Eisenhower accetta di trattare all'Onu tutte le cause di conflitto nel Medio Oriente di Gino Tomajuoli

Eisenhower accetta di trattare all'Onu tutte le cause di conflitto nel Medio Oriente Ferma e conciliante risposta degli Stati Uniti al messaggio di Kruscev Eisenhower accetta di trattare all'Onu tutte le cause di conflitto nel Medio Oriente Washington chiede che i «Grandi» agiscano nel quadro delle Nazioni Unite; che la discussione non si limiti ai problemi del Libano e della Giordania; che la conierenza sia preparata con la necessaria cura - Severo richiamo al governo russo : « La guerra del 1933 scoppiò dopo una serie di aggressioni dirette e indirette ai danni delle piccole nazioni» - Londra ha molte speranze nell'incontro; De Gaulle non ha ancora deciso se schierarsi sulle posizioni degli alleati (Dal nostro corrispondente) Washington, 25 luglio. Eisenhower ha confermato oggi a Kruscev di essere disposto a partecipare ad una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza, ma a queste condizioni: che tutti gli altri Capi di governo delle maggiori potenze vi partecipino; che il dibattito non sia limitato all'intervento angloamericano in Libano e Giordània, ma esteso alle cause generali della, crisi e quindi alle nazioni che hanno comunque interferito nel Levante ; . che sia riconosciuta la preminenza e la competenza dell'Onu a trattare il problema della salvaguardia della pace e dell'indipendenza delle piccole nazioni, e che quindi venga abbandonata la richiesta sovietica di un incontro — fuori Onu — fra grandi Potenze; _che, perciò, siano gli organi societari, segreteria generale e Consiglio di Sicurezza, a stabilire: 1) la necessità che i Capi di governo partecipino ad un dibattito sul problema del Medio Oriente; 2) la procedura speciale per impostare e condurre la discussione in una atmosfera fruttuosa e dignitosa; 3) la partecipazione degli Stati non membri del Consiglio e la data del convegno. E' chiaro che la conferenza non può essere convocata prima dell'inizio della seconda settimana di agosto ; la data più probabile sembra essere il 14 agosto. L'insistenza americana a rispettare scrupolosamente la struttura dell'Onu è stata molto abilmente utilizzata da Dulles per sventare, in sostanza, tutte le manovre di Kruscev per trasformare la sessione speciale del Con siglio in un incontro al vertice. II. primo ministro rus so, per esempio, aveva proposto « una serie di consul fazioni non ufficiali e comu ni », presumibilmente per sfruttare a suo vantaggio quella che egli credeva che sarebbe stata la posizione di inferiorità psicologica dell'America, accusata di ag gressione in Libano. Eisenhower non ne fa menzione (anche se Macmillan aveva accettato il suggerimento russo); e nessuna menzione fa neppure dell'altra proposta, anche essa accettata da Macmillan, di discutere ma di non votare mozioni. Eisenhower, anzi, si lascia aperta la possibilità di domandare una votazione e di introdurre nuove risoluzioni sostenendo che « è_ inu tile improvvisare », ed è be ne, al contrario, attenersi alle regole esistenti al Con siglio di Sicurezza: in tal modo qualsiasi proposta rus sa giudicata inaccettabile potrà venire bloccata dall'eventuale veto americano Il continuo riferimento ai princìpi dell'Onu e l'insistenza ad attenersi al regolamento ufficiale, ha un altro significato ben preciso: quello di avvertire Kruscev che, se egli tenterà di denunciare come aggressori gli Stati Uniti, gli Stati Uniti lo denunceranno di aver fomentato l'instabilità e l'insicurezza nelle piccole nazioni. Sono avvertimenti che Kruscev saprà interpretare nel modo giusto, si ritiene alla Casa Bianca; ma nella risposta di Eisenhower c'è indubbiamente un elemento ancor più importante: il presidente non prevede alcuna serie di colloqui privati con Kruscev per discutere i problemi del disarmo, della riunificazione della Germania e dei patti di non aggressione e neutralizzazione di gran parte dell'Europa, proposti dalla Russia. La discussione sarà contenuta al problema mediorientale, in tutti i suoi aspetti. Quali paesi potranno essere invitati? Un collaboratore di Hammarskjold ritiene che i « paesi arabi interessati » possono essere soltanto il Libano, la Giordania e la Repubblica Araba Unita, oltre naturalmente all'Irak (che è membro del Consiglio, sebbene il delegato del nuovo governo non abbia ancora potuto presentare le sue credenziali). Questa interpretazione rp restrittiva eliminerebbe la possibilità che Israele e gli altri Stati arabi, la Turchia o l'Iran possano chiedere, di essere invitati. D'altra parte si nota che molti capi di governo di Stati membri del Consiglio a titolo annuale, esitano a decidere se recarsi alla seduta speciale, perché non vogliono partecipare solo alle due sedute di apertura e di chiusura (che avranno carattere prevalentemente cerimoniale) e perché sanno in anticipo che la vera discussione avverrà in comitato ristretto, probabilmente negli uffici del Segretario dell'Onu. Sino a questa sera nessuna indicazione si aveva an cora, a Washington od a New York, sulla reazione sovietica, a meno che la nota del Cremlino alla Tur chia non sia da considerare come una espressione del malumore russo per il fai limento delle manovre di Kruscev. Sulla sostanza del le preposte che i Paesi oc ridestali si preparano a presentare per una soluzio ne non provvisoria dei problemi del Levante, nulla di definito è stato convenuto fino ad ora. La tendenza prevalente è quella di studiare un progetto per lo scambio di reciproche assicurazioni e garanzie, che assicurino la indipendenza dei piccoli Stati procedendo, se sarà necessario, alla loro neutralizzazione. Fra le garanzie dovrebbe esser inclusa anche quella di noni ostacolare in alcun modo l'afflusso del petrolio ai mercati occidentali, proposta che il più degli Stati arabi sembra disposta ad appoggiare. Ma inglesi e americani intendono rafforzare questo eventuale impegno con una condizione esplicita : • in caso di sovvertimenti interni o di sconvolgimenti dall'esterno, i Paesi interessati si riservano di proteggere questo loro vitale interesse anche con la forza. Gino Tomajuoli Eisenhower riceve alla Casa Bianca il Primo ministro di Ghana, l'ultimo paeno dell'Africa nera, già colonia inglese, che abbia ottenuto l'indipendenza (Telef.)