Afferma di aver già risarcito i debitori per 560 milioni

Afferma di aver già risarcito i debitori per 560 milioni Afferma di aver già risarcito i debitori per 560 milioni Il passivo del fallimento era di 700 milioni I difensori chiedono la libertà provvisoria (Nostro servizio particolare) Genova, 23 luglio. I difensori del marchese De Cavi inoltreranno nei prossimi giorni la richiesta di libertà provvisoria per il loro cliente. I legali faranno rilevare che è in corso da parte del De Cavi un'azione tendente a soddisfare i numerosi creditori. A questo . proposito, la moglie dell'ex camblavaiute ha dichiarato che I gla milioni di debiti sareb j bero stati liquidati e che, se il marchese De Cavi non fosse ! stato arrestato, nei prossimi j venti giorni egli avrebbe con1 cordato la restante parte. Il ì passivo dichiarato del fallimenIto ammontava a circa 700 mi- o lioni. L'istruttoria per l'c affare » De Cavi si trova attualmente nella fase conclusiva: alcune accuse sono già cadute, tra cui quella di truffa. L'arresto del marchese darà modo ai magistrati di interrogarlo su alcuni punti ancora da chiarire nella complessa vicenda. Com'è noto Giannetto De Cavi, rivendicatore di un titolo di marchese ma non appartenente alla cerchia della classica aristocrazia locale, fu protagonista di un clamoroso < craìc » nel gennaio 1954, quando alcuni correntisti del Banco De Cavi, con ;.Me in via San Lorenzo, avanzarono istanza di fallimento non avendo ottenuto la restituzione dei loro depositi. Il fallimento venne dichiarato il 28 gennaio 1954. Il 4 febbraio fu spiccato mandato di cattura per bancarotta fraudolenta, ma il banchiere si rese latitante. Ufficialmente il De Cavi fu da allora in Svizzera e in Francia; in realtà, secondo voci persistenti, egli si trovava nel pressi di Genova, cambiando rifugio di quando In quando. Fu segnalato in diversi conventi e istituti religiosi, anche nella villa della suocera a Stazzano, dove oggi è stato arrestato. Da notare un episodio penoso: la moglie del De Cavi fu in sua assenza imprigionata. Passò alcune settimane a Marassi con un bimbo in tenerissima età, senza che il marito si facesse vivo. La marchesa Annalisa era stata incolpata di aver sottratto beni incorporati nell'asse fallimentare. Essa infatti, dopo avere aiutato il marito ad arredare la loro villa di Albaro: chiamata il « Paradisetto » con lusso fuori del comune, aveva trasferito segretamente nella villa di Stazzano quadri ed oggetti d'arte. Il fallimento De Cavi ebbe quattro anni fa eco vastissima a Genova, coinvolgendo anche un quotidiano del mattino, < Il Corriere del Popolo», del quale il banchiere era proprietario. Si chiari che il fallito aveva profuso ingenti somme nell'Impianto di un laboratorio farmaceutico che doveva produrre un ritrovato per la cura del cancro, l'Algasol T 331. La formula chimica eia stata acquistata dal marchese De Cavi dai coniugi svizzeri Leandro Pedroli e Angela Solinas di Lugano, i quali abitavano a Genova in via Assarotti al n. 31. Il marchese De Cavi aveva investito grosse somme nel tentativo di produrre il farmaco su scala industriale, prelevandole dalla sua banca. De Cavi puntò a quel tempo tutto sull'c Algasol », finendo in bancarotta convinto di possedere una formula infallibile. La produzione dell'Algasol T 331 è stata autorizzata recentemente — com'è noto — dall'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità. L'approvazione ufficiale del prodotto — che viene definito dal De Cavi antiartritlco — potrebbe portare un vantaggio economico considerevole per il banchiere il quale penserebbe cosi di tacitare i creditori. La marchesa De Cavi ha infatti oggi dichiarato: < Abbiamo già pagato 560 milioni di debiti e contiamo molto sul lancio commerciale dell'Algasol ». Tra gli aspetti romanzeschi della vicenda occorre ricordare che il curatore del fallimento, nominato dal tribunale, prof. Bosislo, declinò bruscamente l'incarico senza voler spiegare il motivo. Altrettanto fece l'avvocato difensore Ugo Maria Fallla. Altro particolare indubbiamente romanzesco: la documentazione contabile del banco che era stata custodita dopo il sequestro in un locale di via S. Lorenzo divenne praticamente illeggibile. Tutto ora dovrà essere chiarito dalla giustizia. j

Persone citate: Angela Solinas, Giannetto De Cavi, Leandro Pedroli, Ugo Maria

Luoghi citati: Francia, Genova, Lugano, Stazzano, Svizzera