Fuga e volata di 12 corridori dominati da Benedetti a Recoaro

Fuga e volata di 12 corridori dominati da Benedetti a Recoaro Ad oltre 41 chilometri di inedia la tappa iniziale del Giro dei due Mari Fuga e volata di 12 corridori dominati da Benedetti a Recoaro Alcuni tra i favoriti, tra i quali Pambianco e La Cispa, sono arrivati con quasi 4' di ritardo dai primi - La trattura dei gruppo avvento dopo 100 Km. di corsa - Passivo contegno dei belgi tra i fuggitivi - Oggi tragii-: lo a Cesenatico (Dal nostro inviato speciale) Recoaro, 23 luglio. Risolutamente attaccati dagli avversari, due dei «/.i«orlti> della corsa chiudono il bilancio della prima giornata con un serio ritardo. Sono Pambianco e La Cioppa, arrivati a Recoaro quasi 4' dopo che il traguardo era stato tagliato dal vincitore, Benedetti, e dà una dozzina d'altri — fra i quali Germano Barale, Ranucci, Scudellaro e tre belgi, di cui utw, il Vindevogel che ha terminato nella scia del vincitore è da considerare da oggi un temibile avversarie per i nostri. L'« handicap > è grave per i due ritardatari, che hanno pagato caro un momento di dir satlemione, allorché a circa metà corsa il folto gruppo d\ testa che contava quasi tutti t partiti da Bologna, si trovò spezzato in due tronconi; nel primo del quale c'erano 15 corridori, mantenutisi assieme per il resto della gara — compiuta a un'altissima ve'ncità ad onta del caidu. Riavutosi dalla sorpresa, Pambianco cercò di porvi riparo; ma quei 300 m. guadagnatigli di colpo dai fuggitivi, ben presto gli apparvero incolmabili: un po' perché nel gruppo dei distaccati quasi nessuno gli prestò man forte, ogni squadra avendo uno o più rappresentanti nel plotoncino in fuga, e il resto perché risentiva le conseguenze d'un colpo di sole — che ne menomò le condizioni fisiche. E quando, più tardi, l'indisposizione gli passò, i 15 avevano accumulato tale vantaggio da rendere vana ogni reazione. La Cioppa ha seguito la sorte del romagnolo, e così Pettinati, Azzini e gli altri arrivati col ritardo già segnalato. Prima che si verificasse l'episodio determinante della tappa (salvo, s'intende, la volata per il primo posto e relativa aggiudicazione della maglia verde), gli stessi Pambianco e La Cioppa erano anzi stati fra i protagonisti di u?ia offensiva che per chiaro bersaglio aveva avuto il futuro vincitore della giornata. Era stato a S. Giovanni in Persicelo, dopo neanche SO' di corsa, che 14 corridori presero il largo, e fra essi &erano appunto i due nominati, più i fratelli Barale, Azzini, Costalunga, il belga Vindevogel e qualche altro. Ai termine della prima ora, nella quale risultavano percorsi ben 44 km. il vantaggio dei fuggitivi era di SS", rimasto immutato fino al 15" km (passaggio ad Ostiglia). Ma la reazione non tardò a delincarsi. Appena rientrato nel gruppone dopo aver cambiato una gomma e inseguito con tutta la sua squadra. Benedetti lanciò l'allarme — naturalmente raccolto da parecchi volenterosi. La distanza diminuì; e poiché ci si mise di mezzo anche un passaggio a livello chiuso, avvenne che in vista di Nogara (km. 90) i fuggitivi venissero ripresi. La velocità media a quel punto era sempre superiore ai 43 all'ora. L'ardore combattivo dei corridori non sostò a lungo. Il tempo di riprender fiato, che già il gruppo nuovamente si spezzava — con le conseguenze già dette. Il fatto avvenne poco prima di Isola della Scala, al 100° km. I 15 in fuga avevano preso 300 o 400 m. di vantaggio, allorché prima Bruni da solo, e poi una pattuglia in cui c'erano Pambianco, Pettinati, Gervasoni, Chiarlone e qualche altro, uscirono dalle file, buttandosi in caccia. Ma se gl'inseguitori andavano veloci, quelli che scappavano pedalavano ancora più svelti: sui 43, come niente fosse. Fu allora che Pambianco mollò: era diventato pallido, lo sguardo assente, dal naso gli uscivano goccioline di sangue. In testa, l'accordo era stato presto trovato, salvo con i belgi, almeno oggi apparsi emeriti succhiatori di ruote. C'erano tre della Bianchi: Germano Barale. Bonariva e il vecchio Pezzi; tre della Torpado: Raìiucci, Scudellaro e Tinarelli; due della S. Pellegrino: Tinazzi e Tad deucci ai quali non pareva vero di correre sotto gli occhi di Bartali. Anche Costalunga ci dava dentro a mantener alta l'andatura; e, come non gli bastasse, sulla periferia di Verona, dove era posto il rifornimento, pen- sò di andarsene da solo. In quclpunto 1S1 km. di corsa copertia più di 43 di media, il ritardo del gruppo era già salito a 2' e 50". Il gioco era fattot Per cambiarlo,.ci sarebbe voluto che quelli in fuga avessero rallentato, oppure che gli inseguitori fossero diventati leoni. Pambianco pensava che, in ogni caso, nell'avanguardia c'era il suo amico Bartolozzi a sapersela cavare all'arrivo velo- \ce com'è; in quanto agli altri &erano letteralmente soffocati non solo dal caldo, ma dalla quasi pazzesca velocità imposta dai fuggitivi. Costalunga era scappato e la Sita bravata durata quasi 20 km., non aveva avuto altro effetto che di stancarlo inutilmente, e di fare aumentare il ritardo degli inseguitori. I 500 m. che egli aveva messo fra sé e gli altri già prima di Montebello erano spariti' e il veronese ritornò nei ranghi. Fu a questo punto che il vantaggio del fuggitivi toccò il suo ìnassimo 4'55". Poi, si ninnò n sinistra, risalendo per lieve pendenza la fresca e verdissima valle dell'Agno. Sempre l componenti dell'avanguardia si alternavano alla testa — meno i belgi. Persino Benedetti, contrariamente alle sue abitudini, si dava da fare perché II ritmo si mantenesse sostenuto.. La vittoria di tappa si decise così, in volata, fra i 15 componenti il primo gruppo. All'ultimo chilometro, con salita accentuata, Scudellaro prese la testa, e al 500 m. accelerò, un po' pensando a trarre vantaggio per se stesso, oppure per il suo « coéquipier > Ranucci che era alla sua ruota; ma Benedetti, che lo sorvegliava, ai 200 m. gli saltò davanti di scatto, mentre Vindevogel, che a sua volta teneva d'occhio il rappresentante di Girardengo, fece altrettanto. Fra Benedetti e il belga breve fu la lotta, subito delincatasi a favore dell'italiano. Germano Barale è arrivato nel centro del gruppo. Appena sceso di bicicletta, asciugandosi il sudore, ha detto: « Se anche domani andremo così forte scoppleremo tutti ». Si vedrà. La seconda è tappa, ben 259 km. tutti di pianura, con arrivo a Cesenatico. Vittorio Varale storio. Ordine di arrivo: 1) Rino Benedetti, 195 km. in 4 ore 42'43" alla media di km. 41,179; 2. Vindevogel, a 2 lungh.; 3) Scudellaro; 4) Ranucci; 5) Bonariva; 6) Bartolozzi; 7) Vloberghs; 8)'Pezzi; 9) Germano Barale; 10) TinareHi, 11) Taddeucci; 12) Lamote; 13) Tinazzi. a 6"; 14) Mantelli; 15) Costalunga, a 12"; 16) Bruni, a 3'58", seguito con lo stesso tempo da un gruppo di 56 corridori, tra cui Guazzini, Fini. La Cioppa, Ciolli, Martin, Pambianco, Massocco, Giuseppe Barale, Nicolo, eccetera. Seguono altri 12 in tempo mas- Benedetti che ha vinto la 1a tappa del Giro dei due Mar

Luoghi citati: Bologna, Cesenatico, Isola Della Scala, Ostiglia, Verona