro fra i capi di governo delle grandi potenze. Una conferenza auspicabile, ma con imprevedibili conseguenze. circoletti neri indicano le basi militari alleate nel Mediterraneo e nel Medio Oriente