Le signore si vestiranno come bambole portafortuna di Clara Grifoni

Le signore si vestiranno come bambole portafortuna Concluse le sfilate deiSa moda 1958-59 a Firenze Le signore si vestiranno come bambole portafortuna Solo un sarto, fra i molti, tende ancora a mettere in risalto le forme femminili - Mutamenti anche per gli uomini : doppiopetto con vita alta e giacche con i bordi orlati di camoscio (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 25 luglio. Il torneo della moda volge alla fine tra canicole e temporali che esplodono per lo più a tarda sera, forse con lo scopo di offrire gentilissime polmoniti alle signore in veli, ampiamente scollate, che escono da Palazzo Pitti. (Ma sacrificio e abnegazione fanno, come si sa, la grandezza della moda). Dopo cinque giorni, durante ì quali le freelances, o indossa-1 trici volanti — una quarantina, di tutte le nazionalità con sovrabbondanza di francesi e un'unica cinese — hanno percorso chilometri sulla passerella e fatto scattare a centinaia i lampi dei fotografi, è possibile tracciare un profilo completo della donna 1958-59, come la vedono i grandi sarti. Bella? Pepata direi e anche spiritosa, piuttosto somigliante nell'aspetto a quelle bambole-portafortuna dette jyoufrou, che ebbero tanta ,-:>ga nell'altro dopoguerra: visi di porcellana, occhi obliqui, labbra vagamente a cuore, capelli soffiati sulle orecchie, un sottanino cortissimo (cinquantadue-cinquantacinque centimetri da terra) e lunghe gambe, tipo fiammifero. Perché la donna à la page, anche se meno allampanata di sei mesi fa, è sempre scarsa di curve: tutto quanto può permettersi è un minuscolo petto rialzato en pomme, secondo i canoni della foggia Impero che, più o meno apertamente, riecheggia in tutte le collezioni. Nella novità dell'autunno-in verno (una novità tolta dai bauli del tempo e odorosa di naftalina, come quasi sempre accade nel campo della moda), insieme alla sparizione delle maniche lunghe, ripudiate anche dai capi più pesanti, è la comparsa di cinture o mezze cinture sotto il seno e di martlngales applicate molto alte sul dorso. Ed ecco 11 corredo invernale preparato dai nostri ottimi creatori per le donne eleganti, la cui giornata non si divide più in tre parti, ma in due: prima e dopo le cinque. Prima delle cinque è giorno, dopo le cinque è sera. Durante il giorno si portano vestiti che « assecondano » il corpo, tailleurs a giacca corta, falsi tailleurs con cappette o brevi pellegrine a frange, tuniche dette ottave o nove decimi semiaderenti, che vengono trasformate spesso in robes-manteaux; soprabiti con un leggero movimento di redingote o molto ampli nel dorso e trattenuti sotto il petto da fasce e pattine. Dopo le cinque, trionfa il ve stito da cocktail, questo comodo anfibio, che può sostituire l'abito da pomeriggio o quello da sera e che spesso non viene nemmeno riservato all'ora del vermut o delle misture di cui porta il nome. E' sempre corto, in lana moire, chiffon, raso lucido come carta da cioccolatini e a volte generosamente scollato: una casacca o bolero di pelliccia (la stola, sogno delle piccole borghesi, non usa assolutamente più) gli permettono di fronteggiare ogni evenienza, dal tardo pomeriggio alle ore piccole. Anche gli abiti da sera, fluenti e pastosi, a vita alta segnata da cinture, nodi piatti o splendidi ricami, sono per lo più corti; qualche abito da ballo scende fino a pochi centimetri da terra, o è corto davanti e lungo dietro. Tra i colori primeggia il nero, conquistato ormai anche dalle diciottenni, con la sua gamma di falsi neri e di rtiélanges di bianco e nero; seguono i grigi, dall'acciaio al perla, il hianco-latte, il blu-copiativo, tutte le tonalità del marrone dal caffè al ruggine e le delicatissime tinte dei « legni tagliati », bois de roseSj palissandro, ciliegio. . ■ Questo lo schema generico in cui ogni sarto' svolge uh suo tema particolare; e qui seguiamo gli sviluppi della il nea ovoidale, che è una variante della linea pannocchia lanciata a suo tempo da una sarta milanese; là ritroviamo, tradotti in gilè di pelliccia simili a quelli degli zampognari da presepe, i famosi c sca mieiati > di un'altra sarta milanese. Un sarto fiorentino, rinomato per il suo impeccabile « classicismo > presenta la linea contrappunto: fasce in sbiego e pannelli in tralice molto belli con un crescendo musicale, l'abito dritto a vita alta e gonna svasata nel.fondo. Un noto binomio romano composto di marito e moglie si esibisce, con due collezioni separate, in ammirevoli virtuosismi di taglio, giocando con pieghe e drappeggi sul motivo cintura o il motivo bottone: un bottone spesso unico, enorme, a borchia o a rosetta, coperto di stoffa analoga a quella dell'abito. Solo e isolato fra questi « grandi > che perseguono concordemente la lotta ingaggiata anni fa contro le ragazze da copertina, con la vita stretta e il rigoglioso busto proteso in avanti, il sarto romano delle dive e di un'ex-imperatrice, va ancora contro corrente. La sua linea, chiamata « ciclone », è tutta dalla parte di lei, della cliènte tipo identificabile nella Lollobrigida di cui riassume gli ideali gonne a ruota interamente drappeggiate e teli asimmetrici che balzano di lato e salgono tumultuosamente dal fondo della gonna verso la vita, ridotta a vitino da altissime cinture con fibbie di me tSTmmrintCcrcdcluetdoatcm—brengdlgdrpdsaloezsvnpsmpgctdtptpnb«adcosus a e tallo, di pietre colorate o di Strass bianchi, secondo l'ora. Tutte le collezioni indistintamente si avvalgono di tessuti mirabili: è 11 nostro più sicuro vanto, consolidato di anno in iiiiio. Mai però si era giunti alla attuale magnificenza. Certi pizzi laminati da sera costano fino a ventiseimila lire il metro; e le lane-canovaccio a trama grossa, i quadrillés in rilievo, i leggeri e caldi mohair anellati o a pelo lungo di cui sì fa uso enorme e le lane damascate in due toni, velluti <tagliati» (fiori di velluto su fondo di raso), oscillano in genere dalle dieci alle quindicimila lire il metro. Vengono poi i boleri, i camiciotti, le blouses in ermellino o cincillà, i completi — abito intero e giacca — in breitschwanz marrone o nero lavorato a riccio rotondo e i favolosi mantelli in visone tourmaline o bianco, che gravano per decine e decine di milioni su ogni espositore. Le spettatrici seguono le sfilate con l'aria assorta e ingorda che hanno sempre le donne quando si mettono in rapporto con 11 loro dèmone preferito, la civetteria. Ma a differenza di quanto accade solitamente, gli uomini che le accompagnano possono capirle, essendo tutti per un verso o l'altro impegnati nella- moda e al corrente delle sue esigenze, dei suoi frizzanti controsensi. Tutti, ad esempio, trovano naturale che le pellicce non servano mai alle donne per ripararsi dal freddo, né le scarpe da passeggio per camminare comodamente; che 1 più graziosi costumi da bagno si rovinino con l'acqua, che l migliori completi sportivi non permettano di fare dello sport e via dicendo. Tanta comprensione meritava un premio, e perciò una nota sartoria di Brioni fa sfilare sulla passerella del prestanti giovani bruni e del distinti signori brizzolati che presentano la « Carta della moaa maschile » autunno-inverno: completi a doppiopetto dalla vita più alta (udite, udite!) e dal sottili calzoni senza risvolti, giacche orlate di camoscio, mantelli sportivi con maniche arrovesciabili, pullover e calzini di una meravigliosa fantasia (esiste anche un genere di boutique per uomo), cappelli chiari a falda un po' larga e cappelli piccoli in toni foncés, ombrelli dal manico di lucertola o di coccodrillo. I nuovi colori maschili definiti « eccitanti » sono il rosso pompeiano, il blu mediterraneo, il mauve, il verde screziato ala-di-farfalla. Su questo volo di farfalle si chiude la XVI Mostra di Palazzo Pitti, il cui bilancio pare eccellente: vasto afflusso di compratori, buoni affari e una quantità di applausi per tutti. Clara Grifoni

Persone citate: Brioni, Lollobrigida

Luoghi citati: Firenze